amicus Plato, sed magis amica veritas
amica veritas Sentenza lat. «amico [è] Platone, ma più amica la verità». Nella forma originaria amicus Socrates, sed magis amica veritas la frase è attribuita da Ammonio, nella sua Vita di Aristotele, a Platone insieme ad altra analoga (Socrates quidam parum curandus, et veritas plurimum) tratta effettivamente dal Fedone (91 C). Anche Aristotele esprime nell’Etica Nicomachea (I, 4, 1096 a 16) un eguale concetto («pur essendo care entrambe le cose [cioè gli amici e la verità], è dovere morale preferire la verità»): ciò ha fatto sì che la tradizione abbia poi attribuito anche, o esclusivamente, a lui tale sentenza, dapprima aggiungendo al nome di Socrate quello di Platone (cfr. Lutero, De servo arbitrio: «amicus Plato, amicus Socrates, sed prehonoranda veritas»), quindi sostituendolo del tutto (cfr. Cervantes, Don Chisciotte, II, 51, che sembra sia stato il primo a citare la sentenza nella forma poi divenuta comune).