Amay
(lat. Amanium)
Cittadina del Belgio a O di Liegi, sorta sul sito di un vicus romano, stazione per il cambio di cavalli sulla strada che varca la Mosa e, muovendo da Arlon, raggiunge Tongres. Verso N, sul luogo e nei dintorni della attuale collegiata, fin dal sec. 2° d.C. sorgeva una villa che - come si evince dai resti - dopo essere stata sconvolta dalle travagliate vicende del sec. 3°, riacquistò una certa agiatezza. Una parte dell'insediamento è occupato da un cimitero franco, del quale rimangono fra l'altro alcuni sarcofagi in pietra. La collegiata di A., dedicata per tradizione a s. Giorgio e a s. Oda, sorge su fondamenta romane ed è circondata da tombe di epoca posteriore; il testamento, datato al 634, di Adalgisilo Grimon, diacono di Verdun, fornisce un'indicazione storica: "(De basilica) domni Jorgii in Amanio constructa ubi amita mea requiescit, exinde similiter sub usu vineas possedi" (Coens, 1947, pp. 198-199). Nel documento non viene indicato il nome della zia di Adalgisilo e risulta, a prima vista, problematica l'identificazione di tale personaggio con s. Oda, in quanto il nome della santa compare soltanto nel sec. 11°; peraltro non è di aiuto neanche la Vita di s. Oda, ricca di particolari leggendari e redatta soltanto nel 13° secolo. Si sa però che il reliquiario gotico in argento del sec. 13°, ancora oggi nella collegiata, che sul coperchio riporta le scene salienti delle vite dei ss. Giorgio e Oda e sulle fronti cuspidate i loro ritratti e che, secondo la tradizione, contiene le ossa dei due santi, ne sostituisce uno del sec. 12° che presentava l'iscrizione "S(an)c(ta) Oda". Alla soluzione del problema può contribuire il ritrovamento, avvenuto nel 1977, di un sarcofago sotto il coro della collegiata. Sul coperchio è raffigurata una figura femminile con cuffia, veste lunga e bastone; l'iscrizione "S(an)c(t)a Chrodoara" è posta al di sopra della testa, mentre un'altra incisa sulla parete verticale della cassa (in latino classico corrisponde a "Chrodoara nobilis magna et inclita ex sua substantia ditavit sanctuaria") sembra ricollegarsi nel contenuto al testamento del 634, oltre che ai fatti principali narrati nella Vita di s. Oda. La datazione del sarcofago è tuttavia incerta, anche se la maggior parte degli studiosi propende per l'8° secolo.Se è in qualche modo possibile identificare Chrodoara con l'anonima zia di Adalgisilo, di maggiore difficoltà è la sua identificazione con s. Oda, per ragioni di ordine linguistico, anche se una ipotesi meno erudita potrebbe dar credito alla trasformazione del nome germanico in una parola latina relativa alla musica e alla poesia. Se Oda fosse identificabile con Chrodoara e con la zia di Adalgisilo, l'evoluzione del santuario, oggi chiesa parrocchiale di A., potrebbe essere così ricostruita: verso il principio del sec. 7° una dama franca (Chrodoara-Oda) di una famiglia ben conosciuta nei dintorni, i Chrodoinidi, abitava nella villa romana, già rinnovata e adattata; ella vi avrebbe fondato un luogo santo, forse un piccolo monastero, di cui sarebbe stata badessa (e il bastone con cui è rappresentata nel sarcofago la indicherebbe appunto come tale). Alla sua morte il sarcofago fu posto nella chiesa e accanto a esso, in seguito, vennero allineate per devozione altre tombe. S. Giorgio - il cui culto era molto diffuso tra i Merovingi - divenne patrono della chiesa insieme con s. Oda. La scultura del sarcofago avrebbe celebrato l'elevazione agli altari delle reliquie di s. Oda nel secondo quarto dell'8° secolo.
Una comunità di canonici secolari s'installò per lungo tempo non lontano dalla chiesa che divenne collegiata. La parte anteriore con le due piccole torri ai lati della facciata fu edificata fin dal sec. 11°; verso la fine dello stesso secolo vennero eretti la navata, i transetti e il coro; nei secc. 16° e 17° fu edificata la grande torre occidentale e nel sec. 18° l'edificio fu infine decorato con un'ornamentazione in stucco. I canonici abbandonarono A. al tempo della Rivoluzione francese.
Si deve ricordare inoltre ad A. la cappella dedicata ai ss. Pompeo e Caterina, che sorgeva in vetta alla collina, vicino alla collegiata; Pompeo o Pope - questo il nome merovingio - era il consigliere di s. Oda, almeno secondo quanto narra la vita della santa. Sotto la cappella fu trovato un busto in pietra raffigurante Mercurio, probabile segnale di una religione non soppressa, ma soltanto trasformata.
Bibliografia
M. Coens, La vie de sainte Ode d'Amay, AnalBoll 65, 1947, pp. 196-244.
L.-F. Génicot, L'avant-corps ottonien d'Amay, Moyen Age 73, 1967, pp. 349-374.
Le sarcophage de Sancta Chrodoara à Saint-Georges d'Amay. Essais d'interprétation d'une découverte exceptionelle, Bulletin du Cercle Archéologique Hesbaye-Condroz 15, 1977-1978.
H. Roosens, Überlegungen zum Sarkophag von Amay, Archäologisches Korrespondenzblatt 8, 1978, pp. 237-241.
A. Wankenne, Les découvertes sur le passé d'Amay. Aperçu d'ensemble (1983), Les Etudes Classiques 51, 1983, pp. 319-329.