ISOPICNOMERICA, ANALISI (dal gr. ἴσος "uguale", πυκνός "denso" e μέρος "parte")
L'analisi isopicnomerica ha per scopo la suddivisione d'una miscela di minerali, e talvolta di altre sostanze, di diverso peso specifico in porzioni nelle quali sia contenuto un solo minerale oppure un ristretto numero di minerali, aventi peso specifico fra loro poco diverso, mediante il sussidio di speciali liquidi comunemente detti "liquidi pesanti".
Il metodo è specialmente usato nello studio delle rocce, associato alle altre indagini. Il materiale da analizzare, qualora non si tratti di sabbie, deve prima essere frantumato e ridotto in forma sabbiosa in modo che i singoli granuli siano costituiti da una sola specie minerale. Pertanto con la stacciatura si devono allontanare i frammenti o granuli troppo grossi, presumibilmente non formati da un solo minerale, e talvolta anche quelli troppo piccoli che non consentono o rendono incerta l'utilizzazione delle proprietà ottiche.
In alcuni casi, come per le rocce argillose e marnose, la disaggregazione si fa per stemperamento nell'acqua, oppure, per le rocce clastiche a cemento calcareo e per i calcari stessi, con acidi cloridrico e nitrico diluiti. Con successive lavature e decantazioni, allontanando la parte argillosa oppure troppo fina, si ottiene il residuo sabbioso adatto alla separazione dei singoli minerali. Questa separazione, che meno propriamente è detta anche separazione meccanica, è basata sul principio che immettendo in un liquido di conveniente peso specifico una mescolanza di minerali in cristalli, in frammenti o in polvere, alcuni vi galleggiano e altri vi si affondano secondo che il loro peso specifico è minore oppure maggiore di quello del liquido. Lasciato il liquido un poco in riposo, si avranno due porzioni, una che galleggia e l'altra caduta al fondo, che occorre raccogliere senza che si rimescolino. Ripetendo l'operazione con liquido di altro peso specifico, ciascuna frazione può essere suddivisa in altre due porzioni, e così di seguito in modo che le differenze di peso specifico, fra i minerali d'una stessa porzione, siano contenute entro limiti molto vicini.
Con i liquidi attualmente in uso si possono fare separazioni fino al peso specifico 5,40, sufficienti nella maggior parte dei casi. Alcuni liquidi sono soluzioni acquose, di uso molto comodo, perché diluibili con acqua e rigenerabili per concentrazione a bagno-maria, altri sono liquidi organici non diluibili con acqua, altri infine sono ottenuti per fusione. La scelta del liquido è subordinata a varie circostanze, anche in vista delle ulteriori indagini da eseguire, specialmente assenza di sostanze solubili nel liquido o capaci di reagire con esso. Il peso specifico del liquido si determina col picnometro oppure per mezzo di una serie di indicatori fatti con pezzetti di minerali o di vetri e smalti colorati dei quali si conosce già il peso specifico. La separazione avviene tanto meglio quanto minore è la viscosità del liquido e quanto maggiore la differenza di peso specifico fra il liquido e i minerali da separare. In generale è vantaggioso trattare piccole quantità di materiale con molto liquido. La centrifugazione può giovare nel caso di polveri finissime e nella separazione di materiali argillosi.
Per eseguire la separazione si usano apparecchi in vetro, somiglianti ai comuni imbuti a tappo e rubinetto. Ne sono stati proposti ottimi tipi; alcuni semplicissimi di facile costruzione perché senza rubinetti.