NAZZARI, Amedeo
NAZZARI, Amedeo (pseud. di Buffa, Amedeo)
Attore cinematografico e teatrale, nato a Cagliari il 10 dicembre 1907, morto a Roma il 5 novembre 1979. Il debutto in teatro, dopo un'attività da dilettante, avvenne nella stagione 1927-28 con il gruppo dialettale romanesco di C. Durante; in seguito, N. fece parte delle compagnie più importanti dell'epoca, recitando con G. Tumiati, A. Ninchi, T. Pavlova, M.Abba (con la quale sarà diretto da L. Pirandello) e A. G. Bragaglia, ed ebbe una sua compagnia, che fu attiva a Napoli per due mesi nel 1946.
Fu il cinema tuttavia il mezzo più congeniale a N., che s'impose subito per il suo fisico prestante e il suo volto aperto: il primo film è del 1935 (Ginevra degli Almieri), il secondo, Cavalleria (regia di G. Alessandrini), dell'anno seguente, segnò il successo definitivo dell'attore, che da quel momento interpretò una quantità di personaggi eroici, affrontati e risolti con dignità e simpatia. N. disponeva di una rara dote di credibilità nonostante situazioni e dialoghi insensati, patriottismi senza limiti, eroismi spinti oltre ogni logica. In questo senso, il suo ruolo di ''bel tenebroso'' o di ''eroe senza macchia e senza paura'' appartiene senz'altro al particolare tipo di divismo del cinema popolare italiano di quegli anni, che nell'attore richiedeva e apprezzava soprattutto le qualità morali, in grado di provocare un'investitura psicologica da parte del pubblico (rigore, malinconica affidabilità, senso di protezione).
Dopo aver praticato i vari generi cinematografici degli anni Trenta e Quaranta (si citano almeno Montevergine, 1939, di C. Campogalliani, e La cena delle beffe, 1941, di A. Blasetti), compreso il cinema cosiddetto dei ''telefoni bianchi'', cioè una commedia italiana rifatta su modesti esempi ungheresi, nei primi anni Cinquanta N. incontrò un nuovo, vivissimo successo (in coppia con Y. Sanson) nei melodrammi ipersentimentali di R. Matarazzo: Catene (1950); Tormento e I figli di nessuno (1951); Torna! (1954).
Le sue interpretazioni di alta qualità restano tuttavia quelle fornite in film di solida fattura narrativa e per registi di vaglia: Luciano Serra, pilota (1938, regia di G. Alessandrini); Il bandito (1946, di A. Lattuada); Il brigante Musolino (1950, di M. Camerini); Processo alla città (1952, di L. Zampa); fino alla sua breve partecipazione a Le notti di Cabiria (1957) di F. Fellini. Le ultime apparizioni sono state in Nina (1976) di V. Minnelli e in Melodrammore (1977) di M.Costanzo.
Bibl.: P. Pruzzo, E. Lancia, Amedeo Nazzari, Roma 1983; AA. VV., I divi, Roma-Bari 1986.