AMORITI
. L'Antico Testamento dà agli antichi abitanti della Palestina e della Siria in genere il nome di Amoriti. In alcuni passi sono chiamati con questo nome gli abitanti precananei della Palestina, Isaia, XVII, 9 (secondo i Settanta); Ezechiele, XVI, 3, in altri le popolazioni occupanti il territorio ad occidente del Giordano, Giosuè, X, 5; Giudici, I, 34-36, ecc., in altri infine le tribù al di là, ad oriente del fiume, Numeri, XXI, 13 e 21, Giosuè, II, 10, ecc. Sembra, secondo quanto dice la Bibbia, che gli Amoriti e i Cananei fossero in fin de' conti lo stesso popolo e che i primi fossero gli antenati dei secondi, i Cananei del passato.
Che le indicazioni della Bibbia corrispondano in un certo senso alla realtà è dimostrato dalle antiche iscrizioni babilonesi ed egiziane. Queste ultime chiamano il territorio della Siria Amar, con un termine che è certo designazione etnica. I Babilonesi chiamano la Siria e qualche volta anche tutto il territorio a occidente della Babilonia col nome di Amurru, scritto di solito con gli ideogrammi Mar-tu. Quest'ultimo nome è antichissimo, anteriore alla prima dinastia babilonese. Però dalla seconda metà circa del II millennio a. C. Amurru significa soltanto la Siria, oppure, con accezione ancor più ristretta, il territorio a settentrione della Palestina fino al Tauro e all'Asia Minore. Rimase però sempre viva presso i Babilonesi e gli Assiri un'eco della primitiva estensione del termine Amurru nella divisione geografica di tutto il territorio attorno la Babilonia e Assiria nei paesi di Subaru a nord, Amurru ad occidente ed Elam ad oriente.
Ai nostri giorni per Amoriti o Amorriti s'intendono i popoli abitanti la Siria antica fino al definitivo formarsi della nazione ebraica. Si suppone che questi popoli fossero di lingua semitica e che emigrassero in parte anche nella Babilonide e in Mesopotamia. Ma sulla loro antica civiltà, sulla loro lingua e sulla loro razza siamo ancora molto male o punto informati. Nei monumenti egiziani i popoli di Amar sono rappresentati con pelle gialla, occhi azzurri e ciglia rosse, e portano la barba. Le lettere di Tell el-‛Amārnah gettano qualche raggio di luce sulle loro condizioni nella prima metà del II millennio. Essi parlano una lingua semitica e hanno una religione di tipo semitico. Il loro paese è diviso in piccoli principati, che continuamente si dilaniano a vicenda, e soltanto a stento possono difendersi dalle continue incursioni dei predoni beduini. Perciò sono costretti a invocare sempre l'aiuto dell'Egitto, il cui faraone esercita sopra il paese una specie di protettorato o la sovranità. La cultura amorita di quel tempo è tutta sotto l'azione della superiore civiltà egiziana. Nel paese di Amurru l'Egitto ha esercitato sempre tanto politicamente quanto spiritualmente grande azione, alquanto superiore a quella esercitata dalla Babilonia: quest'ultima era in contatto meno diretto col paese. Qua e là si erano stabiliti in Siria piccoli nuclei di audaci razziatori e conquistatori, i quali, se dai nomi che portavano i loro principi possiamo trarre conclusioni riguardo alla loro nazione, dovrebbero essere stati in rapporto con schiatte di lingua aria. Al nord si stanziarono in questo torno di tempo gli Ittiti e formarono una civiltà mista, nella quale sul fondo amorita si elevano molti elementi di civiltà anatolica. La popolazione di Amurru era dunque molto complessa. Da quanto si conosce finora per iscavi e per notizie che possiamo trarre dalle iscrizioni babilonesi ed egiziane e dall'Antico Testamento, la civiltà di questo paese era una civiltà di riflesso, non originale, ma recettizia. Tanto più inverosimili devono sembrare quindi le opinioni emesse recentemente da alcuni studiosi dell'antica civiltà dell'Asia anteriore sulla parte che avrebbero avuto nella formazione della civiltà della Babilonia e Assiria gli abitanti della Siria antica. Il più deciso rappresentante di questa tesi, A. T. Clay, sostiene che gli Amoriti sono i veri fondatori della civiltà babilonese, che sono stati essi ad importare la loro alta civiltà, sbocciata al tempo della massima espansione dell'impero amorita, in Babilonia, e a creare specialmente la religione babilonese col suo vasto e ricco pantheon i suoi miti, le sue leggende. Tutto insomma o quasi tutto nella civiltà babilonese sarebbe di origine amorita, occidentale. Questa tesi non ha trovato che pochi seguaci; è seguita però da molti in forma attenuata. I dati forniti dagli scavi e dalle fonti babilonesi ed egiziane non la confermano. Non c'è dubbio alcuno che gli Amoriti s'infiltrarono e invasero la Babilonia e che fondarono la famosa prima dinastia di Babele, che si suole chiamare anche dinastia amorita; ma in quel tempo gli Amoriti erano, per quanto riguarda la loro civiltà, inferiori ai Babilonesi e la cultura sumera era già nello stadio di sua decadenza. Gli scavi recenti fatti sulla costa fenicia dimostrano d'altro canto sempre più la dipendenza della civiltà amorita da quella egiziana e la completa recettività della prima.
Bibl.: A. T. Clay, The empire of the Amorites, New Haven e Londra 1919; The antiquity of Amorite civilization, New Haven 1924; Amurru, the home of the Northern Semites. A study showing that the religion and culture of Israel are not of Babylonian origin, Philadelphia 1909. Contro, si veda: Th. Bauer, Die Ostkanaanäer. Eine philologisch-historische Untersuchung über die Wanderschicht der sogenannten Amoriter in Babylonien, Lipsia 1926.