anamorfosi
anamorfòsi (o anamòrfosi) s. f. invar. – Ogni carta geografica costituisce il risultato di una a., in quanto il procedimento (proiezione) usato per passare dalla superficie terrestre sferoidale alla superficie piana implica necessariamente una deformazione (delle forme, delle dimensioni delle superfici, delle linee di costa, degli angoli ecc.). In cartografia, tuttavia, si parla di a. in senso proprio quando il disegno cartografico non fa riferimento al sistema metrico euclideo e forme e posizioni risultano intenzionalmente deformate secondo parametri differenti dal rapporto di scala lineare. Nelle a. cartografiche non è il piano di proiezione ma la variabile da rappresentare a imporre le deformazioni, così da esprimere un peso o una relazione. Per esempio, se una carta anamorfica della popolazione mondiale per Paese rappresenta ogni essere umano attribuendogli la stessa quantità di superficie, i confini dei singoli paesi ne risultano necessariamente modificati, per adattarsi al numero di abitanti per Paese: la Cina e l’India appaiono assai ingrandite rispetto alla cartografia in scala, gli Stati Uniti risultano molto ridotti, la Russia si assottiglia fin quasi a sparire nella sezione asiatica.
La realizzazione di cartogrammi anamorfici risale alla metà del sec. 20°, ma un impiego più esteso dell’a. in cartografia tematica si è sviluppato soprattutto negli ultimi decenni del secolo scorso (in relazione alla disponibilità degli elaboratori, necessari per applicare gli algoritmi di deformazione e per la restituzione grafica), fino a conquistare negli ultimi anni atlanti, giornali e i media in generale. I diversi metodi di trasformazione presentano tutti, da un lato, un’indiscutibile dimensione pedagogica e ludico-estetica, che ne fa eccellenti strumenti di comunicazione; dall’altro lato, tendono a ottimizzare la visualizzazione di certi fenomeni e a far apparire le relazioni sottostanti. L’a. classica consiste nella rappresentazione di aree (per es. stati) mediante rettangoli o altri poligoni, con i quali si compone una superficie proporzionale a un dato statistico (numero di abitanti, quantità di un prodotto ecc.), disegnata in modo da evocare la forma dello Stato. Ultimamente si ricorre piuttosto a modelli matematici complessi, come quelli derivati dallo studio della resistenza dei materiali (dilatazione e contrazione). Una diversa possibilità consiste nell’identificare posizioni relative di luoghi in funzione delle relazioni percepite tra diversi punti (distanze, prossimità, somiglianze ecc.) e si basa su modelli statistici messi a punto nei settori della psicologia, della geografia quantitativa e della cartografia elastica. Data la natura della sua costruzione, questo tipo di carte, contrariamente alla cartografia tematica tradizionale (che permette analisi multiple), consente l’elaborazione di una sola variabile per volta. Un altro limite tecnico, rispetto alla cartografia tradizionale, è nel fatto che l’algoritmo utilizzato per definire la deformazione esige che, per ogni area rappresentata (Stato, continente, regione, secondo la scala di analisi), sia conosciuto o stimato un valore numerico; l’a. cartografica, in altri termini, non consente di lasciare spazi ‘vuoti’, privi di dato, giacché questi spazi scomparirebbero dalla carta e ne risulterebbe una visione falsata del fenomeno rappresentato. Svariati siti Internet propongono ormai, specialmente per uso didattico, centinaia di carte anamorfiche che riguardano fenomeni e regioni di tutto il mondo, generalmente basandosi su dati di fonte internazionale (ONU, OMS, Banca mondiale ecc.). È così possibile accedere a carte della popolazione censita o stimata a differenti date o basata su proiezioni demografiche di vario genere, a carte specifiche sulle varie forme di mobilità (dai movimenti dei profughi a quelli turistici) e di trasporti, sugli scambi commerciali, sull’inquinamento (emissione di carbone nell’atmosfera, qualità dell’acqua ecc.), sul lavoro (lavoro infantile, disoccupazione), sulla sanità e così via.