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Ambrogio

Dizionario di filosofia (2009)
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Ambrogio


Dottore della Chiesa (Treviri 333 o 340-Milano 397), santo. Rimasto orfano del padre, che a Treviri era forse prefetto al pretorio, si recò a Roma con la madre, la sorella Marcellina (monaca nel 353 o 354) e il fratello Satiro (m. 378). Protetto da Sesto Petronio Probo, prefetto al pretorio, divenne (370 ca.) consularis dell’Emilia e della Liguria, con residenza a Milano. Morto il vescovo Aussenzio, ariano, A., ancora catecumeno, fu proclamato vescovo e in pochi giorni ebbe il battesimo e la consacrazione (7 dic. 374). Iniziò quindi la preparazione teologica e compose dapprima scritti esegetici e in lode della verginità.

I rapporti con il potere imperiale

Divenuto influente, persuase l’imperatore Graziano a riprendere la legislazione antipagana e a ordinare (382) la rimozione della statua della Vittoria dalla curia del senato, provvedimento che provocò accese proteste e una vivace polemica fra A. e Simmaco. In quella occasione A. richiamò ai suoi doveri di cristiano l’imperatore (Valentiniano II, succeduto a Graziano), che egli riteneva posto ‘nella Chiesa’, non ‘al di sopra’ di essa. Valentiniano e la madre Giustina gli dovevano gratitudine per la missione (inverno 383-384) in Gallia presso l’usurpatore Massimo, che si astenne per il momento dall’attaccare l’Italia. Una seconda missione (385) fallì. Ma già redigendo il De fide (378-380) per Graziano e nel concilio di Aquileia (381), A. s’era fatto difensore dell’ortodossia contro gli ariani. Questi erano favoriti da Giustina, la quale ingiunse ad A. di cedere loro una chiesa; A. resistette (385), ma il conflitto si fece più aspro l’anno dopo, quando, venuto a Milano un vescovo eretico, anch’egli di nome Aussenzio, A. per non cederla al nuovo venuto fece occupare la basilica Porzia dalla folla, la quale ravvivata nella sua fede e dal canto liturgico, insegnato da A., sostenne un vero assedio, finché la corte dovette cedere. Poco dopo (Pasqua, 387) battezzò s. Agostino. La medesima fermezza mostrò verso Teodosio, quando questi ordinò la ricostruzione, a spese del vescovo, della sinagoga di Callinico distrutta dai cristiani, e, soprattutto, in occasione della feroce repressione d’una sedizione, ordinata da Teodosio a Tessalonica (390): gli episodi, anche se spogliati degli abbellimenti leggendari, sono significativa applicazione del principio sopra ricordato (che passò al Medioevo) secondo il quale l’imperatore era ‘nella Chiesa’, non ‘al di sopra’. A. è una delle massime figure di vescovo del sec. 4°.

L’opera e il pensiero

Teologo poco originale, tributario dei Greci (specialmente dei grandi Cappadoci), ma coniatore efficace di formule largamente accolte, diede ottima prova nel governo ecclesiastico: avversario di eretici (anche i manichei, Gioviniano e Apollinare di Laodicea) e dissidenti (l’antipapa Ursino; meno felice fu A. nei rapporti con Costantinopoli e Antiochia, osteggiando Nettario e Melezio), e difensore del primato romano (Ubi Petrus ibi Ecclesia); ritrovatore di reliquie (dei santi Gervasio e Protasio a Milano, di Vitale e Agricola a Bologna, e di Nazario e Celso a Milano); guida autorevole dell’episcopato dell’Italia settentrionale; moralista esaltatore della castità, della carità e della giustizia; regolarizzatore della liturgia, anche nel canto, e autore di inni (autentici, circa una dozzina, in strofe di quattro versi in dimetri giambici) che sono uno dei suoi titoli alla fama letteraria, da lui meritata anche come oratore efficacissimo. Dei trattati esegetici, in cui impiegò largamente l’allegorismo, il più noto è l’Hexaëmeron (sui 6 giorni della creazione); tra i morali, il De officiis ministrorum, ricalcato sul De officiis ciceroniano, è il primo tentativo di sintesi dell’etica cristiana. Importanti, come documenti storici, le lettere.

Ambrogio nell’iconografia

A., effigiato come vescovo, ha per attributi: il libro, perché dottore della Chiesa (rilievo in stucco dell’11° sec. nella Basilica ambrosiana a Milano); l’alveare, simbolo di eloquenza e allusivo alla leggenda che le api iniettassero il miele ad A. bambino, senza pungerlo (paliotto d’oro nella stessa Basilica ambrosiana, del 9° sec.); il flagello, allusivo alla penitenza imposta a Teodosio. La più antica effigie del Santo – senza nimbo e senza attributi – è quella, in mosaico, nella cappella dei santi Vittore e Satiro della Basilica ambrosiana, attribuita al sec. 5°.

Biografia

Vedi anche
Teodòsio I imperatore detto il Grande Teodòsio I (lat. Theodosius) imperatore detto il Grande. - Imperatore romano (Cauca, Spagna, forse 347 - Milano 395). Magister militum di Graziano, Augusto d'Oriente (379) dopo la vittoria contro i Sarmati in Pannonia (378), combatté i Goti e poi i Visigoti di Fritigerno, che con il trattato di Costantinopoli ... santa Marcellina Sorella di s. Ambrogio (n. forse Treviri 330 circa - m. Milano 398). Nel Natale del 353 fece voto di verginità e prese il velo a Roma dalle mani di papa Liberio. S. Ambrogio le dedicò il De virginitate. Fu sepolta nella cripta della basilica di S. Ambrogio vicino al fratello. Festa, 17 luglio. Aussènzio Aussènzio ‹-z-› (gr. Αὐξήντιος, lat. Auxentius). - Vescovo ariano di Milano (n. in Cappadocia - m. Milano 374), chiamato dall'imperatore Costanzo a sostituire a Milano il cattolico Dionisio (355); nonostante la viva opposizione cattolica e le condanne conciliari (Rimini 359, Roma 372), grazie al favore ... mosaico arte Tecnica decorativa con la quale, per mezzo di frammenti (ordinariamente piccoli cubi, detti tessere musive) di pietre naturali, di terracotta o di paste vitree, bianche, nere o colorate, applicati su una superficie solida con un cemento o con un mastice, viene riprodotto un determinato disegno. ...
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  • SESTO PETRONIO PROBO
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Altri risultati per Ambrogio
  • Ambrògio da Milano
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    Nome con cui è noto lo scultore e architetto Ambrogio d'Antonio Barocci (nato a Milano nella seconda metà del sec. 15º, morto a Urbino). Robusto e insieme elegante scultore, A. raccoglie svariati elementi della tradizione toscana e di quella lombarda. Gli appartengono le decorazioni degli stipiti per ...
  • Ambrogio, santo
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    Ugolino Nicolini Vescovo di Milano (339 ca.-397), dottore della Chiesa latina. L'esegesi dantesca è tuttora impegnata nell'identificazione del passo di Pd X 118-120 Ne l'altra piccioletta luce ride / quello avvocato de' tempi cristiani / del cui latino Augustin si provide, col quale s. Tommaso d'Aquino ...
  • AMELLI, Ambrogio Maria
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    Morto a Montecassino il 25 agosto 1933.
  • AMBROGIO da Milano
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    Ambrogio di Antonio Barocci da Milano, detto anche da Urbino, scultore e architetto, fiorì tra la fine del '400 e il principio del '500. Nel 1470, e più tardi nel 1507, eseguiva decorazioni di stipiti per le chiese di S. Michele e S. Salvatore a Venezia. Nel 1472 era ad Urbino, e su disegno del Laurana ...
Vocabolario
brògio
brogio brògio agg. e s. m. [da Brogio, aferesi del nome di persona Ambrogio], fam., non com. – Balordo, sciocco: bravo brogio!
felix culpa
felix culpa 〈fèliks ...〉 (lat. «colpa fortunata»). – Parole di s. Ambrogio a proposito del peccato originale che si meritò d’essere riscattato dal sacrificio di Gesù; la frase è estensivamente riferita a errore che porta conseguenze non...
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