AMMENDAMENTO
. Accanto ai concimi propriamente detti, in agricoltura trovano impiego alcune sostanze capaci di esercitare notevoli azioni fisiche e chimiche sul terreno agrario e di modificare non solo la struttura e la reazione, ma anche il grado di assimilabilità di eventuali componenti per loro natura non direttamente utilizzabili.
Dette sostanze vanno sotto il nome di ammendamenti e i loro principali rappresentanti sono la calce viva (o spenta), il carbonato di calcio, le dolomiti, le marne, il gesso. È ovvio che, entro certi limiti, anche i veri concimi ripetono alcune caratteristiche di questa classe: il letame, ad esempio, modifica notevolmente la struttura del terreno, i perfosfati vi portano una certa quantità di solfato di calcio (gesso), le scorie, una quantità notevole di calce.
Ammendamento calcareo. - La calce viva, o ossido di calcio, è caratterizzata dalla tendenza a idratarsi per dare calce spenta o sfiorita, cioè idrato di calcio.
Essa inoltre tende a fissare (direttamente o attraverso l'idrato) l'anidride carbonica, formando carbonato di calcio:
Dall'ossido dunque, o dall'idrato, si ritorna al carbonato, il quale, così ottenuto, si presenta in istato d' estrema suddivisione, quale non si otterrebbe dalla triturazione del calcare primitivo. Questa è una condizione assai vantaggiosa, la quale dà in parte ragione dell'impiego dell'ossido o dell'idrato piuttosto che del carbonato. Ma indipendentemente da questa considerazione, è dimostrato che l'ossido nell'idratarsi dà luogo ad un aumento considerevole di volume, che va dal doppio al triplo di quello primitivo, e dà anche luogo a sviluppo di calore, determinando una modificazione sensibile nei colloidi del terreno; l'idrato a sua volta, in assenza di anidride carbonica, esercita sui colloidi un'azione precipitante e disperdente, a seconda che sia impiegato in soluzione concentrata o diluita. Le cose procedono in modo diverso se nel terreno è presente l'anidride carbonica, la quale trasforma l'idrato in carbonato neutro e in carbonato acido, dotati rispetto al primo di un energico potere flocculante sui colloidi.
Questi fatti consigliano di agire con ogni oculatezza nella pratica della calcitazione, perché, dove manchi l'anidride carbonica (terreni molto argillosi, poveri di humus e poco permeabili all'aria), l'argilla assorbe l'idrato di calcio passato in soluzione nei liquidi del terreno, con prevalenza dell'azione disperdente di esso, e si rigonfia fortemente opponendo una notevole resistenza al passaggio dell'aria, alla penetrazione dell'anidride carbonica atmosferica, all'accesso dell'ossigeno, sino a paralizzare l'attività bacterica del terreno.
Prescindendo da questi pericoli, che possono essere scongiurati mediante un conveniente apporto di anidride carbonica, si può però ritenere che, nella maggior parte dei casi, la calcitazione, comunque fatta con ossido, idrato, o carbonato di calcio, conduce a modificazioni che complessivamente migliorano il terreno. Infatti:
1. La calce provoca la coagulazione dei colloidi, e quindi la struttura glomerulare del terreno.
2. Aumenta la capacità idrica del terreno, con risultati tanto più sensibili quanto più ricco di elementi levigabili è il terreno stesso.
3. Aumenta la permeabilità del terreno, sia esso compatto o leggero.
4. Attenua l'ascensione capillare.
5. Attenua l'igroscopicità, tanto più sensibilmente quanto più il terreno è ricco di elementi levigabili.
6. Favorisce la lavorabilità dei terreni.
7. Attenua la disseccabilità.
8. Favorisce la mobilizzazione della potassa.
9. Esercita una notevole influenza dal punto di vista biologico, correggendo l'acidità del terreno.
10. Conduce, per la stessa ragione, alla inattivazione dell'alluminio.
11. Modifica il potere assorbente del terreno.
A chiarimento dei numeri 9, 10, e 11 aggiungiamo le seguenti considerazioni.
I terreni a reazione acida sono inadatti alla vita dei fermenti; l'ammendamento calcareo, annullando questa reazione, crea invece un ambiente decisamente favorevole all'attività e allo sviluppo degli organismi che presiedono alle funzioni biologiche, donde la trasformazione dell'azoto organico in ammoniaca e il successivo processo di nitrificazione. E se la calcitazione nel primo momento induce una reazione spiccatamente alcalina, a sua volta dannosa, l'inconveniente è di breve durata e si elimina da sé, per la rapida trasformazione dell'idrato di calcio in carbonato. Si spiegano così gli effetti prodigiosi ottenuti dall'ammendamento calcareo di terreni torbosi, come di ogni altro terreno dove l'accumulo di materie organiche rallenta o si oppone alla funzione biologica del terreno, e, in particolare, al processo di nitrificazione. Nello specchietto seguente sono riassunti i risultati di Hutchinson e Mac Lennan da un terreno acido coltivato ad orzo e addizionato di quantità crescenti di CaO o CaCO3:
A parte ciò, l'improduttività dei terreni acidi è strettamente legata alla tossicità dell'alluminio, la quale pure è annullata da una conveniente calcitazione. Secondo Ruprecht e Morse sarebbe annullata dalla precipitazione del metallo sotto forma di idrato:
secondo il Mirasol, invece, dalla formazione di alluminato calcico, composto assai più stabile che non l'idrato:
l'influenza infine sul potere assorbente del terreno si spiega con l'azione che la calce esercita sugli ossidi di ferro e di alluminio ed è precisamente limitata al loro potere assorbente per l'acido fosforico.
Dehérain, a questo proposito, cita un terreno ricco di ossido di ferro, che si mostrò insensibile all'azione dei concimi fosfatici ma che, in seguito a un' abbondante aggiunta di calce, fornì eccellenti raccolti.
Dolomiti e marne. - Le une e le altre a contatto dell'aria e dell'acqua subiscono un facile sgretolamento fino a ridursi in polvere sottile. Il loro impiego come ammendamenti conduce agli stessi risultati di cui si è detto a proposito della calce idrata e del carbonato di calcio: è solo da osservare che agli effetti della neutralizzazione dei terreni acidi, esse reagiscono tanto più rapidamente quanto più finemente sono macinate, e a parità di finezza la dolomite reagisce con velocità pari a 1/2 di quella offerta dalla calcite. Torna qui utile riportare i risultati ottenuti da Schollenberger con alcuni terreni acidi di Wooster, trattati in vaso con calcare macinato, calcite, dolomite, carbonato di calcio e carbonato di magnesio precipitati, risultati che si leggono nella seguente tabella:
Gesso. - Il gesso, dopo il carbonato di calcio, è l'ammendamento che, almeno nel passato, ha avuto più largo uso, in quanto favorisce i processi di solubilizzazione, dealcalinizzazione, mobilizzazione, coagulazione, dei costituenti del terreno agrario.
1. Azione solubilizzante. - Reagendo coi feldspati, il gesso dà, per doppio scambio, silicati di calcio e di alluminio e solfato potassico. Questo fatto trova conferma nelle esperienze del Costa, il quale, facendo reagire su rocce ridotte in polvere una soluzione satura di gesso, e determinando dopo 10 giorni di contatto il peso della potassa asportata, trovò che essa era maggiore di quella asportata dall'acqua distillata.
2. Azione dealcalinizzante. - Reagendo col carbonato di sodio, che ha reazione spiccatamente alcalina, il gesso dà luogo, per doppio scambio, a solfato di sodio (sale neutro) e a carbonato di calcio:
Da ciò la proprietà del gesso di attenuare o annullare la reazione del terreno, quando sia eccessivamente alcalino.
Lo stesso ulficio esercita sui terreni largamente concimati con nitrato di sodio: questo infatti si comporta praticamente come un sale alcalino, per la maggiore e più rapida assimilabilità dell'anione rispetto al catione Na.
3. Azione mobilizzante. - Il carbonato potassico del terreno agrario, il quale in gran parte è dovuto all'ossidazione, di natura biologica, di residui vegetali giacenti negli strati superiori, è tenacemente tenuto dal terreno stesso, che ha, per quel sale, un energico potere assorbente (Dehérain). Come tale esso rimane inutilizzato da parte delle piante a radici profonde. In presenza di gesso, invece, dà luogo per doppio scambio a carbonato di calcio e solfato potassico, che è meno tenacemente assorbito, è molto diffusibile, e come tale passa in parte verso gli strati inferiori.
4. Potere coagulante. - I fatti di cui ai numeri precedenti non bastano da soli a spiegare l'azione del gesso, la quale risulta notevolmeme efficace anche quando la composizione chimica del terreno non richiederebbe mezzi solubilizzanti o mobilizzanti, come per es. i terreni contenenti potassa in quantità superiore ai bisogni e in forma direttamente assimilabile. In realtà il gesso è anche un agente modificatore delle proprietà fisiche del terreno, determinando, come ogni altro sale solubile di calcio, la coagulazione dell'argilla colloidale. Ciò per effetto del catione Ca, la cui azione flocculante è attenuata ma non annullata da quella contraria dell'anione SO4. Vedansi in proposito le ricerche di Given, Sacchse e Becker, Krawkow, Soave. Da ciò tutti i vantaggi derivanti dalle modificate condizioni fisiche del terreno. Oggi, con l'impiego sempre più largo dei perfosfati, i quali contengono dal 40 al 60% di gesso, l'impiego diretto di quest'ultimo ha subito un certo rallentamento. Ciò non toglie che esperti agricoltori e agronomi annettano ancora, a quell'impiego diretto, un'importanza notevole. Il gesso si adopera indifferentemente allo stato di gesso crudo o cotto; in ogni caso però occorre polverizzarlo finemente. Occorre anche tener presente che quello crudo contiene dal 10 al 12% di acqua.
Limo. - È il sedimento fornito dall'acqua dei fiumi, ed è costituito da particelle più o meno sottili, con un diametro variabile dai 0,04 ai 0,05 mm. Da ciò la distinzione in limi grossolani (mm. 0,04 a 0,05) e limi fini (mm. 0,01 a 0,002).
Questi ultimi possiedono capacità idrica elevata, e, quando invadono i terreni in quantità superiore al 10 o 15%, possono ostacolare i lavori agricoli, soprattutto se accompagnati da argilla. D'altra parte il limo non è dotato di proprietà plastiche e colloidali, e di fronte agli elettroliti ha un comportamento diverso da quello dell'argilla. L'ammendamento con limo (limonage dei Francesi) dà quindi buoni risultati quando si tratti di terreni poveri di elementi levigabili. Consiste nel far depositare, sui terreni da correggere, le acque limacciose dei fiumi, curando che lo strato d'acqua sia sottile, perché sottile sia lo strato di limo che si deposita.
Gli effetti, realizzabili solo in pianura, sono spesso sorprendenti, e quali non si otterrebbero da altri ammendamenti o dallo impiego di forti quantità di concimi. A una notevole quantità di calce presente nel limo, si associano infatti quantità più o meno notevoli di elementi fertilizzanti.
Diamo ad es. la composizione del limo del Piave, già studiata dal dott. Onor. I risultati si riferiscono a campioni asciugati all'aria.
Come si vede, accanto ad una elevata percentuale di CaO compaiono quantità non trascurabili di ossido di potassio, anidride fosforica, azoto.