ambivalenza
Atteggiamento psichico per cui due sentimenti o impulsi contrari (per es., amore e aggressione) vengono rivolti, contemporaneamente o alternativamente, allo stesso oggetto. Il termine fu introdotto dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, che indico, oltre a quello affettivo, altri due aspetti principali dell’a.: a. volontaria, quando la persona vuole fare una cosa e al contempo non vuole farla; a. intellettuale, quando vengono enunciati al contempo un dato concetto e anche il suo contrario. Il fenomeno si riscontra anche nell’adulto normale, ma appare con maggiore evidenza nel bambino, nel nevrotico (in partic. nella nevrosi ossessiva) e nello schizofrenico. Uno dei termini dell’a. è per lo più, inconscio. Oltre che negli stati patologici, la psicoanalisi ha evidenziato il ruolo dell’a. anche in alcune fasi della normale evoluzione libidica, in cui coabitano amore e ostilità distruttiva verso uno stesso oggetto. Sigmund Freud per la prima volta descrisse l’a. affettiva a proposito dell’analisi del transfert (➔) negativo del paziente sul terapeuta.