BUONVICINO (Bonvicino), Ambrogio
Figlio di Iacopo, nacque a Milano nel 1552 circa; fu detto anche "Malvicino", forse a causa del suo carattere che, come ricordano i documenti, lo portò spesso a violente liti con i compagni. Allievodi Prospero Antichi, amico di F. Zuccari e C. Roncalli, fu stuccatore e scultore in quel gruppo di artisti lombardi attivi a Roma sulla fine del XVI e l'inizio del XVII sec., e in questo gruppo egli ebbe anche posizione di rilievo dato che vi accoglieva giovani allievi (Durini, p. 101). È ricordato per la prima volta nel 1581, mentre lavorava nel palazzo del Collegio Romano, per un'"arme" in stucco, tecnica che non abbandonerà neanche quando sarà scultore affermato (Bertolotti, I, p. 215). Fu socio della consorteria artistica del Pantheon e membro della Accademia di S. Luca già nel 1596 (Missirini, p. 70).
Dalla vita che ne scrisse il Baglione e dai documenti pubblicati dal Bertolotti si può ricostruire l'attività che il B. svolse nelle principali chiese romane, specie come scultore di Paolo V; ma le numerose opere citate non sempre sono rintracciabili e sono di livello qualitativo ineguale. Per S. Pietro, con R. Bascapé, S. Zuccari e Rocco Solaro, lavorò alle decorazioni delle volte ed eseguì gli Angeli in bronzo che reggevano il baldacchino di stoffa dell'altare maggiore. Delle sue numerose opere per la basilica, che spesso venivano tradotte in bronzo ma erano anche in stucco e marmo, restano una Saggezza sul terzo arco a sinistra nella navata centrale, S.Pietro e S.Paolo in bronzo nelle nicchie della Confessione e il bassorilievo (firmato) con la Consegna delle chiavi, sulla facciata della basilica. Il Riccoboni (p. 125) attribuisce al B. anche i due Angeli sul portone di bronzo che porta ai palazzi vaticani dove egli, secondo i documenti, avrebbe lavorato. Per S. Giovanni in Laterano eseguì nel 1597 gli Angeli in bronzo e porfido, sotto il ciborio dell'Olivieri, che, "discendenti dal manierismo lombardo del Fontana, divennero a Roma, come altri da lui eseguiti, modello per molti scultori del primo Seicento" (V. Martinelli, F.Mochi..., in Commentari, II[1951] p. 255); nel 1597-98, i busti di Davide ed Ezechiele in due medaglioni sotto l'organo (sue prime opere in marmo: Bertolotti, I, p. 215 s.; II, p. 105); dal '97 al '99 i due Angeli ai lati del rilievo in argento della Cena di Curzio Vanni (oggi copia) sull'altare del Sacramento; sempre nel '99, vari modelli di creta e nel 1601 l'Angelo ad altorilievo in una delle nove edicole di Giacomo Della Porta (Durini). Secondo il Baglione e F. Martinelli, il modello della statua in bronzo di S.Giovanni Evangelista, nella cappella del Santo nel battistero lateranense, iniziato da T. Landino, era stato terminato dal B.: il Titi l'assegna invece a G. B. Della Porta (cfr. Corbo). Sempre il Bertolotti (II, pp. 107 s.) cita i documenti dove dal 1606 il B. è nominato per lavori nella basilica di S. Maria Maggiore: modellò duecento medaglie da porsi nelle fondamenta della cappella del Sacramento e l'Angelo di sinistra ai lati dello stemma di Paolo V, sopra l'iscrizione sulla facciata della sagrestia. Per la cappella Paolina della stessa chiesa eseguì poi molte figure in stucco, piccole e grandi, tra cui anche due Angeli grandi in stucco sopra gli arconi e quattro Angeli in piedi, sempre in stucco, alla base dei peducci della cupola (pagamenti nel 1611-12: Dorati, pp. 248 s.). Il B., a proposito di questi angeli, avrebbe avuto una bega di cui tentò di approfittare suo genero, lo scultore D. Lupo (cfr. Durini, pp. 102 s., che però non cita i documenti relativi); la regolare assunzione del B. alla basilica sarebbe stata ritardata a causa della modernità della loro fattura. Sempre nella cappella Paolina sono realizzati dal B. la statua di S.Giuseppe (pagamento finale, 1612: Dorati, p. 244, n. 51) nella nicchia accanto all'altare e i due bassorilievi con l'Occupazione di Ferrara (pagamento finale, 1612: ibid., n. 52) per il sepolcro di Clemente VIII, e con la Fortificazione di Ferrara (pagamento finale, 1614: ibid., pp. 255 s.) per il sepolcro di Paolo V, nei quali l'abilità tecnica e la capacità di muovere i personaggi in ardite prospettive sono volte ad ottenere effetti più scenografici che monumentali (Cicognara).
Delle opere citate nei documenti del Bertolotti o nelle antiche guide, restano ancora due Angeli in stucco in S. Maria dei Monti; la statua seduta di Urbano VII sulla sua tomba in S. Maria sopra Minerva, dove è anche un piccolo S.Giovanni Battista nella cappella del Salvatore (forse 1603) e due Angeli in marmo sul timpano dell'altare della cappella Aldobrandini (1605); in S. Andrea della Valle, il S. Giovanni Evangelista in marmo nella cappella Barberini.
Il B. morì a Roma nel luglio del 1622 (Baglione, p. 171).
La notorietà dell'artista è dovuta soprattutto ai suoi angeli: i primi ancora freddi e conformisti, poi via via sempre più mossi e tecnicamente raffinati, benché legati al tardo manierismo; nei più tardi infine il talento del B., diventato maturo anche a contatto con l'arte romana, raggiunge effetti decisamente prebarocchi.
Fonti e Bibl.: Nel Fondo Notai Capitolini dell'Arch. di Stato di Roma il B. compare numerose volte ma, per quello che è stato possibile controllare, in obbligazioni non particolarmente interessanti: Officio 19, vol. 18 (1588), c. 296; vol. 20 (1589), c. 188 (risulta avere per moglie Settimia Boni); vol. 98 (1615), cc. 9, 49, 216; vol. 99 (1616), cc. 291, 355; vol. 101 (1616), c. 625; vol. 107 (1618), c. 516; vol. 110 (1619), c. 747; vol. 123 (gennaio 1622), cc. 49, 51; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma nei secc. XV-XVI-XVII, Milano 1881, I, pp. 215-19, 224; II, pp. 103, 105-rio; G. Baglione, Vite de' pittori, scultori ed architetti, Roma 1642, pp. 170 s.; F. Martinelli, Roma ornata..., a cura di C. D'Onofrio, Firenze 1969, pp. 15, 53, 63, 65, 69, 105, 106, 109, 123, 152, 243; F. Titi, Descrizione delle pitture… di Roma, Roma 1763, pp. 4, 145, 211; M. Missirini, Mem. per servire alla storia della Romana Accad. di San Luca, Roma 1823, p. 70; L. Cicognara, Storia della scultura, Prato 1824, VI, pp. 101 s.; A. Riccoboni, Roma nell'arte. La scultura..., Roma 1942, ad Indicem; A.De Rinaldis, L'arte in Roma dal Seicento al Novecento, Roma 1948, pp. 9, 72 s., 75, 1988; E. Durini, A. B.: per la scultura lombarda dell'ultimo Cinquecento in Roma, in Arte lombarda, III (1958), n. 2, pp. 99-104; M. C. Dorati, Gli scultori della cappella Paolina di S. Maria Maggiore, in Commentari, XVIII (1967), pp. 231-260 (passim); A. M.Corbo, La cappella di S. Giovanni Evangelista nel battistero lateranense,ibid., XXI (1970), p. 140; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 235; Encicl. Ital., VIII, p. 122.