al-ḤUSAINĪ, Amīn
Uomo politico palestinese, nato a Gerusalemme nel 1895. Studiò al Cairo e a Costantinopoli, e combatté nella prima guerra mondiale come ufficiale nell'esercito turco. Divenuto Gran Mufti di Palestina, diresse nel ventennio tra le due guerre la resistenza araba contro la penetrazione sionista nel suo paese. Dopo l'insurrezione armata del 1936, da lui capeggiata, dové rifugiarsi in Siria e di qui in ‛Irāq, dove nel 1941 fu a capo della locale rivolta antibritannica con Rashīd el-Kailānī. Domata anche questa, si rifugiò in Italia e in Germania, donde alla fine della guerra passò in Egitto. Mentre sin'allora egli poteva considerarsi il campione numero uno della causa araba, antinglese e antiebraica, la sua figura si è poi ritratta nell'ombra: nel conflitto armato arabo-ebraico del 1948-49, e nelle successive vicende del nazionalismo arabo capitanato da Nasser, egli è stato poco più che osservatore. A sua istigazione è stato però fatto risalire l'assassinio del re ‛Abdullāh di Giordania a Gerusalemme, il 20 luglio 1951.