Anassimene di Mileto
di Mileto Filosofo (585 o 584 - tra 528 e 524 a.C.). Fu forse condiscepolo di Anassimandro e suo ideale successore nella scuola di Mileto. In stile semplice e piano, nel nativo dialetto ionico, diffuse le conoscenze astronomiche della scuola ionica, dallo gnomone alle eclissi. Nell’ambito della ricerca dell᾿ἀρχή, ossia di quel «principio» delle cose che tutti i filosofi ionici indagano, A. lo individua – come Talete e a differenza di Anassimandro – in una delle cose particolari, ossia nell’aria. Si tratta tuttavia dell’elemento che meno sembra fornito di limite e di forma, e ciò dimostra che in qualche modo egli avrebbe tenuto presente la dottrina di Anassimandro. Dall’aria, secondo A., derivano tutte le cose e nell’aria tutte le cose si dissolvono: ciò avviene attraverso un duplice e antitetico processo di condensazione (che conduce alla generazione di venti, nuvole, acqua, terra, ecc.) e di rarefazione (che dà origine al fuoco). L’aria è sempre in movimento, e il caldo e il freddo non sono qualità a sé stanti, bensì effetti secondari del movimento: la concezione di A. costituisce quindi un passo importante verso una concezione interamente meccanicistica dell’Universo. L’aria è anche quel respiro che indica la vita del corpo organico e che secondo i primitivi è l’anima; così egli può considerare l’aria come principio promotore e conservatore della vita cosmica.