Amioun
La città di A. è situata in territorio libanese, nel distr. di Koura, tra Tripoli e Batroun, nella vasta pianura ai piedi della valle Qadisha. All'epoca delle crociate quest'area apparteneva a Ugo de Giblet (1170-1220) e ai suoi discendenti, i signori di Besmedin. La piccola città di Bchmezzin, poco distante da A., segna il luogo originario della signoria.
È probabile che la città, costruita in cima a un'alta rupe, abbia avuto la funzione di cittadella fin dai tempi più remoti; che il luogo fosse ininterrottamente abitato dall'epoca dei Fenici in poi è peraltro dimostrato dalla presenza di antiche grotte sepolcrali e da frammenti di decorazioni del periodo classico. Frammenti decorati dell'epoca delle crociate sono inseriti nelle mura degli edifici costruiti alla sommità della rupe, che si affacciano ai lati delle strette strade medievali. Grandi blocchi di pietra inglobati nelle murature di due chiese, quella di S. Giovanni edificata sul punto più elevato e ben visibile da lontano e quella di S. Foca in città, consentono di ritenere che esse siano state costruite sulle strutture di un tempio preesistente; le due chiese, in gran parte restaurate, sono ancora oggi officiate. Quella dedicata a s. Giovanni non offre però alcun elemento di particolare interesse, mentre l'altra, intitolata a s. Foca, vanta una storia architettonica e dipinti murali degni di nota: l'edificio risulta coperto da una semplice volta a botte su tre archi trasversi; la navata centrale, larga m. 4,50, è separata dalle navate laterali da quattro pilastri rettangolari; le navate laterali sono larghe m. 2,10 e intervallate da una serie di archi bassi e pesanti. L'articolazione dell'arco e la sua imposta sull'esterno dell'attuale facciata rivelano invece che quest'ultima è opera moderna e che la navata primitiva era più lunga degli attuali m. 11,80. L'abside aggetta dal corpo quadrangolare. La navata settentrionale termina in una piccola nicchia absidale, forse un'aggiunta successiva al progetto iniziale; il pesante altare di pietra sembrerebbe resto della chiesa originaria. La chiesa di S. Foca è di grande interesse per gli affreschi che, anticamente, ne ricoprivano completamente l'interno. Nell'abside principale si dispone la scena dell'Anastasi, mancante però della parte centrale, dove tuttavia è ancora visibile un frammento della testa e del nimbo di Cristo sullo sfondo di un panneggio mosso. Dietro la figura di Adamo, di cui è invece parzialmente riconoscibile il corpo ma non più la testa, si intravedono Eva, con volto senile, e Abele. Sull'altro lato dell'abside sono raffigurate le teste di Davide e di Salomone e sopra di esse un angelo in volo; sotto la scena dell'Anastasi sono schierati in piedi i dodici apostoli. La parete settentrionale della chiesa è decorata da una grande figura di s. Foca situata a metà della lunghezza del muro, in modo da essere visibile dalla navata, tra i pilastri. A sinistra del santo, il donatore è ritratto come una piccola figura inginocchiata. Tracce di diversi strati di pitture ornamentali figurano anche sui pilastri rettangolari. Quello di nord-ovest reca, sul lato settentrionale, la testa di una santa o forse della Vergine e, sul lato orientale, la testa di un santo.
Poiché lo stile di queste pitture appare più maturo di quello degli affreschi dell'abside, esse potrebbero essere attribuite al 14° secolo. Sempre sullo stesso pilastro, ma sul lato meridionale, si vedono poi due successivi strati di pittura, di cui il primo rappresenta il manto di un santo cavaliere, forse s. Teodoro, nell'atto di trafiggere qualcosa sotto il suo cavallo. L'affresco, il cui stile è anch'esso tardo, è stato dipinto sopra una testa con nimbo crociato appartenente a un'immagine di Cristo. Verso la navata laterale, sul lato settentrionale del pilastro di sud-ovest è dipinta una testa di santo cui corrisponde sul lato orientale una testa di s. Foca. Le pitture della facciata occidentale del pilastro di sud-est presentano invece una figura di Cristo benedicente con in mano una tavola che reca scritte in greco, purtroppo in gran parte distrutte.
Per la maggior parte queste figure sono identificate da iscrizioni greche, fatta eccezione per la dedica fatta apporre dal donatore accanto alla grande figura in piedi di s. Foca, la quale reca in latino il nome del donatore stesso: Philippus. Il resto dell'epigrafe è invece purtroppo distrutto, così come lo è una scritta greca che corre lungo l'abside sopra la testa dei santi e che avrebbe potuto fornire una data per la decorazione dell'abside stessa.
Mentre alcuni di questi affreschi sembrano essere più tardi, le figure principali dell'Anastasi e la figura di s. Foca sono eseguite secondo i modi della pittura comnena, con stretta somiglianza agli affreschi di Lagoudera (Cipro), datati al 1192. Quindi è possibile datare gli affreschi all'incirca nello stesso periodo della costruzione della chiesa, cioè nel tardo 12° secolo.
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