BOSCHETTI, Amina (Giacomina, Anisa)
Nata a Milano nel 1836, figlia di un alto ufficiale dell'esercito austriaco, ebbe un'ottima istruzione letteraria e artistica, come dimostrerà, senza ostentazione, in varie occasioni. Assidua frequentatrice fin da bambina, con la famiglia, dei grandi teatri italiani, in un periodo della storia musicale in cui gli spettacoli d'opera polarizzavano ogni interesse artistico, ma lasciavano ampio margine al gusto per il balletto, ebbe modo di avvicinare e conoscere i grandi interpreti del teatro lirico e coreutico del suo tempo. A Torino vide ballare Maria Taglioni: ancora priva di qualsiasi cognizione tecnica, presentata alla grande danzatrice, ne destò l'ammirato interessamento in un'imitazione dei suoi passi e delle sue figure. La Taglioni la presentò al pubblico torinese in un suo balletto, L'allieva d'Amore. A Parma, ove un ulteriore trasferimento aveva condotto la famiglia, la B. incontrò un'altra stella del momento, la napoletana Fanny Cerrito, che la volle nella sua compagnia. Successivamente fu ancora con la Taglioni al Teatro Nuovo di Trieste (6 marzo 1845). Obbedendo alle sollecitazioni di simili madrine, che le pronosticarono un immancabile brillantissimo avvenire, la B. ritornò a Milano per frequentarvi la scuola privata di ballo di Carlo Blasis, teorico della danza e maestro insuperabile, alla Scala e altrove, di un'infinità di virtuose delle "punte". La B. si impossessò prestissimo di una tecnica da danzatrice consumata, talché al Blasis parve opportuno presentarla quanto prima al pubblico milanese: il debutto avvenne al Teatro Re, nella stagione invernale del 1848. La danzatrice, dodicenne, non si chiamava ancora Amina, ma più semplicemente Giacomina, come ancora si poteva leggere un anno dopo negli annunci teatrali apparsi sui giornali (Gazzetta di Milano, 20 febbraio 1849).
La sua biografia, d'ora in avanti, è la cronistoria dei suoi viaggi e dei suoi spostamenti da un teatro all'altro in una epoca in cui le rappresentazioni operistiche non andavano quasi mai disgiunte, nella medesima serata, dall'esecuzione di balletti. E giova ricordare come la storia del balletto romantico sia soprattutto una storia delle dive in tutù, che ignora quasi del tutto musicisti, coreografi e scenografi.
Nel 1849, esibendosi al Teatro Filarmonico di Verona, la B. incontrò quel singolare personaggio che fu Domenico Ronzani (mimo, ballerino, coreografo e impresario teatrale), il suo primo impresario per due anni, e colui che la presentò per la prima volta a un pubblico straniero. Ciò avvenne a Barcellona, ove la B., ammirata dagli Spagnoli per l'età e l'abilità, dovette sostenere un difficile confronto con una già affermata danzatrice francese dell'Opéra, Marie Guy-Stephan. Ai primi di novembre 1851 figurava nel cartellone del Teatro Nuovo di Trieste e nella stagione 1851-52 in quello del fiorentino Teatro La Pergola. Nella primavera 1852. era a Vienna per l'ultima scrittura prevista dal suo contratto con il Ronzani e nel successivo autunno al Teatro Carignano di Torino. Tornò a Firenze per la cosiddetta "riconferma", ossia per il rinnovo della precedente scrittura. Nella primavera 1853 la troviamo alla Scala e nell'agosto al Teatro Riccardi di Bergamo, per l'annuale fiera. A Palermo (autunno 1853-carnevale 1854) riscosse successi senza precedenti nelle cronache cittadine. Per le immancabili "riconferme" tornerà a Milano e a Palermo nel 1855. Il 23 genn. 1856, dopo quindici anni dalla prima apparizione a fianco della Taglioni, tornava al Teatro Nuovo di Trieste come "prima ballerina assoluta di rango francese".
In quell'anno Benjamin Lumley, impresario e direttore artistico del londinese Her Majesty's Theatre, venuto in Italia alla ricerca di artisti per il suo teatro, vi scritturava anche la Boschetti. Il debutto a Londra della danzatrice italiana avvenne il 16 maggio 1856, in una elaborazione de Les quatre saisons di J. Perrot, sorta di divertissement per I Vespri siciliani di Verdi (A. Chujoy, The Dance Encyclopedia, New York 1949, p. 395). Le riconferme a Londra per le stagioni successive (1857-1858) non le impedirono di partecipare anche agli spettacoli dei molti teatri allora attivi in Italia: Senigallia, per la celebre fiera (5 luglio-12 ag. 1856); Perugia e Torino (autunno 1856); Roma, Teatro Apollo (carnevale 1856-57); Parma (carnevale 1857-58). Il Risorgimento italiano ha ripercussioni nella sua carriera, che segna periodi di stasi in relazione con gli eventi bellici di quegli anni. Ricomparirà alla Scala negli anni 1861-62, quale protagonista di balletti di P. Taglioni (fratello di Maria) e A. Pallerini. Sul tanto discusso debutto parigino ci ragguaglia ampiamente e autorevolmente Ivor Guest, uno specialista del balletto romantico: scritturata dall'Opéra in sostituzione della russa Martha Murav´ëva, trattenuta nel suo paese, la B. giunse a Parigi nell'estate 1863, annunciata come prima ballerina della Scala. Giunta nella capitale francese dopo sei mesi di convalescenza da una malattia abbastanza seria, la B. si trovava notevolmente fuori esercizio, ma l'amorevole aiuto di G. L. Adice, uno dei maîtres de ballet dell'Opéra, che poi troverà per lei espressioni di sincera ammirazione, le permise di recuperare il grado di forma perduto. Il balletto programmato, La maschera, vistoso esempio corale dello stile del coreografo italiano G. Rota, andò in scena, dopo qualche rinvio imputabile anche all'impreparazione del corpo di ballo, il 19 febbr. 1864: il lavoro, eccessivamente lungo, ebbe esito contrastato.
La B. sembrò ai Parigini piccola di statura, tarchiata e sproporzionata, soprattutto se messa a confronto con le filiformi figure del corpo di ballo dell'Opéra. Ma la danzatrice italiana trovò anche convinti ammiratori, sempre più numerosi durante le repliche, i cui applausi soffocarono i fischi dei suoi detrattori rappresentati da alcuni ballerini e dalla claque del teatro. Il ritorno della Murav´ëva, dopo qualche settimana, rivelò manifestamente l'atteggiamento del direttore del teatro Emile Perrin, che non si peritò di dimostrare la sua scarsa opinione per la B.; apparsa per l'ultima volta sul palcoscenico dell'Opéra il 30 maggio 1864, la danzatrice italiana lasciò Parigi subito dopo.
La disavventura francese rimase tuttavia un fatto isolato. Presentata al pubblico del Théâtre de la Monnaie di Bruxelles (stagione 1864-65), la B. rinnovò i consueti successi, un'eco dei quali si rintraccia nel sonetto palesemente laudativo di Baudelaire, allora a Bruxelles per una serie di conferenze (Sur les débuts d'Amina Boschetti au théâtre de la Monnaie,à Bruxelles).Ulteriore analoga testimonianza si rintraccia ne L'Indépendance belge del 12 sett. 1864, il cui critico elogia la grazia, l'abilità mimica, la tecnica e l'arte della danzatrice. Nella stagione autunnale del 1865 si riproduceva alla Pergola di Firenze, cogliendovi una personale affermazione la sera del 22 novembre, presenti i reali del Portogallo e la corte italiana al completo. Nel medesimo anno, al Teatro Argentina di Roma, veniva paragonata a Fanny Elssler dagli anziani, mentre i giovani la giudicavano superiore a ogni altra danzatrice. Dal gennaio al marzo 1866 riapparve al Teatro Nuovo di Trieste, ove salvò le sorti di qualche spettacolo piuttosto improvvisato. A Trieste ritornerà tre anni dopo per presentarvi, fra l'altro, un balletto a lei dedicato, L'Addio a Trieste, che segnò in effetti la sua ultima apparizione nella città, culminata il 19 marzo 1869 in una indimenticabile serata, alla presenza dell'imperatore.
Ritiratasi a vivere a Portici, presso Napoli, in una villa ove aveva fatto costruire un elegante teatro, la B. rinunciò all'offerta di una lucrosissima tournée negli Stati Uniti. Il suo teatro ospitò spettacoli di ogni genere, e particolarmente quelli che altrove non avevano possibilità di arrivare al pubblico. Nel maggio 1873, convinta dalle insistenze degli amici e degli innumerevoli estimatori che ne lamentavano l'assenza dai palcoscenici italiani, si presentava a Ferrara nel grandioso ballo Brahma di I. Monplaisir. Gli anni seguenti entusiasmava il pubblico del S. Carlo di Napoli (1874) e quello del Carlo Felice di Genova (stagione 1875-76). In quest'ultima città la critica la trovò "sublime sia nella danza, come nella mimica", campo questo in cui la geniale attitudine della B. si era sempre manifestata con particolare forza di espressione e verità di atteggiamenti. Dedicatasi con successo anche alla coreografia, al Teatro Apollo di Roma provocò scene di vero fanatismo durante il ballo Il vello d'oro di cui, oltre che autrice, fu straordinaria protagonista, tanto da venire definita "la Ristori della danza" (La rivista settimanale n. 96, 12 genn. 1879).
Lo stesso spettacolo era stato annunciato al S. Carlo di Napoli per il dicembre 1880, ma non vi fu mai rappresentato "per malattia della Boschetti": un attacco cardiaco, di cui era stata vittima, non le permise di sopravvivere a lungo.
La B. morì nella sua villa di Portici la notte del 2 gennaio 1881.
Fonti eBibl.: Le principali fonti di notizie sulla vita e l'attività artistica della B. sono rappresentate da riviste e giornali dell'epoca, fra cui giova ricordare, come più importanti, per la quantità di indicazioni attinte: Il Corriere delle Dame,Il Corriere Milanese,La Fama,Il Figaro,La Gazzetta musicale di Milano,La Gazzetta dei Teatri,Il Giornale italiano,Illustrated London News,L'Osservatore Triestino,Il Palcoscenico,Giornale dei Teatri,La Perseveranza,Il Pirata,La Rivista di Bergamo,La Rivista settimanale (Roma e Napoli),Lo Spettatore lombardo. Inoltre vedi S. Perifano, A. B., in Strenna letterario-musicale 1856, XIX (1855), pp. 15-19; Léo, A. B., Paris 1864, passim;P. Cambiasi, Rappresentazioni date nei Reali Teatri di Milano, 1778-1872, Milano 1872, pp. 93, 95; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma..., Parma 1884, pp. 143, 249; G. C. Bottura, Storia anedd. docum. del Teatro Comunale di Trieste..., Trieste 1885, pp. 277, 340, 370-372, 448 s., 468; J. Isnardon, Le Théâtre de la Monnaie depuis sa fondation jusqu'à nos jours, Bruxelles 1890, pp. 472, 475; G. Radiciotti, Teatro,musica e musicisti in Sinigaglia, Milano 1893, pp. 103 s.; A. Brocca, Il Teatro Carlo Felice. Cronistoria..., Genova 1898, pp. 79, 85, 98; G. Vuillier, La danza, Milano 1899, p. 351; P. Cambiasi, La Scala 1778-1906, Milano 1906, p. 154; G. Monaldi, Le regine della danza nel sec. XIX, Milano 1910, pp. 67, 94, 192, 214 s.; U. Morini, La R. Accademia degli Immobili ed il suo Teatro "La Pergola" (1649-1925). Cronistoria..., Pisa 1926, pp. 214 s., 231; C. Baudelaire, Oeuvres complèes..., Paris 1930, pp. 288, 493 s.; Id., Oeuvres complètes, Paris 1961, pp. 158, 1318, 1575, 1865; G. B. Vallebona, Il Teatro Carlo Felice. Cronistoria di un secolo 1828-1928, Genova 1928, pp. 149, 160, 177; A. De Angelis, La musica a Roma nel sec. XIX, Roma 1935, p. 163; L. Vaillat, Histoire de la danse, Paris 1942, p. 169; R. Carrieri, La danza in Italia 1500-1900, Milano 1946, pp. 8, 57; M. Ferrarini, Parma teatrale ottocentesca, Parma 1946, pp. 95, 284; Cento anni di vita del Teatro di San Carlo 1848-1948, Napoli 1948, p. 49; D. Lynham, Ballet Then and Now..., London 1947, p. 100; Id., Storia del balletto, Firenze 1951, p. 121; I. Guest, The Ballet of the Second Empire 1858-1870, London 1953, pp. 66-69, 72-74, 82, 111 s., 132, 134, 141; Id., The Romantic Ballet in England, London 1954, p. 161; G. B. L. Wilson, Diz. del balletto, Milano 1960, p. 64; G. d'Aronco, Storia della danza popolare e d'arte..., Firenze 1962, p. 215; C. Gatti, IlTeatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963). Cronologia, II, Milano 1964, p. 200; L. Rossi, Storia del balletto, Milano 1967, p. 62; Id., Il balletto a Milano, in Città di Milano, n. 7-8, luglio-agosto 1967, p. 35; L. Sanguinetti, Storia del Teatro Re. 1813-1872, ibid., n. 5, maggio 1969, pp. 86, 157; C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, I, p. 227; Enciclopedia dello Spettacolo, II, coll. 865 s.