anamorfosi
anamorfòsi (o, alla gr., anamòrfosi) [Der. del gr. anamórphosis "riformazione"] [ALG] A. geometrica: (a) corrispondenza geometrica ottenuta proiettando da un punto O i punti di una figura F, giacente su un piano S, su una superficie S', piana o curva; su quest'ultima si forma una figura corrispondente punto per punto alla F, ma di norma deformata rispetto a questa (fig. 1). Oltre che in ottica (v. oltre), l'a. è sfruttata largamente anche nella nomografia, in genere allo scopo di semplificare; per es., è un'a. la trasformazione da z=xy a log z, che muta il nomogramma di z da una famiglia di iperboli equilatere a una famiglia di rette parallele; (b) in partic., nella nomografia, trasformazione di una funzione f in altra funzione F il cui nomogramma sia più semplice, o più idoneo a un determinato scopo. ◆ [OTT] A. ottica: si produce talora per trasmissione, come nell'a. geometrica della fig. 1, talaltra per riflessione (fig. 2) e per rifrazione. Esistono poi sistemi anamorfizzatori, o anamorfici per produrre a. di volute caratteristiche, per es. per fare in modo che l'ingrandimento orizzontale sia diverso da quello verticale (come occorre in alcune proiezioni cinematografiche ad ampio schermo). Tali sistemi ottici sono fondati, in genere, sull'uso di componenti privi di simmetria di rivoluzione (prismi, lenti cilindriche, ecc.).