AMOLO
Successe a Regimiro prima dell'880 come vescovo di Torino. In questa città, nell'aprile di quell'anno, era presente a una "notitia". Nell'887 stipulò una convenzione con Giuseppe, vescovo di Asti. Secondo una notizia tramandata dal Chronicon Novalicense (p.301) egli, in data non precisata, fu scacciato dai Torinesi, che lo odiavano, e rimase fuori della sua diocesi per tre anni. Al ritorno, per vendetta, distrusse una parte della cinta muraria della città.
L'esilio di A., che lo Schiaparelli (p. 18) poneva nell'897-899, fu invece spostato dal Gabotto (pp. 55-56) al periodo 893-896; il vescovo, legato a Lamberto re d'Italia, sarebbe stato espulso da Torino all'atto della discesa di Arnolfo di Germania (893) e vi sarebbe rientrato dopo la definitiva partenza di Arnolfo (maggio 896); ciò spiegherebbe anche l'abbattimento delle mura, atto che rientrerebbe nei provvedimenti presi da Lamberto contro i fautori del rivale tedesco.Nell'898 A. venne fatto da Lamberto arcicancelliere, e in tale qualità riconobbe quattro diplomi di questo re. Nello stesso anno A. partecipò, al seguito di Lamberto, al concilio di Ravenna, nel corso del quale si procedette alla definitiva riabilitazione di papa Formoso. Dopo la morte di Lamberto (15 ott. 898) si sparse la voce, raccolta dal Chronicon Novalicense, che A. fosse stato complice della uccisione del re; ma l'accusa appare priva di ogni fondamento.
Anche Berengario I tenne in grande considerazione A. e l'8 marzo 899 emanò un privilegio a favore della chiesa di S. Nicomede di Parma per intervento di Amolo. Questa è l'ultima notizia che si ha di lui. Il Chronicon Novalicense afferma che egli sarebbe morto inseguendo il demonio apparsogli in forma di volpe: leggenda che era stata esemplata su quella simile già creata per Teodorico (cfr. Gabotto, p. 55).
Fonti e Bibl.: Monumenta Novalicensia vetustiora, a cura di C. Cipolla, I, Roma 1898, in Fonti per la storia d'Italia, XXXI, p.93; II, ibid. 1901, ibid., XXXII, pp. 300-302; I diplomi di Berengario I, a cura di L. Schiaparelli, Roma 1903, ibid., XXXV, p. 78; I diplomi di Guido e di Lamberto, a cura di L. Schiaparelli, Roma 1906, ibid., XXXVI,pp. 41, 92, 93. 95, 96, 98, 99; E. Dümmler, Gesta Berengarii, Halle 1871, P. 180; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. Il Piemonte, Torino 1898, pp. 322-325; L. Schiaparelli, I diplomi dei re d'Italia. Ricerche storico-diplomatiche. Parte II, in Bullett. d. Ist. stor. ital., XXVI (1905), pp. 17-18; S. Pivano, Stato e Chiesa da Berengario I ad Arduino, Torino 1908, pp. 55-57; T. Rossi F. Gabotto, Storia di Torino, I,Torino 1914, pp. 55-57, 399; G. Fasoli, I re d'Italia, Firenze 1949, pp. 46-47, 52, 54, 136; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., II, col. 1322.