AMORREI
Denominazione convenzionale di un gruppo di genti e di dinastie semitiche, che intorno al 2000 a. C. si affermano in Mesopotamia, Siria e Palestina. La convenzionalità della denominazione (sumerico mar. tu, accadico amurrū, egiziano imr[y], ebraico ĕmorī ma con diverso significato, su cui cfr. oltre) deriva dal fatto che essa compare sia prima sia dopo le genti e le dinastie in questione a designare, nelle fonti mesopotamiche, l'"occidente" e gli "occidentali"; dei quali gli A. sono una parte, ma una parte soltanto.
Assumendo comunque la denominazione convenzionale, si può ravvisare l'origine degli A. nel deserto arabo, donde s'irradia la loro conquista delle regioni circostanti. Intorno al 2020 a. C. (secondo la cronologia cosiddetta "media") le nuove dinastie, caratterizzate da una specifica onomastica, sono al potere in Mesopotamia; intorno al 1900 i "testi di esecrazione" egiziani le mostrano dominanti in Siria e Palestina; intorno al 1800 a. C. gli archivî scoperti a Mari (v.) ne illustrano ampiamente le vicende; infine l'apice della potenza è raggiunto con la I dinastia di Babilonia sotto il re Hammurapi (1792-1750).
La storia degli A. si chiude intorno al 1595, con la scorreria hittita che pone fine alla I dinastia di Babilonia. Tuttavia il nome continua a comparire nelle fonti, anche fuori della Mesopotamia: nei testi di Tell el ‛Amārnah, Amurrū designa uno stato siriano; nell'Antico Testamento, l'etnico ĕmōrī indica gli abitanti preisraelitici della Siria-Palestina in genere e dell'interno montuoso in particolare. Nell'uno e nell'altro caso sono da vedere con ogni verosimiglianza fenomeni di adozione fuori sede, con significato in parte alterato, del nome originariamente accadico usato per designare l'"occidente" e gli "occidentali".
La lingua degli A., desumibile in massima parte dai nomi proprî, rivela caratteri tipici del semitico occidentale e si avvicina notevolmente all'arabo nella conservazione di elementi protosemitici.
Bibl.: T. Bauer, Die Ostkaananäer, Lipsia 1926; E.-P. Dhorme, Les Amorrhéens, in Revue biblique, XXXVII (1928), pp. 63-79, 161-80; XXXIX (1930), pp. 161-78; XL (1931), pp. 161-84; S. Moscati, I predecessori d'Israele, Roma 1956, pp. 75-126; J.R. Kupper, Les nomades en Mésopotamie au temps des rois de Mari, Parigi 1957, pp. 147-247; D.O. Edzard, Die "Zweite Zwischenzeit" Babyloniens, Wiesbaden 1957; I.J. Gelb, La lingua degli Amoriti, in Rendiconti dell'Accademia nazionale dei Lincei, serie 8ª, XIII (1958), pp. 143-64; S. Moscati, La questione degli Amorrei, ibid., pp. 356-65.