ammiraglio
Per la forma, v. ARABISMI. In Pg XXX 58 Quasi ammiraglio che in poppa e in prora / viene a veder la gente... / vidi la donna... / drizzar li occhi ver' me, è in senso proprio: " quasi quidam admiralius... qui discurrens per navigia confortat bene agentes, pigros vere et tardantes dure increpat " (Benvenuto).
In Pg XIII 154 Tu li vedrai tra quella gente vana / che spera in Talamone, e perderagli / più di speranza ch'a trovar la Diana; / ma più vi perderanno li ammiragli, il termine viene inteso o in senso proprio o nel significato di " appaltatori ", " impresari ". L'Ottimo, il Lana, Benvenuto propendono per la seconda soluzione semantica; ma Pietro Alighieri, il Buti, il Vellutello, come alcuni dei moderni (Tommaseo, Torraca, Del Lungo, Rossi) pensano che gli a. siano gl'illusi che sperano di divenire un giorno a. della flotta senese in Talamone.
Penetrante appare l'osservazione dell'Aquarone, quando reputa che ammiragli sia detto in senso proprio; ma soggiunge che i Senesi non pensarono mai né ad ammiragli né a flotte da guerra, in quanto intendevano usar di Talamone a solo scopo di commercio. Intenzioni di grandezza sul mare poterono attribuire loro per malizia i Fiorentini: così la frecciata agli ammiragli, pur in bocca a Sapia senese, può essere frutto di motteggi fiorentini. Per la questione, anche nei suoi riflessi sul verbo - perderanno o metteranno, come si legge in alcuni manoscritti - cfr. Petrocchi, Introduzione 200.
Per a. come variante di miraglio (Pg XXVII 105), cfr. Petrocchi, ad l.
Bibl. - B. Aquarone, D. in Siena, Siena 1865.