ammaliare
. Esclusivo di Pd XXX 139 La cieca cupidigia che v'ammalia / simili fatti, v'ha al fantolino / che muor per fame e caccia via la balia.
Propriamente a. significa " affatturare " ricorrendo alle arti magiche (cfr. malia, in If XX 123); e così infatti - in senso figurato, naturalmente - intendono alcuni dei commentatori antichi: " fascinat vos more incantatricum " (Benvenuto); " vi tiene legati " (Buti); poi il Serravalle: " conturbat, excaecat, infirmos efficit ", e più tardi il Venturi: " Vi affattura, e quasi con occulta malia vi guasta nell'animo e vi corrompe ". I moderni ricordano, a proposito di questo passo, quello dell'epistola ai Fiorentini (VI 22 Nec advertitis dominantem cupidinem, quia caeci estis, venenoso susurrio blandientem, ecc.), che parrebbe confermare tale interpretazione, esplicitamente accolta dal Torraca: " la cupidigia, dice qui [Dante], ammalia, e nel Purgatorio (XIX 25-33 n.) l'ha dipinta come una sirena ammaliatrice "; ma cfr. Casini-Barbi (" non già vi affattura... e neppure vi signoreggia per ignota forza; ma v'abbaglia... vi toglie il senno "), che si rifà a quanto scrisse il Maggini (" Studi d. " I [1920] 144-145), riportando due passi di G. Villani (VIII 72 e IX 306), dove peraltro si potrebbe intendere anche " affatturare ". Lo Scartazzini-Vandelli intende in maniera analoga; la similitudine del fantolino par confermare l'esattezza di tale interpretazione.