ambedue (ambedui); ambo (ambe)
‛ Ambe ' ricorre quattro volte nel Convivio; nelle altre occorrenze si ha ‛ ambo '; ‛ ambedue ' s'incontra dieci volte; ‛ ambedui ' solo due volte nella Commedia, e in rima.
Ambe ricorre sempre come pronome femminile plurale: Cv III V 4, IV XVIII 3 (due volte) e 6.
In Rime CVI 83 hai raunato e stretto ad ambo man, e in Cv IV XVIII 2 ambo queste, è da notare l'ellissi dell'articolo. Nella Commedia D. usa sempre anche l'articolo. Delle 17 occorrenze, 11 si riferiscono a parti del corpo: le mani (If VIII 40, XXXIII 58, Pg I 124, VIII 10, Fiore CCXIII 10), le braccia (If XIX 124, XXXI 48), i piedi (If XIX 120, Pg IX 103), le anche (If XXI 35), gli occhi (Pd XXIII 91), le orecchie (If XXXII 52). Le altre occorrenze sono in If XIII 58, XIV 82, Pg XXXII 131, Pd II 99, XXX 96. Una sola volta ambo ha valore pronominale (Pg VIII 37).
Ambedue, formazione originariamente rafforzata, enfatica, mantiene tale valore in Cv IV XVIII 2, ove ricorre due volte come pronome. Nelle altre occorrenze il significato enfatico non s'avverte. Ricorre come aggettivo (accompagnato dall'articolo) in Pd XXIX 1, If XVII 14, Pg XXII 115; come pronome in Cv IV Le dolci rime 95, I XI 4, lf II 139, XXV 56 (con aferesi), XXIX 92.
Ambedui, forma comune nell'antica lingua, è usato due volte, come pronome, ma soltanto, come s'è detto, in rima: If I 69, Pg IV 52.
Va notato, inoltre, che assai spesso D. usa l'espressione ‛ l'uno e l'altro '. V. anche AMENDUI.