amica
Questo sostantivo è di uso assai ristretto in D., anche perché il suo margine viene continuamente insidiato da una possibilità di collusione con l'aggettivo omofono, specie in funzione predicativa (ma l'ambiguità trova un correttivo nella constatazione che, ai fini semantici o stilistici, poco valga la pena di distinguere); può avere in primo luogo un significato anche moralmente positivo, in connessione con enti astratti, cioè stare metaforicamente per " alta compagna ", " nobile sodale ". Così in Rime LVII 4 [di Madonna] voi sarete amica di pietate (tuttavia potrebbe trattarsi di aggettivo, nonostante la corrispondenza con Vn VIII 8 1 di pietà nemica, e la conferma indiretta, nel Petrarca, dello stesso sintagma); LXXXV 8 ne la sua sentenzia [nel contenuto del sonetto precedente] non dimora cosa che amica sia di veritate (sostantivo o aggettivo?); Cv III XII 4 Filosofia è quando l'anima e la sapienza sono fatte amiche (vale la stessa perplessità). Cade invece ogni dubbio dove D. va precisando il concetto di filosofia (in rapporto all'amicizia), cioè in IV Le dolci rime 146 Io vo parlando de l'amica vostra (alla ‛ Donna gentile ', la Filosofia, della nobiltà); con la glossa replicata in XXX 6 Bene è sua amica nobilitate ... amica di quella la cui propria ragione è nel secretissimo de la divina mente.
La seconda accezione fondamentale, nella quale rientra anche l'uso comico-realistico del Fiore, invade e accaparra l'area semantica di ‛ amante ', in senso moralmente negativo (riserva non certo valida per quell'impassibile registratore delle più basse voglie e ipocrisie, ma per il ‛ giudice ' della Commedia).
All'unico esempio dantesco (di opere canoniche), If XXX 39 Mirra scellerata, che divenne / al padre fuor del dritto amore amica (notevole il dativo, forse trascinato dalla vicinanza col verbo o da incrocio con l'aspetto aggettivale), fanno infatti da contrappeso i tre del Fiore: sia nel codice amoroso predicato da Amico ad Amante (LXII 2 e LXVI 1) sia nel luogo che si richiama - con un duro genitivo alla francese - a un topos della leggenda arturiana, Isotta l'amica Tristano (CXLIV 7). Ai quali s'aggiungerà un sintagma (che non ritroveremo nelle opere canoniche neppure per diversa funzione), ‛ tenere a. ' per " mantenere un'amante ": CXXIV 6 o prete ched e' sia o chericello / che tenga amica.
Terzo significato fondamentale, che sembra contaminare e insieme eludere i precedenti, appare quello di " compagnona ", " sodale d'imprese furfantesche ", limitato a due occorrenze del Fiore, anzi connotazione specifica di Costretta-Astinenza per Falsembiante (XCIX 7 e CXXVIII 11).