anafilassi
Reazione allergica di tipo immediato che provoca lesioni tissutali gravi e spesso fatali in soggetti che entrano in contatto con un antigene verso il quale hanno sviluppato fenomeni di sensibilizzazione.
L’instaurarsi delle lesioni tissutali nell’anafilassi è legato al verificarsi di tre fasi:
(a) la sensibilizzazione;
(b) la fase di latenza;
(c) lo scatenamento.
Per sensibilizzazione attiva si intende l’inoculazione di un antigene (proteine, polisaccaridi, lipopolisaccaridi ecc.) in grado di determinare la produzione di un livello sufficiente di anticorpi.
Nell’uomo le possibili vie di introduzione dell’antigene sono:
(a) sottocutanea (per es., puntura di ape);
(b) respiratoria (aerosol);
(c) gastroenterica (cibi).
Ai fini della sensibilizzazione è importante la capacità di produrre le immunoglobuline che mediano l’anafilassi, che nell’uomo sono le IgE o reagine e in parte le sottoclassi delle IgG. La sensibilizzazione passiva avviene per inoculazione di antisiero o di una preparazione di anticorpi contenenti quantità relativamente elevate di reagine o di altre immunoglobuline anafilattogene. L’inoculazione può avvenire per via intradermica, intraperitoneale o endovenosa, quest’ultima di maggiore efficacia e la durata della sensibilizzazione dipende dalla quantità di anticorpo inoculata e dalla vita media dell’anticorpo stesso. Il periodo di latenza è l’intervallo di tempo che deve trascorrere fra la sensibilizzazione e lo scatenamento della reazione anafilattica e rappresenta l’intervallo di tempo necessario per la produzione di un livello sufficiente di anticorpi. È di durata variabile, a seconda del tipo di sensibilizzazione. Parte degli anticorpi prodotti è evidenziabile nel siero, mentre una piccola parte si lega a cellule bersaglio e rimane pertanto disponibile anche quando il livello ematico degli anticorpi è ridotto. Nel caso della sensibilizzazione passiva, il periodo di latenza rappresenta il tempo nel corso del quale l’anticorpo viene ‘fissato’ alla cellula bersaglio. La quantità di antigene necessaria nella seconda inoculazione per scatenare una reazione anafilattica mortale è inversamente proporzionale alla quantità di antigene inizialmente introdotto e alla durata del periodo di latenza. Nella fase di scatenamento il complesso antigene-anticorpo si lega a recettori specifici posti sulla membrana cellulare dei mastociti o dei basofili del sangue. Di conseguenza si ha la liberazione di composti vasoattivi (chinine, istamina, SRSA o Slow reactive substance of anaphylaxis ecc.) in grado di esaltare la permeabilità vasale e di indurre la contrazione della muscolatura liscia. Questi fenomeni rappresentano i meccanismi patogenetici fondamentali della sintomatologia dell’anafilassi. Nell’uomo l’anafilassi si manifesta a seguito di somministrazione di un antigene cui il paziente era già stato in precedenza sensibilizzato: cibi, farmaci, punture di insetti, inoculazione di sieri. La sintomatologia obiettiva è caratterizzata da varie alterazioni: respiro superficiale e frequente oppure raro, fino alla semiapnea o all’apnea; alterazioni cutanee, dovute a turbe della circolazione; rilasciamento della muscolatura; marcata ipotensione con polso impercettibile. Possono sopraggiungere edema della glottide o edema polmonare con evoluzione fatale.
→ Alimentazione. Intolleranze alimentari