CAMPIGLIO, Ambrogio
Nato a Josephstadt (l'odierna Jaromĕr̆), in Boemia, il 3 sett. 1842, da Gaetano e da Teresa Reising, si laureò giovanissimo in ingegneria presso il politecnico di Milano.
Iniziò la propria carriera nel campo dell'idraulica, partecipando alla costruzione del canale Cavour (1863-66), che con un percorso di oltre 80 km irriga con le acque del Po i territori di Vercelli, di Novara e della Lomellina, nonché agli studi del canale Villoresi (poi costruito nel 1886), che conduce le acque del Ticino fino all'Adda utilizzandole a scopi irrigui ed industriali nella pianura milanese.
Verso il 1870 il C. passò al settore dei trasporti ferroviari, distinguendosi non soltanto come uomo di iniziative e d'azione, ma anche come uomo di studi tecnici e tecnico-economici, al quali dedicò tutta la sua lunga ed operosa esistenza. Dopo alcuni progetti, con Comelli e Pessina, di ferrovie tra Milano e Saronno, il C., nel 1874, compilò con l'ing. E. Bianchi un progetto per la costruzione e l'esercizio di una linea ferroviaria a scartamento normale da Milano a Saronno, ben presto realizzata e inaugurata il 22 marzo del 1879.
Il tronco era concepito quale parte di una linea internazionale Milano-Saronno-Malnate-Mendrisio destinata a collegare molti centri lombardi con il Gottardo. La linea rimase però limitata al tratto Milano-Saronno, perdendo il suo carattere internazionale, ma divenendo peraltro, con la ferrovia Milano-Erba, il primo nucleo di quell'importante sistema di ferrovie locali lombarde che poi doveva distinguersi con il nome, che ancor oggi conserva, di Nord-Milano.
Fermo assertore, con il belga A. Vaucamps, dei nuovi metodi di esercizio ferroviario, il C. seppe suscitare, per le ferrovie Nord-Milano, delle quali per alcuni anni fu direttore, nuovo traffico, perfezionando man mano il servizio e ammodernando i metodi e i mezzi d'esercizio.
A testimonianza delle ricerche tecniche del C. rimane l'opera La trazione elettrica sulle ferrovie, stampata a Milano, nel 1904, oltre a numerosi articoli su riviste tecniche. Specializzatosi particolarmente nel settore dell'esercizio di linee secondarie, per le quali suggerì a più riprese l'adozione di provvedimenti tecnici, tributari e giuridici, fu anche presidente dell'Unione delle ferrovie di interesse locale.
Per quanto concerne il controllo dello Stato sulle società ferroviarie, sostenne che l'industria ferroviaria aveva bisogno, per vivere, di potersi sviluppare con la maggiore libertà d'azione, senza inutili pastoie burocratiche e con ogni agevolazione possibile; la vigilanza dello Stato sulla costruzione e l'esercizio delle ferrovie concesse all'industria privata doveva essere, secondo il C., ridotta al minimo indispensabile, ma lo Stato doveva dettare precise norme per quanto riguardava la costituzione dei fondi di rinnovamento, al fine di evitare che la società esercente, onde poter dare dividendi agli azionisti, trascurasse di provvedere agli ammortamenti necessari per il rinnovo dell'armamento e del materiale rotabile. Si consulti a questo proposito l'opera Sulcontrollo dello Stato nelle società ferroviarie, Roma 1912.
Nel congresso del 1912 di Cristiania (od. Oslo) dell'Unione internazionale delle tramvie e ferrovie di interesse locale e successivamente nel XIII Congresso annuale del Collegio nazionale degli ingegneri ferroviari italiani, tenutosi a Perugia nel 1914, il C. trattò dello scambio delle merci tra le ferrovie statali e quelle concesse a privati, in servizio cumulativo (con passaggio dei carri da una rete all'altra) e in servizio di corrispondenza (con trasbordo delle merci dai carri di una rete a quelli dell'altra); espose al riguardo i vari sistemi, svolgendone un'analisi critica e curando in particolare il servizio cumulativo. Il C. espose il suo pensiero al riguardo nell'opera Sui rapporti fra le Ferrovie dello Stato e le ferrovie concesse all'industria privata pel trasporto delle merci in servizio cumulativo e di corrispondenza, Roma 1914.
Autore di numerosi studi di vario contenuto, su diverse riviste, il C. trattò particolarmente, ed a più riprese, la questione del coefficiente d'esercizio (rapporto tra le spese e gli introiti di esercizio) delle linee secondarie italiane e del loro reddito presumibile. Si deve in particolare al C. una formula base pratica e di semplice calcolo per la determinazione teorica del coefficiente d'esercizio delle ferrovie secondarie a scartamento normale, con elementi correttivi sia per tener conto di altri particolari fattori sia per poter applicare la formula anche alle ferrovie a scartamento ridotto e alle tramvie.
Il C. non si limitò soltanto a collaborare alla stampa tecnica, ma fondò, nel 1909, e diresse la Rivista dei trasporti, organo ufficiale della Federazione dei trasporti di cui era presidente. In questa rivista egli trattò anche molti problemi inerenti ai nascenti trasporti automobilistici, scrivendo, tra l'altro, sulle sospensioni elastiche degli autoveicoli, sulla regolazione della circolazione stradale, sui servizi pubblici automobilistici, sulla prevenzione degli incidenti stradali.
Il C. fu poi chiamato, sin dalla sua prima costituzione, a far parte della presidenza del Collegio nazionale degli ingegneri ferroviari italiani (C.N.I.F.I.) e del comitato di redazione della Rivista tecnica delle Ferrovie italiane, suo organo ufficiale.
Dal predetto Collegio il C. fu nominato presidente del concorso internazionale, tenutosi a Milano dal 1909 al 1911, per l'agganciamento automatico dei veicoli ferroviari (cfr. C.N.I.F.I., L'agganciamento automatico dei veicoli ferroviari. Concorso internazionale del 1909. Atti della giuria, Roma 1911, pp. 2-4) e successivamente presidente del concorso internazionale per gli apparecchi di freno, riscaldamento, ecc., dei veicoli ferroviari. La sopravvenuta prima guerra mondiale e, successivamente, la morte, che lo colse a Milano il 5 aprile 1918, interruppero però questa sua ultima fatica.
Bibl.: Necrologi, in Rivista dei trasporti, X (1918), aprile, pp. 25-26; giugno, pp. 41-44; Rivista tecnica delle Ferr. ital., VII (1918), giugno, pp. 241-242; Storia di Milano, XVI, Milano 1962, p. 1057; B. Massi, Ferrovie Nord-Milano 1879-1954, in Trasporti pubblici, XI (1954), p. 1669.