BERTONI, Ambrogio Luigi Giacinto (Luigi)
Nato a Milano il 6 febbr. 1872 da Giuseppe e da Carolina Dominioni, trascorse a Como la prima giovinezza. Di famiglia repubblicana ed anticiericale (il padre, mazziniano, era originario di Lottigna nel Canton Ticino), studiò da autodidatta, formandosi una discreta cultura. Imparò il mestiere di tipografo, e nel 1890, in Svizzera, sua patria d'elezione, partecipò ai moti liberali del Ticinese. Lavoratore in una tipografia di Ginevra, residente in un quartiere operaio e di immigrati, aderì agli ideali anarchici dei quali fu alfiere per tutta la sua intensa.vita militante.
Già collaboratore di varie testate anarchiche e noto conferenziere, nel 1900 iniziò a pubblicare il quindicinale Il Risveglio-Le Réveil, bilingue, che per quasi mezzo secolo fu la voce più autorevóle dell'anarchismo svizzero ed un essenziale punto di riferimento di quello europeo. Dal 7 luglio 1900 (uscita del primo numero) la storia dei B. è inseparabile da quella della sua creatura.
Il giornale nacque come Il Risveglio socialista anarchico, per divenire dal 1913 Il Risveglio comunista anarchico ed infine, dal 1926, Il Risveglio anarchico.
Fin dall'inizio il giornale costitui un trait d'union fra la tradizione libertaria elvetica e l'immigrazione dei lavoratori italiani: il corpo redazionale era infatti formato da emigrati (Barchiesi, Basadonna, Lacchini, Samaja, Cavalazzi) e da militanti svizzeri quali jacques Gross, Jean Wintsch, Eugène Steiger e soprattutto Georges Herzig. Il giornale, che nasceva col duplice scopo di facilitare la penetrazione dell'anarchismo in Italia e di fornire un collegamento fra i lavoratori anarchici d'Europa, si ispirava alla tradizione di Bakunin, Schwitzguebe 1, Guillaume, Reclus, Kropotkin, e in tutta la sua vita modulò con duttilità e coerenza l'adesione a quella tradizione con un'attiva partecipazione agli eventi politici europei.
Ben lontana da quella della tradizionale figura dell'anarchico romantico, tutta la vita del B. sarebbe stata caratterizzata da una milizia politica umile e disciplinatissima, fondata su un sistematico lavoro tipografico e redazionale che ebbe anche il risultato, in un lungo periodo, di allargare la tradizionale area d'ascolto degli anarchici in seno al movimento operaio. E proprio inquesta sistematicità (interrotta solo da alcune condanne a pene detentive nel 1902 e 1906 per reati di stampa e da un'imputazione per fatti di terrorismo durante la prima guerra mondiale, dalla quale fu prosciolto) va ricercato il suo originale contributo al movimento libertario. Tra il 1908 e il 1915 si registrano sue collaborazioni ai periodici anarchici La Demolizione di Milano, Germinal e Volontà, entrambi di Ancona.
Non contrario in via di principio all'organizzazione anarchica ed alla partecipazione al lavoro sindacale, Il Risveglio fu attivo e presente nel movimento operaio svizzero (proprio a seguito di alcuni articoli sullo sciopero generale dell'ottobre 1902 il B. subì la prima condanna). Sul piano politico e teorico scese in polemica sia con l'anarcosindacalismo sia con i socialisti dell'Avvenire del lavoratore, diretto da G. M. Serrati, il quale mostrò peraltro di tenere sempre il B. in alta considerazione.
Con il profilarsi del conflitto mondiale, Il Risveglio prese posizione per il boicottaggio della corsa agli armamenti e per lo sciopero generale contro la guerra, in polemica anche con le posizioni di coloro (Kropotkin, ad esempio) che sostenevano la necessità dell'intervento anarchico a fianco dell'alleanza contro il dispotismo germanico. Con la generale repressione dei movimenti antirnilitaristi da parte dei paesi belligeranti, Il Risveglio rimase un essenziale punto di riferimento del movimento anarchico europeo. Rispetto alla rivoluzione russa, il giornale, dapprima critico, divenne presto ostile all'esperienza sovietica ed apri una polemica contro la corrente degli anarchici "terzinternazionalisti" sostenitori di un "fronte unico rivoluzionario".
Negli anni Venti, pur accentuando l'impegno antifascista, Il Risveglio si mostrò sempre scettico sulla possibilità dell'attività unitaria quale, ad esempio, venne proposta dai socialisti italiani agli anarchici, ai repubblicani ed ai comunisti nel 1926.
Attento alle vicissitudini spagnole fin dalla caduta della monarchia (1931), col colpo militare del 19 luglio 1936, il B. si sentì direttamente impegnato nel processo rivoluzionario (nell'ottobre 1936 fu a Barcellona per l'adunata mondiale in solidarietà con la repubblica), ed il giornale ne seguì passo passo tutte le vicende fornendo anche reportages di prima mano di due corrispondenti al fronte. Particolarmente vivaci in questo periodo le polemiche con lo stalinismo e la politica dei comunisti (soprattutto dopo la morte di C. Bernerì) e le discussioni con i "puris che vedevano di mal occhio la partecipazione anarchica al governo della Catalogna.
L'ultimo numero della serie ordinaria del Risveglio (il 1054) uscì il 24 ag. 1940: con la guerra, un decreto del Consiglio federale ne aveva ordinato la chiusura. li B. ed i suoi compagni continuarono comunque a pubblicare clandestinamente e con la stessa periodicità il giornale con la dicitura "Quelque part en Suisse", fino alla morte del B. avvenuta a Ginevra il 19 genn. 1947.
Fonti e Bibl.: L. B. Un uomo nella mischia sociale, Bologna 1947 (versione italiana di due opuscoli editi in Svizzera per il settantennio dei B. e in mortem); A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (1898-1945), Napoli 1954, pp. 91, 120, 201; Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano, Bibliografia del socialiww…, I (Periodici), 1-2, Roma-Torino 1956, ad Indicem; II (Libri A-D), ibid. 1962, ad nomen; M. Nettlau, Breve storia dell'anarchismo, Cesena 1964, pp. 234 ss.; R. De Felice, Mussolini il rivoluzionario 1883-1920, Torino 1965, ad Indicem; E. Santarelli, Il socialismo anarchico in Italia, Milano 1973, pp. 186, 188; L. Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, I, 1-2, Firenze 1975-1976, ad Indicem (in particolare, le pp. 242-253 del II tomo contengono una diffusa analisi del Risveglio, indicazioni sulla reperibilità del giornale e un'ulteriore bibliografia sul B.); Il movim. operaio ital. Diz. biogr, I, Roma 1976, ad vocem; I. Rossi, La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Pistoia 1981, ad Indicem; P. C. Masini, Storia degli anarchici nell'epoca degli attentati, Milano 1981, ad Indicem; A. Dadà, Lanarchismo in Italia: fra movimento e partito, Milano 1984, ad Indicem.