amnioressi
Rottura delle membrane fetali (che avvolgono il bambino) in gravidanza. L’a. può avvenire in modo spontaneo o iatrogeno (cioè causato dal medico). Si divide in a. a termine e a. pretermine, a seconda dell’età gestazionale in cui avviene.
La diagnosi della rottura spontanea delle membrane fetali si effettua mediante 3 test del liquido cervico-vaginale, valutato con l’esame via speculum. Si diagnostica in base alla presenza di flusso di liquido amniotico defluente dall’orifizio uterino o presente in importanti quantità nella vagina. In assenza di questo segno, valori di pH >7,0 o il ferning (caratteristica formazione a falce del liquido amniotico osservabile al microscopio) sono gli altri due test che hanno circa il 90% di sensibilità e specificità. L’anamnesi (la paziente descrive perdita consistente di liquido dalla vagina) è corretta nel 90% dei casi. La presenza di oligoidramnio (➔) via indagine ecografica non è di per sé diagnostica.
È la rottura che avviene alla 37a settimana o successivamente. Il trattamento è uguale a quelle che avvengono tra la 34a e la 36a settimana. Le maggiori complicanze sono l’infezione uterina e neonatale, la cui incidenza aumenta con la latenza del tempo dalla rottura delle membrane. È indicata quindi l’ospedalizzazione, con induzione al parto entro 6÷12 ore dalla rottura. La somministrazione di ossitocina è un mezzo sicuro ed efficiente per l’induzione, ma si possono utilizzare anche prostaglandine o mezzi meccanici come il catetere di Foley (catetere vescicale con palloncino gonfiabile).
Nel caso di rottura spontanea delle membrane prima della 34a settimana, oltre i rischi di infezione per madre e feto, il rischio maggiore è quello del parto pretermine, con tutte le conseguenze per il neonato. La prognosi per il feto/neonato migliora sensibilmente con l’aumentare dell’età gestazionale. Tra la 23a e la 33a settimana il trattamento include ospedalizzazione, corticosteroidi per accelerare la maturazione fetale e antibiotici al fine di garantire il prolungamento della gravidanza senza l’insorgere di infezioni. Si tende a far partorire la donna in caso di anomalie del tracciato fetale, infezione uterina, travaglio, o raggiungimento delle 34 settimane. Nel caso di rottura delle membrane prima della 23a settimana, la prognosi è particolarmente sfavorevole, con elevata incidenza di morte o di grave handicap fetale o neonatale.
L’a. può essere causata dal medico, mediante un uncino di plastica. Di solito si effettua a termine, durante la parte attiva del primo stadio del travaglio del parto (per es., dopo la dilatazione di almeno 4÷5 cm). Studi randomizzati rivelano che l’a. iatrogena diminuisce la lunghezza del travaglio del parto in media di circa 60 minuti, ma può aumentare l’incidenza di parto cesareo a causa di un’aumentata incidenza di anomalie del tracciato fetale.