CAGNONI, Amero (Amerino)
Nacque a Milano il 16 luglio 1853. Dopo essere stato direttore di una filanda in Brianza e amministratore di una famiglia di Asti, studiò all'Accademia di Brera, sotto la guida di G. Bertini, per sette anni (1872-1879). Buon disegnatore e colorista, dipingeva e restaurava molto bene, distinguendosi soprattutto nella tecnica del pastello. Fu pittore di genere, di paesaggi e di interni, e soprattutto ritrattista. Uno dei quadri più apprezzati ai suoi tempi fu La figlia di Curzio Pichena (opera irreperita), soggetto tratto dal romanzo di F. Guerrazzi.
Nel 1880 il C. fu premiato con menzione onorevole al concorso governativo di Roma per un bozzetto su un episodio ispirato alle guerre d'indipendenza (esposto a Milano nel 1881). Nel 1881 vinse il concorso Fondazione Mylius con un "ritratto" del Mantegna, riprodotto poi a fresco in una delle lunette del palazzo di Brera (opera irreperita). Un altro suo quadro, Valentina, fuacquistato dalla commissione della lotteria di Milano. Tra il 1881 e il 1911 eseguì, per l'Ospedale Maggiore di Milano, vari ritratti di benefattori. Fece due ritratti di benefattori anche per l'orfanotrofio maschile, oltre a due per l'istituto dei ciechi di Milano e ad altri due destinati all'ospedale di Varese. Nel 1883 vinse il premio Fumagalli per un suo vivace quadro luministico, Maggio; nell'agosto del 1886 il premio Mylius, a Brera, con un quadro rappresentante l'Interno dello studio (poipremiato anche nel 1898 all'esposizione di Torino). Partecipò a molte esposizioni in Italia e all'estero: a Vienna, dove nel 1894 fu molto applaudito il suo quadro Sgradevole incidente (oggiall'Accademia di Brera), a Monaco nel 1901, a Firenze nel 1907.
Se la sua pittura "non valicò mai i limiti di un diligente e ben coltivato dilettantismo", "con un disegno semplice, con uno spunto di osservazione ridanciano e venato di qualche traccia di satira persino crudele, egli ci ha lasciato, del mondo, della società e dei tipi della Milano fra gli ultimi anni dell'Ottocento e il primo Novecento, una documentazione ironica non dimenticabile" (Vergani). Dopo L. Conconi, fu infatti il caricaturista stabile del Guerin Meschino e collaborò anche all'Illustrazione italiana (1883, 1886, 1894, 1898, 1900, 1906), oltre all'Ars et Labor, rappresentando in particolare il mondo musicale dell'epoca.
A Milano sue opere sono conservate nella Galleria d'arte moderna e al Museo di Milano (per lo più oli di piccole dimensioni, acquerelli e alcuni piccolissimi disegni); nella Galleria d'arte moderna di Piacenza si trova Ore contate.
All'epoca della sua morte, avvenuta in Milano il 1º febbr. 1923, il C. faceva parte della commissione che amministrava, per conto del comune, il lascito Lombardo Croci a favore dei pittori e scultori bisognosi; era inoltre consigliere dell'Accademia di Brera ed insegnava pittura e disegno nella scuola professionale femminile.
Bibl.: O. Vergani, A. C., in Il Corr. della Sera, 23 febbr. 1954; S. Pagani, La pittura lombarda della Scapigliatura, Milano 1955, ad Indicem;N.Gallini, Mostra di caricature della coll. G. Chicco Di Gallinotta, Milano 1955, ad Indicem;Istituti ospedalieri di Milano, Mostra di ritratti di benefattori dell'800 (catalogo), Milano 1959; Catalogo Bolaffi della pittura italiana dell'Ottocento, II, Torino 1969, p. 71; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 357; A. M. Comanducci, Dizionario illustr. dei pittori…, I, Milano 1970, p. 488; Milano 70/70, I, Milano 1970, fig. 616.