GAMBINO, Amedeo
Nacque a Palermo il 12 giugno 1895. Nella città natale frequentò le scuole medie e conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1917, dopo aver preso parte alla prima guerra mondiale.
Nel 1918, sugli Annali della R. Università di Palermo, pubblicò un articolo tratto dalla sua tesi di laurea sul classico tema paretiano della determinazione analitica della curva dei redditi e della curva dei patrimoni.
Nel 1920 iniziò a lavorare nel mondo finanziario come addetto alla direzione centrale del Credito italiano; ma il primo momento significativo della sua carriera fu la partecipazione a Berlino, tra il 1922 e il '24, alla commissione delle riparazioni, organo della Società delle Nazioni, come capo di uno degli uffici coordinati da C. Bresciani-Turroni. Nel 1925 il ministero degli Esteri italiano gli dette incarico di seguire le trattative per la costituzione della Banca nazionale di Albania, promossa anch'essa dalla Società delle Nazioni con la partecipazione di istituti bancari italiani, svizzeri, belgi e iugoslavi. Visto l'efficace lavoro da lui espletato, con il gradimento di B. Stringher, direttore generale della Banca d'Italia, fu nominato prima consigliere segretario, quindi, nel 1927, consigliere delegato di questa banca. Nel 1933 il Consiglio della Società delle Nazioni lo nominò curatore dei prestiti austriaci, ventennale (1933-53) e venticinquennale (1934-59). Negli anni successivi la partecipazione del G. ad attività operative e di studio in sede internazionale continuò a essere frequente e fattiva.
Intanto, dall'inizio degli anni Trenta, contestualmente alla brillante carriera nel mondo bancario, andava maturando anche la riflessione scientifica del G., che iniziò una proficua produzione relativa ad argomenti monetari e creditizi, interni e internazionali, verso i quali l'attività svolta faceva inclinare naturalmente i suoi interessi di studio. Tra il 1931 e il '33 uscirono quattro suoi articoli sulla Rivista bancaria e, dal 1935, cominciò a pubblicare sul Giornale degli economisti.
Il filone di studi seguito dal G. si rivolgeva principalmente alla logica interna e ai meccanismi, anche istituzionali, relativi al funzionamento degli intermediari finanziari, inseriti nelle più ampie tematiche del nesso risparmio-investimenti, della determinazione del reddito e dell'occupazione, del commercio e dei pagamenti internazionali e, in generale, dello sviluppo economico.
Nel 1937 il G. conseguì la libera docenza in economia politica e da allora tenne, a più riprese, corsi di economia monetaria e di teoria del commercio internazionale presso le Università di Roma, Firenze e Siena. A Roma fu particolarmente legato all'istituto di economia e finanza della facoltà di giurisprudenza.
In questa fase il G. si preoccupò di approfondire le teorie degli economisti classici, di aggiornarsi circa i nuovi contributi, di studiare a fondo l'economia matematica. Tra gli scritti del periodo ebbe particolare rilevanza Risparmio e consumo (in Giornale degli economisti, LIII [1938], pp. 277-295, 353-372) che, vertendo sul tema del rapporto fra riduzione dei consumi e politica autarchica del governo fascista, suscitò alcune reazioni polemiche, in particolare di C. Pagni (Risparmio, capitale, consumo, ibid., p. 553, al quale il G. replicò con le Postille al "Risparmio e consumo", ibid., pp. 738-741).
Nel 1939 il G. fu nominato direttore generale dell'Ente Finanziamenti Industriali (EFI) e fin dall'inizio si adoperò per allargarne e qualificarne l'attività quale intermediario non bancario specializzato nel credito all'industria e all'esportazione. Conclusa poi, dopo l'8 sett. 1943, l'esperienza della Banca di Albania, il G. si dedicò interamente all'EFI: nel 1949 divenne amministratore delegato e nel 1956 fu nominato vicepresidente dell'istituto - contestualmente ridenominato Efibanca -, carica che mantenne fino al 1968. Nel 1957 fu anche vicepresidente della commissione degli investimenti esteri presso la commissione italiana delle Camere di commercio internazionali; dal 1958 al '64 venne chiamato a rappresentare l'Italia quale membro effettivo del Comitato monetario della Comunità economica europea.
Parallelamente procedeva l'attività scientifica del G.: nel 1943 aveva pubblicato la sua prima monografia, La teoria degli scambi e dei pagamenti internazionali (Roma 1943), cui fecero seguito Gli ammodernamenti della teoria degli scambi internazionali (Padova 1946) e Problemi della politica creditizia (Milano 1948). Negli anni Cinquanta apparvero molti suoi articoli su numerose riviste, da Moneta e credito a Bancaria, da Rassegna economica a TheQuarterly Review, dal Giornale degli economisti a Il Risparmio, il saggio La concezione keynesiana della preferenza per la liquidità, in Studi keynesiani, a cura di C. Arena (Milano 1953), nonché i volumi Questioni di teoria e tecnica monetaria (Padova 1953) e La politica creditizia per lo sviluppo economico del Mezzogiorno (Milano 1957).
Successivamente la riflessione scientifica del G. si affinò, concentrandosi in particolare sul tema specifico della determinazione dell'accumulo (stock) di moneta e su quello dell'influenza su di essa del comportamento del pubblico; si adoperò, inoltre, affinché venisse ridimensionato il mito della discrezionalità del sistema bancario nella creazione dei depositi.
Nel 1962 pubblicò il suo volume più famoso, Economia creditizia (Torino), che rappresenta una sintesi di molteplici analisi da lui già svolte sul concetto di credito e sulla funzione dei sistemi creditizi. In esso il G. intende inserire la teoria del credito nel quadro della teoria economica generale, riprendendo ab imis alcuni tratti fondamentali delle teorie creditizie, e lasciando, tuttavia, cadere taluni presupposti abitualmente adottati nelle formulazioni delle teorie stesse; presupposti che, pur giustificati a un alto livello di astrazione, finivano per rivelarsi poi controproducenti nell'interpretazione della realtà (Papi). L'indagine del G. spazia, quindi, sulle possibilità operative del sistema creditizio; sugli effetti del credito; sulla liquidità internazionale; sull'altalena della congiuntura quale riflesso dell'altalena del credito: tappe di un cammino, che l'autore percorre approfondendo i problemi, senza congerie di citazioni e di incisi (ibid.). Economia creditizia inoltre, mette in luce la vastità della cultura economica del G., laddove numerosi appaiono i riferimenti agli esponenti della tradizione italiana, come F. Galiani e A. Genovesi, ma anche ai caposcuola del pensiero economico contemporaneo, come L. Walras, J.A. Schumpeter, J.M. Keynes, pur se, in realtà, in molti punti l'analisi del G. risulta sorprendentemente vicina a schemi di equilibrio economico non statico bensì dinamico, o di disequilibrio, solitamente utilizzati da studiosi di tutt'altra formazione abituati a valersi largamente di strumenti statistico-matematici.
Negli anni Sessanta, persuaso della necessità per gli economisti di una preparazione specialistica successiva al diploma di laurea, il G. tenne corsi avanzati di economia monetaria e creditizia presso la Scuola di sviluppo economico dell'Unioncamere e presso l'istituto per gli studi e le ricerche economiche dell'Università di Roma. Quando, nel 1968, lasciò la carica di vicepresidente dell'Efibanca, le attività di questo istituto, durante i suoi quattordici anni di vita, risultarono più che quintuplicate. Nel 1970, dopo aver ricoperto altri incarichi presso l'Associazione bancaria italiana, il ministero dell'Industria e l'Istituto centrale di statistica, il G. si ritirò definitivamente dalla professione.
Nel 1967 aveva pubblicato, in francese, Le crédit dans l'économie moderne (Paris) e nel 1969 Introduzione alla economia creditizia (Torino): con questo suo ultimo libro, nato come lavoro di sintesi a uso didattico, il G. concluse il suo percorso di studioso iniziato in una fase di prevalente teoria monetaria quantitativa e proseguito verso posizioni più articolate e di tipo non neoclassico sul rapporto risparmi-investimenti.
Il G. morì a Roma il 14 nov. 1973, dopo una lunga malattia che lo aveva costretto a sospendere qualsiasi attività.
Fonti e Bibl.: Presso la famiglia Gambino è conservata la commemorazione inedita In memoria di A. G., che contiene i contributi di: G. Carli, Il ricordo; G.U. Papi, La testimonianza; F. Caffè, Le riflessioni. Cfr. anche Il Chi è dell'economia, Roma 1972, s.v.