ammonire
. Ha il valore di " consigliare ", " esortare con autorevolezza ", " mettere in guardia contro eventuali errori o pericoli ", in Vn XIX 13 59 Canone... / Or t'ammonisco... / che là 've giugni tu dichi pregando ; in If XVII 77 lui che di poco star m'avea 'mmonito, dove indica il sollecito intervento di Virgilio perché D. non si fermi lungamente fra gli usurai; in Cv III VIII 21 conchiudo, sotto colore d'ammonire altrui, lo fine a che fatta fue tanta biltade; II XI 8 Ora appresso ammonisco lei e dico; in III XI 2 la Simonelli non accetta la lezione comune secondo quelle parole de lo Ecclesiastico, ma rispetta " la tradizione manoscritta " integrando il periodo con il verbo mancante: Sì che in ciò [ammoniscono] quelle parole de lo Ecclesiastico. In III X 7 l'amico conosce che vergogna crescerebbe al suo amico quello ammonendo, indica l'atto del rimprovero, seppure benevolo, dopo un'azione biasimevole.
L'infinito con valore di sostantivo è preferito al termine ‛ ammonizione ' o ‛ ammonimento ' in Cv III X 6 però che l'ammonire [nel senso di " consiglio "] è sempre laudabile e necessario; II XI 6 molte fiate avviene che l'ammonire [" esortazione a ben fare "] pare presuntuoso; e inoltre in Pg XII 85 Io era ben del suo ammonir uso, dove D. dice di essere abituato alle sollecitazioni di Virgilio a non perdere tempo inutilmente (Pg III 78).