ANASSIMENE di Mileto
Filosofo greco, fiorito, a quanto sembra, verso il 546/5 a. C., e morto nell'olimpiade LXIII (528/5). Giovane amico di Anassimandro, contribuì pure fortemente alla creazione della scienza nella scuola di Mileto. In stile semplice e piano, nel nativo dialetto ionico, egli diffonde le conoscenze astronomiche della scuola dallo gnomone alle eclissi pur in mezzo alla strana concezione che gli astri non passino sotto la terra, ma si muovano intorno ad essa, allo stesso modo che il cappello si muove intorno alla testa.
Educato alla scuola di Anassimandro, riconosce anche Anassimene il movimento eterno in cui si trovano travolte le cose tutte nei loro incessanti mutamenti, specie nei fenomeni fisici e meteorologici. D'altra parte, nell'intuizione di Anassimandro, erano appunto i fenomeni fisici e meteorologici fatti derivare tutti, quasi, come da causa prima, dal vento che spira dal flusso dell'aria: omnia ad spiritum retulit, dice Censorino. Non era, perciò, naturale indurne, ch'era precisamente l'aria, nel mutamento delle cose tutte, quello che vi rimane costante, e ne costituisce, quindi, la sostanza immutabile, la loro essenza?
"Come l'anima nostra, egli dice, è aria e ci tiene insieme per questo, così l'aria e il soffio contengono insieme il mondo intero" (framm. 2 Diels). Tanto più che la facilità, propria all'aria, di trasformarsi era ben adatta a spiegare la mutevolezza delle cose.
I contrarî, voluti da Anassimandro come essenza delle cose, il caldo e il freddo, l'umido e l'asciutto, Anassimene non li nega, ma ammette che essi siano trasformazioni (πάϑη) dell'unica sostanza aria. L'aria compressa e condensata è il freddo: l'aria rarefatta e flaccida, egli dice, è il caldo. Nasce così la dottrina della rarefazione e della condensazione, la quale da Teofrasto viene attribuita in proprio ad Anassimene, e la quale ha avuto, poi, una parte così notevole nella fisica posteriore.
L'aria, inoltre, è infinita, come l'απειρον di Anassimandro. E dall'aria infinita nascono "le cose presenti e passate e future e le cose divine e gli dei" nei mondi che si succedono infinitamente "secondo determinati periodi di tempo".
Bibl.: H. Diels, Die Fragmente der Vorsokratiker, I, 4ª ed., Berlino 1922, p. 22 segg.; Tannery, A. et l'unité de substance, in Rev. Philos., 1883; A. Covotti, La Scuola di Mileto, in Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, 1917.