AMNESTY INTERNATIONAL.
Organizzazione internazionale fondata nel 1961 dall'avvocato inglese P. Benenson, che impronta la sua azione alla Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. In ottemperanza agli articoli 18 e 19 di tale Dichiarazione, che recitano rispettivamente: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione", e "Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione", A.I. lavora per la liberazione dei 'detenuti per motivi di opinione', cioè di coloro che sono in prigione per aver manifestato le proprie opinioni politiche o religiose o per avere un'origine etnica, una razza o una lingua diverse da quelle del popolo in mezzo a cui vivono: unica condizione è che non abbiano usato violenza o non abbiano istigato a usarla. In accordo con l'art.5: "Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura", l'organizzazione si schiera contro le torture di ogni genere, spesso praticate come strumento di lotta politica. Infine, in ottemperanza all'art. 3 della stessa Dichiarazione: "Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza della propria persona", A.I. interviene in difesa di coloro che, in tutto il mondo, sono condannati a morte.
L'organizzazione ha la sua sede centrale a Londra, dove funziona un Segretariato internazionale, centro di raccolta e di elaborazione delle informazioni provenienti da tutto il mondo. Chiunque è invitato a segnalare casi di violazione dei diritti umani al Segretariato che poi li trasmette, se ritiene il caso, alle varie sezioni nazionali; nessuna di queste, però, può interessarsi a prigionieri del suo stesso paese.
Nel 1989 A.I. contava circa 700.000 aderenti in 150 paesi; in Italia, la cui sezione è stata fondata nel 1975, i soci sono più di 22.000 e i gruppi di lavoro circa 108. Nel 1977, l'organizzazione è stata insignita del premio Nobel per la pace, grazie alla sua azione in difesa dei diritti umani.