Romanziere e saggista francese (Cormatin, Saône-et-Loire, 1888 - Parigi 1985). Figlio di diplomatico, dopo un'infanzia trascorsa all'estero completò gli studî a Parigi e Cambridge. Scrisse in una lingua classica e severa romanzi che scandagliano l'animo umano e il carattere divorante della passione. Dopo aver evocato la propria adolescenza in La vie inquiète de Jean Hermelin (1920), L. s'impose con Silbermann (1922), ritratto di un giovane ebreo perseguitato all'epoca dell'affaire Dreyfus, completato in Le retour de Silbermann (1930). Autore anche di novelle (L'âme cachée, 1928; Quand le destin nous mène, 1938), raccontò la storia della decadenza di una famiglia della Vandea nel ciclo intitolato Les Hauts-Ponts (4 voll., 1932-35), che gli valse la nomina all'Académie de France (1936). Dopo la seconda guerra mondiale collaborò a Le Figaro. Ha pubblicato anche racconti di viaggio (Lettres espagnoles, 1927; Le Demi-Dieu ou Le voyage en Grèce, 1931) e saggi (Rousseau, 1926; Quatre études sur Gobineau, 1927; La vie privée de Racine, 1939).