analogabile
agg. Che può essere, o essere considerato, analogo.
• L’arcidiocesi calca ancora la mano estendo la sua disapprovazione alle convivenze in generale, che non dovrebbero godere delle stesse tutele legislative del matrimonio: «Né le convivenze, né le unioni omosessuali sono un fenomeno analogo o analogabile alla famiglia fondata sul matrimonio; per motivi diversi, ciascuna di queste esperienze si allontana in modo radicale dal modello coniugale della famiglia, e soprattutto presenta caratteristiche che impediscono di ricorrere al diritto per trovare protezione e riconoscimento analoghi a quelli che l’ordinamento offre per il matrimonio». (Giovanni Tomasin, Piccolo, 22 giugno 2012, p. 18) • È il femminile che ci orienta verso l’alto, perché è la donna (e non l’uomo) colei che custodendo la vita nel suo grembo esprime la forma di amore più analogabile, per noi, a quello che Dio nutre per le sue creature. (Francesco D’Agostino, Avvenire, 30 marzo 2014, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dall’agg. analogo con l’aggiunta del suffisso -abile.
- Già attestato nel Piccolo del 21 febbraio 2007, p. 4, Gorizia (Franco Gismano).