ambiente di calcolo
ambiente di calcolo insieme di oggetti, di relazioni tra essi e di operazioni in cui un computer, come ogni altro automa esecutore, può operare. Un esecutore, infatti, è in grado di eseguire una procedura, anche elementare, soltanto se riconosce gli oggetti con cui deve operare e le operazioni che possono essere eseguite. Può, quindi, elaborare uno o più dati, secondo una particolare istruzione, solo se ha a disposizione i seguenti elementi:
• l’insieme o dominio a cui appartengono i dati;
• le operazioni definite in tale insieme;
• le possibili trasformazioni di ciascun elemento, cioè le funzioni definite nell’insieme.
Soltanto dopo che sono stati comunicati il tipo di oggetti, cioè il dominio a cui appartengono, e le trasformazioni possibili in esso, l’automa è in grado di operare e di elaborare informazioni. In un ambiente di calcolo così definito è possibile assegnare valori alle variabili, confrontare elementi, controllare la verità di una proposizione. Tutte queste operazioni sono tuttavia vincolate a una regola di omogeneità: è possibile fare confronti, operazioni e assegnazioni soltanto tra oggetti o dati appartenenti allo stesso dominio o, come si usa dire, allo stesso tipo di dati. In generale, in un algoritmo compaiono più variabili che possono appartenere a domini diversi: ciascuna di esse deve essere dichiarata in partenza e nel corso del programma non è possibile cambiarne il tipo, né utilizzare, per una variabile di un certo tipo, operazioni definite per variabili di tipo diverso perché l’automa, per ogni ambiente, utilizza soltanto le operazioni e le funzioni che in esso sono definite. Gli ambienti di calcolo si dividono in due categorie, a seconda dei tipi di dati: a) ambienti di calcolo numerici, se l’insieme in cui si opera è formato esclusivamente da numeri; b) ambienti di calcolo non numerici, quando si usano stringhe di caratteri, variabili booleane e quindi valori di verità delle proposizioni.