archeologia, analisi spaziali per l'
archeologìa, anàlisi spaziale per l’. – Analisi quantitativa di fenomeni archeologici connessi con la distribuzione delle testimonianze nell’ambito di un territorio o di un insediamento, quale indice per lo studio dell’organizzazione umana dello spazio antico. Affermatasi già negli anni Settanta del 20° sec. in ambito anglosassone, grazie all’eco suscitata dagli studi di geografia quantitativa e di ecologia, l’analisi spaziale si è rivolta all’applicazione di tecniche di analisi statistica per lo studio formale dei processi di aggregazione e concentrazione delle testimonianze e delle loro reciproche relazioni, attraverso schemi e modelli quantitativi che sintetizzano la natura e l’essenza dei fenomeni di distribuzione. L’analisi, che non può prescindere dal considerare gli effetti esercitati dai fenomeni deposizionali e postdeposizionali, si basa sul presupposto metodologico che la logica distributiva non è mai casuale, ma è frutto di scelte programmatiche dei criteri di occupazione dello spazio. Con l’affermarsi dei sistemi informativi geografici (GIS), le analisi spaziali assumono dagli anni Novanta proporzioni più ampie e finalità diversificate. Il concetto di spazio come qualità relativa alla posizione delle evidenze materiali, legato alla produzione di carte di distribuzione, si amplia per affrontare l’analisi di strutture complesse, in cui morfologia del terreno e azione antropica divengono componenti essenziali per la ricostruzione delle dinamiche del popolamento antico. Beneficiando del confronto con altre discipline e avvalendosi di nuovi sistemi di posizionamento satellitare, gli studiosi si soffermano su questioni di metodo ancora aperte, che riguardano le diverse modalità di acquisizione e rappresentazione formalizzate del dato spaziale. Nelle indagini di superficie si ribadisce l’importanza di fissare i criteri di acquisizione dei dati, anche in relazione alle modalità con cui essi vengono raccolti, e nello scavo archeologico le problematiche di localizzazione puntuale dei manufatti vengono arricchite da quesiti specifici sull’uso dello spazio in una prospettiva funzionale. Nella fase di analisi dei dati, le tecniche di statistica spaziale, basate sull’elaborazione di modelli digitali del terreno (v.), si rivolgono allo studio di variabili che descrivono fattori naturali e antropici che nell’antichità possono essere stati determinanti ai fini della distribuzione dei siti nel territorio e delle evidenze archeologiche all’interno di un sito. Nell’archeologia del paesaggio, alle analisi effettuate in base al calcolo delle distanze, che si avvantaggiano della georeferenziazione dei dati per quantificare fattori singoli e multipli (distanza dai corsi d’acqua, fra siti, fra siti e percorsi viari, fra insediamenti maggiori e minori), si affiancano altri tipi di analisi basate sul movimento e sulla visibilità, che favoriscono lo studio dell’influenza esercitata dalle antiche barriere naturali e artificiali sulle modalità di spostamento nello spazio e delle implicazioni della percezione visiva dell’uomo nelle scelte di carattere insediativo, urbanistico e architettonico. I modelli predittivi, sperimentati per effettuare previsioni sulla localizzazione dei siti archeologici, si caricano di una valenza programmatica per la valutazione del rischio archeologico (v.) ai fini della tutela del patrimonio culturale in rapporto alla pianificazione urbanistica e territoriale. Nel superamento dell’approccio deterministico in favore di una configurazione storico-sociale pluristratificata della struttura organizzativa del territorio, nasce nei Paesi del Mediterraneo, sotto la spinta dei medievisti francesi, un nuovo settore della ricerca archeologica, l’archeogeografia, che studia la memoria, la trasmissione e la trasformazione nel tempo di specifiche forme di pianificazione rurale e urbana, quali per esempio la centuriazione romana e l’incastellamento medievale. Integrando e superando principi e metodi dell’a. s. di stampo anglosassone e con una visione cronologicamente trasversale, l’archeogeografia propone procedure di indagine integrate per il rinnovamento della topografia storica, avvalendosi dell’apporto dell’archeologia preventiva (v.), dei metodi informatizzati di analisi del territorio e del dialogo tra studiosi dell’antichità, storici, geografi e paleoecologisti.