Ambra
Resina fossile di Pinus succinifera dell'era terziaria, composta principalmente di acido succinico (C₆H₆O₄). La composizione varia però molto a seconda dell'età geologica e della provenienza, che si può determinare grazie alla spettrometria a raggi infrarossi. Dalle foreste preistoriche, dove si formò tra i 55 e i 35 milioni di anni fa, l'a. si diffuse attraverso i fiumi e i ghiacciai fino al mare; la si rinviene infatti sulle coste atlantiche della Danimarca, nel mar Baltico e inoltre sulle coste tedesche e olandesi del mare del Nord, nonché nell'Inghilterra orientale e nell'Unione Sovietica in Ucraina, fino al mar Nero.
Avendo una stessa origine, tutta l'a. proveniente dall'Europa settentrionale ha dunque la stessa composizione; in quantità più consistente si trova nella parte orientale del Baltico e nella Polonia settentrionale. Nelle zone baltiche, fino a tutto il Medioevo, l'a. veniva semplicemente raccolta in superficie o sui bassi fondali marini e solo durante il Rinascimento si passò alla vera e propria estrazione. A partire dal Paleolitico superiore l'a. venne utilizzata per la fabbricazione di gioielli e di piccole sculture zoomorfe. Soltanto intorno al 2000 a.C. se ne estese l'uso all'Europa centrale e quindi all'area mediterranea (intorno al 1800 a.C.) fino al bacino egeo (a partire dal 1600 ca.); la sua diffusione si ricollega strettamente alle direttrici degli scambi commerciali fra l'Europa settentrionale e quella centrale. Dal sec. 1° a.C., grazie all'espansione romana e al conseguente incremento dell'economia centroeuropea, il commercio dell'a. conobbe una grande fioritura. Fino alle guerre marcomanne (166-180 d.C.) l'importazione passava per le regioni danubiane centrali: attraverso Carnuntum l'a. arrivava ad Aquileia, dove subiva un'ulteriore lavorazione; gli oggetti e i gioielli ivi realizzati venivano poi diffusi in tutto l'Impero romano. Alla metà del sec. 2° Aquileia cedette il posto a Colonia come centro principale della lavorazione dell'a.; il materiale grezzo giungeva attraverso la Danimarca, trasportato lungo il Reno.
In Scandinavia sono rari i ritrovamenti di oggetti di a. riferibili ai secc. 5°-7°, come del resto anche nell'Europa centrale e meridionale. In questo periodo l'a. veniva prevalentemente utilizzata per la produzione di perle, realizzate tuttavia più frequentemente in vetro, oppure serviva come materiale per decorazioni a incrostazione su oggetti di metallo. Solo nel sec. 8° l'a. cominciò a essere utilizzata su larga scala: sono attestate officine per la sua politura per es. a Ribe, in Danimarca, e a Hedeby (Haithabu, Schleswig-Holstein); nei secc. 9°-11° altre officine erano attive in Inghilterra e in Irlanda. Anche in questo periodo peraltro l'a. servì soprattutto per la fabbricazione di perle, usate insieme ad altri materiali (vetro, pietre dure, metallo) nonché di pezzi da gioco, di pesi per il fuso, di amuleti, di monili e di statuette; in età vichinga ne è attestata la lavorazione nelle città di Birka (Svezia) e Kaupang (Norvegia). Sulle coste occidentali del mar Baltico e in tutta la Scandinavia l'uso dell'a. diminuì nel corso dei secc. 11° e 12° e non tornò più ad assumere reale importanza sino al 16° secolo. Dal sec. 11° fino alla Riforma continuò la produzione dei tipi di perle già conosciuti durante i secc. 9° e 10°, sebbene già verso la fine del Medioevo essa si fosse ristretta a una gamma limitata; l'a. serviva inoltre per la produzione di amuleti, sigilli e talvolta cofanetti.
Tracce di a. grezza sono state rinvenute in siti urbani in diversi strati archeologici di epoca medievale; questo dato testimonierebbe una produzione diffusa e non accentrata in poche officine. Nei secc. 11° e 12° l'a. veniva importata principalmente dalla Prussia, dove si svolgeva infatti una raccolta sistematica del materiale, di cui esercitavano il monopolio i proprietari terrieri e, in seguito, i duchi pomerani. Dalla Prussia occidentale e dalla Pomerania tale fenomeno si estese anche alla Prussia orientale quando, nel 1250 ca., i Cavalieri Teutonici entrarono in possesso della regione e acquistarono l'esclusiva del commercio dell'a., che rivendevano ai politori di Bruges (dove la prima officina per la politura fu aperta nel 1302), di Lubecca e di Danzica, città questa dove si producevano soprattutto rosari. Nel 1525, in seguito alla soppressione dell'Ordine teutonico, il monopolio passò al duca Alberto di Prussia che lo amministrò in collaborazione con gli anseatici tedeschi.
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