ANASTASIO Sinaita ('Αναστάσιος Σιναΐτης)
Monaco e abate del monastero del Monte Sinai, donde spesso discese per disputare con gli eretici e con i giudei d'Egitto e di Siria. Parecchi punti della sua vita restano ancora oscuri, né è ben conosciuta e delimitata la sua produzione letteraria, in parte inedita. Le principali opere di Anastasio sono: 1. la Guida (‛Οδηγός, Viae dux), diretta a combattere le molteplici eresie del tempo, in 24 capitoli; 2. una raccolta di 154 domande e risposte ('Ερωτήσεις καὶ ἀποκρίσεις) su diversi argomenti teologici, molto rimaneggiata e in parte spuria; 3. Contemplazioni anagogiche sull'Esamerone (in dodici libri, di cui i primi undici sono editi solo nella traduzione latina), per dimostrare che tutti i particolari della creazione si debbono riferire a Cristo e alla Chiesa. Tra le opere minori sono da ricordare un discorso sulla comunione, due trattati sulla creazione dell'uomo ad immagine di Dio, una breve relazione sulle eresie e sui sinodi, ecc. Alcuni critici inclinano ad attribuirgli il florilegio Doctrina patrum de incarnatione Verbi, una delle fonti più preziose per la storia della teologia del sec. VII; però lo Stiglmayr (Byzantinische Zeitschrift, XVIII, 1909, pp. 14-40) lo rivendica ad Anastasio apocrisiario. Negli scritti di Anastasio già affiora l'uso del metodo aristotelico pure aristotelico è il carattere dell'antropologia del Sinaita.
Bibl.: Per le opere di A., v. Migne, Patrologia Graeca, LXXXIX, coll. 35-1288; cfr. O. Bardenhewer, Patrologia, III, Roma 1903, pp. 66-68; Th. Spačil, La teologia di S. Anastasio Sinaita, in Bessarione, XXVI (1922), pp. 157-178; XXVII (1923), pp. 15-44.