AMATUNTE ('Αμαϑοῦς, Ămăthus Cypri)
È uno dei più antichi centri di civiltà sulle coste meridionali dell'isola di Cipro. Centro importantissimo di civiltà micenea, e successivamente di civiltà e d'arte fenicia. Anche il nome della città sembra di origine semitica o fenicia. In realtà Amatunte è, e rimane per molto tempo, uno dei centri dell'isola a popolazione strettamente indigena, e uno dei nove stati o regni in cui l'isola era divisa (Diodoro, XVI, 42). Dopo la più o meno diretta dipendenza dall'impero assiro e da quello egiziano, nei secoli VIII e VII a. C., insieme con le altre città dell'isola, Amatunte passa a far parte, nel sec. VI, del grande impero persiano. Amatunte fu anzi l'unica città dell'isola che tenne fede a Dario nella sollevazione generale dei Greci di Ionia contro i Persiani, nel 502 (Erod., V, 104). Prova questa del prevalere costante dell'elemento indigeno o fenicio sul greco nella città, ritenuta uno dei punti di concentramento fenicio in seguito all'espansione greca nell'isola. In periodo classico la città è celebre in tutto il mondo mediterraneo per il suo tempio di Afrodite e Adone, in concorrenza con Pafo.
A partire dal sec. V, la storia di Amatunte raramente si scinde da quella degli altri più importanti centri dell'isola. L'intervento ateniese, e specialmente di Cimone (morto davanti a Cithium nel 450), non riesce a liberare l'isola dal dominio persiano. Nel 410 Amatunte è una delle poche città dell'isola, di cui Evagora non riesce ad impadronirsi, nonostante l'aiuto di Conone. La liberazione di Cipro dai Persiani non avviene che con la dedizione dell'isola ad Alessandro il Grande. I Diadochi se la contendono, ma dal 311, salvo il breve periodo 306-295, in cui cade in potere di Demetrio Poliorcete, Cipro torna ad appartenere ai re egiziani. Con la lex Clodia de Cypro, proposta dal tribuno della plebe P. Clodio, l'isola viene occupata nel 59 a. C. da Catone in nome del popolo romano come erede di Tolomeo Alessandro I.
Le ricerche archeologiche hanno permesso di riconoscere in Amatunte culti greci e greco-fenici: di Afrodite, di Adone, di Ermafrodito, di Arianna, nonché di Zeus Xenios e di Hera, e il culto, originario di Tiro e caratterizzato dai sacrifici umani, di Baal Moloch. Una colossale statua di questo dio, identificato poi con Eracle, fu trovata ad Amatunte e si conserva attualmente a Costantinopoli.
L'importanza storica della città è confermata dai rinvenimenti archeologici. Proviene da Amatunte un esemplare di piatto d'argento sbalzato, del genere di quelli rinvenuti in numerose altre parti dell'isola, con figure e motivi tratti in parte dal repertorio artistico egiziano, in parte dal repertorio artistico assiro, secondo le tendenze proprie dell'arte fenicio-cipriota, fiorita nel sec. VII a. C.
La necropoli classica di Amatunte, scoperta dall'italiano Palma di Cesnola negli scavi che questi condusse nell'isola tra il 1870 e il 1880 (necropoli a camerette regolari profondamente scavate nel suolo), non sembra essere di età anteriore alla fine del sec. VI a. C. Emerge chiaramente dal materiale l'influsso greco, innestato alla precedente civiltà fenicia. Il più importante cimelio della necropoli di Amatunte è il sarcofago che insieme con numerosi altri oggetti della stessa provenienza si conserva nel Metropolitan Museum di New York; sarcofago a coperchio displuviato, decorato di sfingi a pieno tondo, con cassone riccamente scolpito, con carri e corteggi trionfali figurati sui lati lunghi e con figure simboliche religiose di Bes e di Afrodite-Astarte sulle due testate (arte del sec. V a. C.). Un altro notevole monumento, forse della stessa età del sarcofago, è il cosiddetto "vaso di Amatunte", oggi al Louvre: un grandissimo recipiente sferoidale, specie di lebete, di calcare poroso (m. 1,85 di altezza e 2,20 di diametro), con anse figurate (un toro dentro un arco di cerchio) e disegnate ad imitazione di modelli metallici. Si attribuisce ad Amatunte, che fu per lungo tempo la città più importante dell'isola, una serie di monete d'argento (stateri), col simbolo del leone, databili dal 450 al 350 a. C. In età romana, tutte le città cipriote, costituite in koinón, o confederazione economica, hanno una emissione monetaria comune, che va da Claudio a Macrino.
Bibl.: Hirschfeld, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v. Amathus; R. Dussaud, Les civilisations préhelléniques, 2ª ed., p. 216 segg.; Perrot-Chipiez, Histoire de l'art dans l'antiquité, III; Antike Denkmäler des Arch. Instit., III, tav. 1-4 (sarcofago di Amatunte); Corpus inscr. graec., 2643 segg.; Head, Hist. numm., p. 737; J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., I, i, 136; IV, i, 85; 2, 331; M. Ohnefalsch-Richter, Kypros, the Bible and Homer, Londra 1893, passim (rinvenimenti archeologici, ivi); E. Oberhummer, Die Insel Cypern, 1903.