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BINDA, Ambrogio

di Mauro Gobbini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)
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BINDA, Ambrogio

Mauro Gobbini

Nato a Milano il 15 febbr. 1811 da Gaetano e da Teresa Aspersioni, e rimasto ben presto orfano, fu preso sotto tutela da uno zio farmacista a Gallarate. Nell'estate dell'anno 1818, con il consenso dello zio, il B. si impiegò a Milano presso la fabbrica di passamanerie Vigoni. Nel 1829 acquistò due vecchi telai con venti svanziche (circa lire 16,60; somma equivalente al salario di circa dieci giornate lavorative) e iniziò l'attività in proprio, producendo per la Casa Cesati pezze per la fattura dei bottoni. Nel 1833 sposava Angela Grugnola, dalla quale ebbe tre figli: Carlo, che si interessò all'industria cartaria, e seguì il padre a Vienna nel 1857 per accelerare le pratiche della costruzione della cartiera di Conca Fallata; Cesare, che si interessò all'industria dei bottoni; Girolamo, morto ancor giovane.

L'intensa attività artigianale del B., unita ad evidenti capacità tecniche e commerciali, gli permise di ingrandire la manifattura, spostandosi nel 1842 dal coperto dei Figini al corso S. Celso, pur continuando a mantenere l'unità abitazione-fabbrica; cinque anni dopo poteva acquistare una vasta area edificabile, a Porta Romana, per la nuova sede. Negli stessi anni il B. iniziava la produzione di bottoni di metallo e di ottone dorato in concorrenza con i fabbricanti di Prussia e di Francia; ma il fallimento del tentativo di esportare in America, e le difficoltà commerciali conseguenti ai rivolgimenti del 1848-1849 nel Lombardo-Veneto e in tutta l'Europa, lo portarono sull'orlo della bancarotta. Ripresosi però ben presto dalla congiuntura, e ultimata la costruzione della nuova sede della fabbrica di bottoni in corso di Porta Romana, il B. poté allargare ancora la sua attività. Nel 1855 rilevava la fabbrica di pettini di Giovanni Rautter, ma, in seguito a violente e frequenti agitazioni degli operai, preferì chiudere. Tuttavia, per recuperare l'investimento effettuato di recente e le spese incontrate nell'acquisto di nuove macchine per la lavorazione dei pettini, il B. dapprima commissionò lavoro a domicilio ai suoi ex dipendenti, poi favorì tra loro la costituzione della Società dei lavoranti pettinai vendendo loro i macchinari.

Sempre nel 1855 il B. pose le basi per quella che fu poi la maggiore attività sua e dei suoi eredi: l'industria cartaria. L'8 novembre infatti costituì, assieme ai due figli rimastigli e a venti soci, una società in accomandita (capitale iniziale di 500.000 lire in cinquanta azioni) per "la fabbricazione privilegiata di cartoni vegeto-minerali e di carta d'ogni genere", un tipo di carta gelatinosa introdotta dal B. per primo in Italia con la patente 1º ag. 1855. Poiché il governo di Vienna esitava a dare i relativi permessi, in base all'indirizzo politico di non favorire lo sviluppo industriale dei territori periferici, i lavori per la cartiera cominciarono solo nel 1857, lo stesso anno in cui, ma con effetto retroattivo, veniva registrata la società. Quando finalmente, circa due anni dopo, essa cominciò a produrre, il B. ottenne dai soci condizioni di favore, per l'introduzione di procedimenti di fabbricazione della carta di legno ancora poco noti in Italia, dove la carta era prodotta soprattutto da stracci. Grazie a questi procedimenti, e alle prestazioni inizialmente gratuite degli impiegati, e forse degli operai della fabbrica dei bottoni ai quali venne promessa l'assunzione nella cartiera a fine esercizio annuale, la nuova attività del B. ebbe una rapida espansione, favorita subito dopo il 1859 dalla enorme fioritura di giornali e riviste in Italia.

La cartiera di Conca Fallata sul Naviglio pavese divenne ben presto un piccolo centro alla periferia di Milano: il B. ebbe cura di costruire case, negozi e altri servizi civili per i suoi dipendenti. Nel 1869 il villaggio attorno alla cartiera contava, secondo il Lessona, mille abitanti. La nascita e lo sviluppo del piccolo centro intorno alla cartiera documenta, oltre che la intraprendenza commerciale del B., anche quel risveglio di attività industriali, nella seconda metà del secolo scorso, legate ad uno spirito nuovo, che concepisce la fabbrica anche dal punto di vista sociale, come impresa cioè che include nella sua organizzazione iniziative assistenziali tali da assicurare l'ordine e l'efficienza degli operai.

Nel 1868 il B., con un milione ottenuto a prestito, aveva rilevato la cartiera di Vaprio sull'Adda. Tre anni dopo, il mattino del 15 luglio 1871, un incendio distrusse quasi interamente la cartiera sul Naviglio; i danni furono di due milioni, e settecento operai rimasero disoccupati. La disgrazia, anche se non rallentò l'attività della ditta, dovette pesare sulla fibra del B., che morì il 3 apr. 1874.

Il B. era stato consigliere della camera di commercio di Milano (sezione industria) dal 1859 al '62 e dal '67 al '70. Nel 1856, alla Mostra universale di oggetti domestici di Bruxelles, aveva esposto la sua produzione di bottoni, e più tardi aveva partecipato alle Mostre universali di Parigi e di Milano, esponendo vari tipi di carta.

Fonti e Bibl.: Milano, Arch. storico della Camera di Commercio,Notifiche Generali, Documenti dimessi, n. 2407, protoc. gen. n. 1654 (è un gruppo di documenti relativi alla ditta). Si distinguono gli scritti che, seppure partendo da notizie esatte, hanno intento celebrativo, e quelli che documentano, più o meno ampiamente, il suo apporto all'industria, soprattutto cartaria. Tra il primo gruppo è da porre: M. Lessona,Volere è potere, Firenze 1869; A. Alfani,Battaglie e vittorie,nuovi esempi di Volere è Potere, Firenze 1890; A. Caprari, A. B.: racconto ad uso di lettura nelle scuole primarie, Parma 1874; F. Ravizza, A. B. nei suoi tempi e oggidì, in L. Diotallevi,Catalogo della biblioteca A. B. della Famiglia Meneghina, Milano 1955, pp. IX-LIX. Per l'attività industriale, si veda inoltre: R. Tremelloni,Storia dell'industria italiana contemporanea, Torino 1947, pp. 202 s.; A. Fossati,Lavoro e produzione in Italia dalla metà del sec. XVIII alla seconda guerra mondiale, Torino 1951, p. 257; G. Are,Il problema dello sviluppo industriale nell'età della destra, Pisa 1965, pp. 292 s., oltre alle pp. 339-348 del Lessona, e 148 ss. dell'Alfani.

Vedi anche
industria In senso generico, l’attività umana diretta alla produzione di beni e servizi, anche nelle sue forme più semplici e non organizzate. In senso specifico, ogni attività produttiva del settore secondario (diversa quindi dalla produzione agricola o settore primario, e dalle attività commerciali e di servizi, ... produzione L’insieme delle operazioni, semplici o complesse, attraverso le quali si produce un bene trasformando altri beni. Costo di p. Le spese sopportate per produrre, cioè il complesso dei beni e servizi che viene consumato per produrre altri beni o servizi (➔ costo). Fattore, mezzo o agente di p. Ogni bene ... legno La parte solida e compatta del tronco, dei rami e delle radici degli alberi. 1. Struttura Tessuto tipico delle piante vascolari, il legno è costituito da lunghe cellule disposte in fasci longitudinali (elementi vasali), a cui si accompagnano elementi accessori, quali cellule parenchimatiche e fibre ... Vienna (ted. Wien) Città dell’Austria (1.678.600 ab. nel 2008; 2.000.000 ab. nel 2009, considerando l’intera agglomerazione urbana), capitale dello Stato e del territorio autonomo omonimo. Sorge all’estremità settentrionale del Wiener Becken, nel punto in cui questo maggiormente si incunea tra la Selva Viennese ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Industria
Altri risultati per BINDA, Ambrogio
  • Binda, Ambrogio
    Enciclopedia on line
    Industriale (Milano 1811 - ivi 1874); è uno dei creatori dell'industria moderna della carta in Italia, con le cartiere di Conca Fallata (1857) e di Vaprio d'Adda. Diede anche impulso all'industria dei bottoni.
  • BINDA, Ambrogio
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Industriale, nato a Milano nel 1811, morto nel 1874. Ingegno pronto, osservatore acuto, munito di una volontà ferrea, tra difficoltà non comuni, seppe creare e sviluppare meravigliosamente l'industria dei bottoni, che insieme con quella della carta s'identificano in Italia nel nome di lui. Ceduta ai ...
Vocabolario
binda²
binda2 binda2 s. f. [dal ted. ant. winde «argano»]. – Macchina da sollevamento del tipo del martinetto, in genere di piccola mole e azionata a mano, atta a innalzare carichi, anche rilevanti, a piccola altezza; è una binda, per es., il...
binda¹
binda1 binda1 s. f. – Variante ant. di benda. Sopravvive, spec. nei dim. bindella e bindello, col sign. di striscia metallica, lamina.
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