Oz, Amos
Scrittore israeliano, nato a Gerusalemme il 4 maggio 1939. Per un lungo periodo (1957-86) ha condiviso l'esperienza di vita comunitaria del kibbuz Ḥulda; ha studiato filosofia e letteratura all'università ebraica di Gerusalemme, quindi a Oxford. Negli anni Sessanta, insieme con altri scrittori (A. Yehoshua, D. Grossman ecc.), ha fondato il movimento pacifista Shalōm 'akhshāv (Pace ora). Nel 1987 si è trasferito nel Negev, dove insegna letteratura ebraica presso l'Università Ben Gurion. Per la sua opera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Bialik (1986), il Prix Femina (Parigi, 1989) e il premio Israele (1998), che gli è stato assegnato nonostante le proteste della destra israeliana.
La minuta attenzione agli aspetti della vita quotidiana, l'esuberanza della scrittura e la volontà di indagare nei malesseri individuali e della società sono i tratti salienti dell'opera di Oz. Fin dagli esordi (la raccolta di nove racconti Arṣōt ha-tan, 1965, La terra degli sciacalli; il romanzo Maqōm aḥēr, 1966, Un altro posto) l'interesse dello scrittore si è rivolto al mondo interiore dei personaggi e alle loro intime contraddizioni, senza trascurare il contesto della realtà israeliana - il kibbuz, l'esercito, il rapporto conflittuale con gli Arabi - che fa sempre da sfondo alla narrazione. Tali caratteristiche connotano anche il romanzo Mīkhā'ēl shelī (1968; trad. it. Michael mio, 1975), con cui lo scrittore ha raggiunto la notorietà internazionale: ambientato a Gerusalemme prima della crisi di Suez, esso narra attraverso le insoddisfazioni e i sogni della protagonista, Hanna, la storia di una giovane coppia di intellettuali in crisi.
La sua fama si è poi consolidata con la pubblicazione di numerose opere: il romanzo 'Ad mavet (1971, Fino alla morte); Har ha-'eṣā ha-ra'ā (1976, La collina del cattivo consiglio), raccolta di novelle ambientate in Palestina durante l'epoca del mandato britannico; il romanzo Menūḥā nekhōnā (1982, Giusto riposo), sulla vita del kibbuz; la lunga novella epistolare Qufsā sheḥōrā (1987, Scatola nera). L'amore e le relazioni familiari sono i temi affrontati in Lada'at ishā (1989; trad. it. Conoscere una donna, 1992) e in Al tagīdī layla (1994, Non dire notte), mentre in Ha-maṣāv ha-shelishī (1991; trad. it. Fima, 1997) è tratteggiato l'impietoso ritratto di un egocentrico cinquantenne, Efraim detto Fima, che consuma la vita in dissertazioni filosofico-politiche, incapace di assumere responsabilità concrete.
O. è anche autore di libri per ragazzi, tra cui Sumkhī (1978; trad. it. Soumchi, 1997), romanzo ambientato poco prima della proclamazione dello Stato di Israele, che lascia trasparire, attraverso le peripezie di un bambino, la speranza in un futuro di pacifica convivenza tra Ebrei e Arabi.
Favorevole al processo di pace e alla nascita di uno Stato palestinese, lo scrittore ha esposto le sue posizioni politiche in numerosi articoli e in saggi quali Be-ōr ha-tekhēlet ha-azā (1979, Alla luce di questo splendente azzurro) e Po we shām be-ereṣ Yiśrā'ēl (1983; trad. it. In terra d'Israele, 1992). Di carattere autobiografico è Pantēr ha-martēf (1995, Una pantera nella cantina).
bibliografia
Modern literature in the Near and Middle East 1850-1970, ed. R. Ostle, London 1991.
C. Guandalini, Il tempo delle scelte: il riscatto del cittadino israeliano nel romanzo 'Conoscere una donna' di Amos Oz, in Oriente moderno, 1992, 1-6, pp. 127-33.
E. Trevisan Semi, La narrativa di A.B. Yehoshua e di A. Oz degli anni Ottanta: dal tempo sacro al tempo profano, dallo spazio sacro allo spazio profano, in Rassegna mensile di Israele, numero dedicato a Letteratura ebraica israeliana, a cura di G. Sciloni, marzo 1993, pp. 83-112.
N. Zach, Come un poeta israeliano vede la prosa contemporanea del suo paese, in Rassegna mensile di Israele, numero dedicato a Letteratura ebraica israeliana, a cura di G. Sciloni, marzo 1993, pp. 113-35.
H. Wirth-Nesher, City codes: reading the modern urban novel, Cambridge-New York 1996.
E. Jona, Acuto logorroico, in L'Indice dei libri del mese, 1998, 8, p. 19.