AMMASSI STELLARI
. Oltre alla Via lattea, sono visibili in cielo altre regioni luminose di apparenza nebulosa e dei mucchi o ammassi di stelle più o meno strettamente raggruppate. Le prime si conoscono col nome di nebulose (v.), le seconde appunto col nome di ammassi stellari. Per mezzo del cannocchiale, delle prime ne sono state scoperte parecchie migliaia, e di più si è potuto osservare che molte sono composte di singole stelle, e quindi appartengono piuttosto agli ammassi stellari, mentre molte altre, anche con l'uso degli strumenti più potenti, rimangono come masse nebulose.
Sotto il nome di ammassi si comprendono aggregazioni stellari molto diverse: da quelli con stelle apparentemente molto separate le une dalle altre, come le Pleiadi, nei quali le stelle più luminose si vedono distintamente anche ad occhio nudo, fino a quelli composti di stelle molto deboli e così serrate le une alle altre da apparire, anche col cannocchiale, come delle masse nebulose. I tipi di ammassi sono quindi nelle linee generali due: gli ammassi aperti e quelli globulari. Gli ammassi aperti contengono di solito poche centinaia o al più poche migliaia di stelle visibili, facilmente separabili le une dalle altre; gli ammassi globulari sono composti di molte migliaia di stelle molto deboli, densamente ammassate al centro e via via più rade al contorno, senza che questo sia ben definito. Le figure dànno una buona idea dei due tipi. Gli ammassi sono generalmente designati con il numero d'indicazione del catalogo in cui sono stati segnalati e descritti: per esempio, il catalogo di Messier (M) di 103 ammassi e nebulose, che contiene gli oggetti più notevoli, o il nuovo catalogo generale di Dreyer (N. G. C.) del 1887, esteso nel catalogo indice (I. C.).
Il numero di ammassi aperti, finora catalogati, è di circa 200. Vi appartengono quelli delle Pleiadi e delle Iadi, ambedue nella costellazione del Toro, il gruppo che forma la costellazione della Chioma di Berenice e quello piccolo del Cancro, noto come l'ammasso del Presepio. I primi tre si risolvono ad occhio nudo. Molto notevoli sono il grande ammasso doppio nel Perseo (h e Persei; v. tav. CCXXIV) e Messier 7, che si trova fra il Sagittario e lo Scorpione. Ambedue sono facilmente visibili ad occhio nudo e si risolvono con un buon binocolo.
Gli ammassi aperti sono distintamente oggetti galattici, perché la grande maggioranza di essi giace nella Via Lattea e quasi tutti contengono stelle di grandezza molto diversa. Sono relativamente vicini al sistema solare, trovandosi l'ammasso delle Iadi a 40 parsec, le Pleiadi a 100 e gli altri fino a 3000 parsec (il parsec corrisponde a 10.000 anni-luce).
Gli ammassi globulari conosciuti sono circa 70, e le stelle che li compongono sono tutte di grandezza apparente molto piccola (dalla 12ª alla 17ª grandezza). Il più luminoso di questi ammassi (ω Centauri) si trova nell'emisfero australe, e ad occhio nudo appare come una stella nebulosa di quarta grandezza. Nell'emisfero boreale il più notevole è Messier 13 nella costellazione di Ercole (tav. CCXXIII), anch'esso visibile a occhio nudo. Singolare è la loro distribuzione, trovandosi essi confinati in una metà della sfera celeste, e la loro distanza dal sistema solare è molto maggiore di quella degli ammassi aperti, essendo 6.500 parsec per ω Centauri, che è il più vicino e il più luminoso, e molto di più per gli altri.
Alla categoria degli ammassi si possono anche ascrivere le nubi stellari, che generalmente si trovano nella Via Lattea, e che pure si risolvono in una moltitudine di stelle: come quella ben conosciuta che si trova nel Sagittario. Due nubi di questa natura, cospicue all'occhio nudo nell'emisfero australe, sono quelle conosciute col nome di nubi di Magellano, che si trovano a 45° dalla Via Lattea e a 20° dal Polo Sud celeste (v. anche astrofisica).