anatomia
Scienza che studia la forma e la struttura degli esseri viventi: deve il suo nome al metodo di indagine, la dissezione, che ancor oggi, pur integrato da moderni e perfezionati metodi di ricerca, continua ad avere fondamentale importanza nello specifico campo di studio.
L’affermazione dell’a. come scienza avvenne presso i Greci; Alcmeone da Crotone viene indicato come primo autore di un’opera anatomica; in epoca ellenistica l’a. raggiunse l’apice dello splendore nella scuola medica di Alessandria, a opera soprattutto di Galeno, Erofilo ed Erasistrato. Nei secoli successivi ostacoli prevalentemente religiosi determinarono una profonda involuzione degli studi anatomici. Solo nel 14° sec. l’a. ritrovò nelle dissezioni sul cadavere la base delle sue indagini e del suo insegnamento. Nel Rinascimento, gli studi anatomici rifiorirono vigorosamente. Leonardo da Vinci intraprese sistematiche ricerche, compiendo numerose osservazioni ed elaborando la prima iconografia anatomica scientifica. L’indagine anatomica obiettivamente e sistematicamente condotta trovò in A. Vesalio (1514-1564) il suo innovatore. L’opera di Vesalio fu proseguita da G. Falloppia (1523-1562), autore di ricerche sull’orecchio, sulle ossa e sugli organi genitali. Nel quadro di questo rinnovato interesse per gli studi anatomici vanno ricordate le osservazioni di G. Fabrici d’Acquapendente (1533-1619) sulle valvole delle vene, di B. Eustachio (1500 ca.-1574) sull’orecchio, di J.G. Wirsung (1600 ca.-1643), Th. Wharton (1614-1673) e N. Stenone (1638-1686) sulle ghiandole, e di Th. Willis (1621-1675) sul sistema nervoso. Nel 17° sec. i maggiori contributi alle ricerche anatomiche furono apportati da M. Malpighi (1628-1694) e da A. van Leeuwenhoek (1632-1723), che per primi ricorsero all’ausilio del microscopio. Di particolare importanza furono anche le ricerche di A.M. Valsalva (1666-1723) sull’orecchio e di G.B. Santorini (1681-1737) sulla muscolatura della faccia e della laringe. Fondamentale fu il contributo descrittivo portato da G.B. Morgagni (1682-1771), cui si deve la descrizione di numerosissime formazioni anatomiche oltre al merito di aver posto le basi dottrinali e metodologiche dell’a. patologica. Grazie al possesso di una tecnica d’indagine sempre più perfezionata, nei secoli successivi si delinea la formazione di branche specializzate come l’a. topografica, l’a. chirurgica, e l’a. patologica. Sul finire del 19° secolo, si sviluppa l’a. microscopica, grazie all’introduzione di sempre più idonei mezzi di colorazione e all’impiego di microscopi e microtomi più perfezionati. Nel corso del 20° sec. le tecniche d’indagine radiologica hanno consentito di condurre ricerche di morfologia in vivo. L’a. microscopica, da parte sua, ha approfondito le sue possibilità d’indagine con l’ausilio della microscopia elettronica.
Studia analiticamente la conformazione, i rapporti, la struttura e lo sviluppo dei diversi organi del corpo; è definita macroscopica se limita le sue osservazioni alle strutture visibili a occhio nudo, microscopica se invece ha per oggetto l’intima struttura dei vari organi, che osserva con l’aiuto del microscopio e con l’uso dei metodi di colorazione propri dell’istologia.
Studia gli organi a seconda della sede che occupano e dei reciproci rapporti; suddivide la superficie del corpo umano in territori e in regioni e in ciascuna di queste studia i vari strati, dai più superficiali ai più profondi.
Studia i problemi anatomici relativi alle malattie il cui trattamento è di pertinenza chirurgica, ai loro sintomi e agli interventi corrispondenti; il suo metodo d’indagine si compone dello studio pratico sul cadavere, delle osservazioni eseguite durante le operazioni sul malato e dei dati desunti dall’esecuzione di interventi su animali da esperimento.
Studia le alterazioni macroscopiche e microscopiche indotte nei singoli organi dalle malattie e mira a risalire, dalle alterazioni constatate, all’interpretazione delle varie manifestazioni cliniche della malattia, a fornire una conferma della diagnosi posta in vita e ad accertare la causa di morte; metodo di indagine fondamentale dell’a. patologica è l’autopsia.
Si occupa della nomenclatura e dell’aspetto delle singole parti normali del corpo umano quali appaiono alla radioscopia e alla radiografia, cioè con i caratteri particolari che derivano dalla sovrapposizione delle parti, dalla proiezione e dalla densità diversa dei vari tessuti e organi, proprie dell’immagine radiologica.