NOTHOMB, Amélie (propr. Fabienne Claire)
Scrittrice belga francofona, nata a Etterbeek (Bruxelles) il 9 luglio 1966. Amélie è il nome adottato, insieme a un luogo, Kobe (Giappone), e a una data di nascita, il 13 agosto 1967, fin dalla pubblicazione del primo romanzo Hygiène de l’assassin (1992; trad. it. Igiene dell’assassino, 1997) da una scrittrice che, pur essendo belga di nascita, vive a Parigi e ha sicuramente trovato in Francia uno straordinario successo che si è poi propagato, grazie a una sapiente esposizione mediatica, in tutto il mondo. I suoi romanzi, dal 1992 a oggi (rigorosamente uno all’anno, per la rentrée di settembre) sono tradotti in trentasette lingue.
Figlia di un diplomatico belga, N. tra il 1968 e il 1972 ha vissuto la sua prima infanzia in Giappone. Ha poi lasciato con rimpianto il Sol Levante per la Cina, dove è ambientato il suo secondo romanzo, Le sabotage amoureux (1993; trad. it. Sabotaggio d’amore, 1998), la cui protagonista, un’Amélie bambina, gioca nei giardini del Palazzo d’Inverno a Pechino. Sono seguite molte altre destinazioni tra cui New York, il Bangladesh, la Birmania. Nel 1980 la famiglia ha fatto ritorno a Bruxelles e N., completati i suoi studi con una laurea in filologia romanza, ha superato le prime prove di un’eventuale carriera di insegnante. Ma ben presto è emerso il suo originalissimo talento ed è nato il personaggio Amélie Nothomb. La scrittrice ha dichiarato più volte di aver cominciato a scrivere a 17 anni, producendo dai tre ai sette romanzi all’anno: il personaggio, indubbiamente pittoresco, ha sollevato una gran quantità di reazioni polemiche. Tuttavia i libri di N. resistono a tutte le accuse, la più dura delle quali è quella di creare un prodotto meramente commerciale, che poco avrebbe a che fare con la letteratura. Accusa che, se pare credibile per gli atteggiamenti istrionici della scrittrice che, indossando una vera e propria maschera (palandrane nere con improbabili e altissimi cappelli a cilindro) percorre in lungo e in largo la Francia e l’Europa e appare molto frequentemente sugli schermi televisivi, è respinta con vigore dal vero e proprio esercito dei suoi lettori più affezionati.
La sua narrativa è in gran parte autobiografica e affronta con intelligenza e creatività i temi più importanti della vita moderna, con alcune dominanti di carattere personale. Il Giappone, con la sua mentalità particolare che mette in crisi il modo di pensare e di vivere in Occidente, è lo sfondo e il vero protagonista di romanzi come Stupeur et tremblements (1999; trad. it. Stupore e tremori, 2001), esilarante racconto autobiografico di un tentativo di lavorare come traduttrice in un’impresa giapponese che si conclude con N. incaricata della pulizia dei servizi igienici, o Métaphysique des tubes (2000; trad. it. Metafisica dei tubi, 2002), nostalgico racconto dell’infanzia vissuta accanto a Nishio-san, la governante che per N. è stata più di una seconda madre, o ancora Ni d’Ève ni d’Adam (2007; trad. it. Né di Eva, né di Adamo, 2008) che racconta un fidanzamento impossibile tra N. e un ragazzo giapponese. Qui il tema è senz’altro quello di una diversità che nonostante il fascino, l’affetto o addirittura l’amore risulta insormontabile. Altri romanzi mettono in scena le numerose e profonde nevrosi di Nothomb. Al di là di un egocentrismo e di una megalomania quasi patologici di cui soffre fin da bambina, diversi suoi romanzi mettono il dito in una piaga del mondo contemporaneo: i disturbi alimentari che, dalla bulimia, alla potomania, all’anoressia all’alcolismo infantile, percorrono con profondità e drammaticità tutta la sua opera, ma sono tema centrale in Biographiede la faim (2004; trad. it. Biografia della fame, 2005). Con Voyage d’hiver (2009; trad. it. Il viaggio d’inverno, 2010), N. si è concentrata su temi ed episodi autobiografici con autoironia e drammatica consapevolezza, mentre Pétronille (2014; trad. it. 2015), sembra indulgere alla moda dilagante nel romanzo francese dell’autofiction. Se quest’ultima opera è ben lontana dalla colta complessità e penetrazione psicologica di Hygiène de l’assassin, non si può non riconoscere a N. il grande talento narrativo che le ha consentito di convincere, interessare e commuovere centinaia di migliaia di lettori in tutto il mondo.