Naderi, Amir
Naderi, Amir. – Regista iraniano (n. Abadan 1946). Dopo aver intrapreso una carriera di regista negli anni Settanta e Ottanta nel suo Paese di nascita ed essere diventato, con A. Kiarostami e M. Machmalbaf, uno dei punti di riferimento del rinnovato cinema iraniano, trasferitosi negli Stati Uniti, ha proseguito il suo itinerario misurandosi con gli spazi e le atmosfere urbane di quel Paese. Nei primi anni del 21° sec. ha confermato e radicalizzato una visione dei ritmi e delle contraddizioni della contemporaneità, conservando uno spirito indipendente, e girando i suoi film a basso costo e in digitale. Temi fondamentali del suo cinema sono la sfida, fino a estremi limiti, al sistema ingabbiante e all’omologazione della società neocapitalista, così come la rivendicazione di una potenza e di una energia contenuta nell’individuo che lotta sia per affermare la sua identità, sia per testimoniare le sue passioni. In Marathon (2002) la protagonista sfida sé stessa nella risoluzione di un cruciverba nell’arco di 24 ore lungo la corsa incessante sui binari del metro newyorkese. In Sound Barrier (2005) il piccolo protagonista, un ragazzo mulatto sordomuto, si affida alle frequenze radio e a una cassetta registrata per rintracciare la madre perduta, ingaggiando una sfida ai suoi limiti percettivi e spingendo lo stesso film, muto e percorso solo da interferenze sonore, verso orizzonti estremi che coinvolgono lo spettatore in una partecipazione empatica. In Vegas: based on a true story (2008) è un'intera famiglia (marito, mogle e figlio dodicenne) a fagocitare l’impeto di un azzardo: scavare nel proprio giardino e quindi distruggere il proprio habitat, alla ricerca convulsa di una cassetta di soldi che si illudono sia nascosta sotto il terreno, nel miraggio del denaro che condiziona il mondo contemporaneo. Con Cut (2011) N. trasporta il suo sguardo irriducibile e convulso in Giappone accordandolo a quello del protagonista che, per estinguere un debito di gioco, si sottopone a un pestaggio regolato da scommesse in denaro, dove il gioco al massacro si dipana con la passione maniacale per il cinema e nell’analogia tra colpi di boxe e colpi di film.