ANAU
Il luogo di ritrovamento dell'antichissima cultura di A. è situato nella regione delle oasi, a S del grande deserto transcaspiano del Kara-kum, nel Turkmenistan sovietico, sulla strada tra Meshed e Chiva e il Mar Caspio, a 300 miglia da questo, sul fiume Murgab, nell'antica Battriana (v.). Nell'epoca zarista questa località corrispondeva alla città, ora distrutta, di Merv (l'antica Margiana); oggi ha preso il suo posto la capitale della repubblica dei Turkmeni, chiamata Mary, dove la nuova ferrovia detta Transcaspiana si divide in due rami, di cui uno raggiunge Buchara verso N, e l'altro si dirige a S, verso la frontiera dell'Afghanistan. Il nome A. serve a indicare però tutto il territorio che si estende a SO fino alla Persia, a N e a E verso l'Asia centrale. Lo scopritore della cultura di A. fu l'americano R. Pumpelly, che esegui nel 1904 gli scavi fondamentali, e nel 1908 li rese noti al mondo in una importante pubblicazione. Pumpelly scoprì tre possenti strati in cui si poteva seguire una ininterrotta continuità di cultura: il più antico, A. I, misura 45 piedi (m 15), il mediano, A. II, 15 piedi (m 5) e il più recente, A. III, 6o piedi (m 20). La fantastica cronologia di Pumpelly deve oggi essere rigettata, poiché egli faceva risalire l'inizio di questa cultura fino a 8ooo anni a. C. Tuttavia lo strato inferiore di A. I, e cioè il principio della cultura di A., deve trovare la sua datazione nell'epoca neolitica primitiva, forse intorno al 4000 a. C. (per altre datazioni, v. Asia, civiltà antiche dell'), per la completa assenza in esso di animali domestici, in una regione nota come il nucleo dei primi allevamenti di animali bovini, ovini ed equini. La cultura di A. è dunque almeno altrettanto antica, se non pure di qualche secolo in più, della cultura di Tripolje (v.) nella Ucraina e più remota di un millennio di quella del Kuban (v.).
La cultura di A. differisce sia dalla cultura ucraina dei contadini e dei villaggi sia da quella signorile nord-caucasica dei cavalieri delle steppe in un punto fondamentale: essa è una delle culture urbane più antiche che conosciamo; più antica di Ur Ia nella regione di Sumer (3500 circa), di Kish I in Babilonia (3500 circa), di Eridu (poco dopo il 3000), di Susa Ia in Elam, nella Persia meridionale (poco prima del 3000).
Già nello strato inferiore di A. I (circa 4000-2900 a. C.), in A. la, dove si riscontrano i resti di una vita basata soltanto sulla caccia e la coltivazione, ma senza traccia di animali domestici, le case sono state costruite mediante una tecnica sorprendentemente progredita, cioè con mattoni seccati al sole, accostate una all'altra in rettangoli regolari secondo piani ben fatti. Sembra che quello stesso strato abbia fornito le prove più remote dell'impiego dei metalli (rame). In esso, e in tutti gli altri che lo sovrastano, si è potuta constatare la coltivazione dell'orzo e del frumento. Secondo il Menghin, "la regione transcaspiana e il Turkestan occidentale sono da considerarsi il più antico centro di addomesticamento del bue". Nello strato di A. Ib è stata accertata la presenza di un bue dalle grandi corna come animale domestico, ottenuto da una varietà asiatica dell'uro; inoltre è stata accertata la presenza della pecora, prodotto di un allevamento locale da una pecora della steppa della regione transcaspiana, di una varietà definibile in maniera precisa. La capra ed il cane appaiono solo casualmente come animali domestici nello strato A. II. In questo (circa 2900-2500 a. C.) appaiono una nuova specie di bue a corna corte e un capride privo di corna; è interessante soprattutto il cammello, che, alla stessa epoca, manca invece ancora in Mesopotamia, nel modo più assoluto, ove fa la sua apparizione verso la metà del 3° millennio, raggiungendo poi, attraverso l'Egitto, tutta l'Africa. Lo stesso può dirsi a proposito del cavallo, che si trova per la prima volta in forma domestica (varietà hemion), nello strato inferiore di A. II; contemporaneamente entra nella storia di questi paesi il carro a due o a quattro ruote. Il popolo di Kuban (dal 2600 a. C.), già caratterizzato dall'allevamento di animali da sella, compare in questo periodo, proveniente dalla Transcaspiana. Anche l'arte della filatura e della tessitura si trovano ad A., e si può dire che la prima industria tessile sia nata già nel suo strato più remoto, che risale ad oltre la metà del 4° millennio. Il Menghin riferisce che "sono presenti in abbondanza, a partire dagli strati più antichi, spole che rivelano l'impiego dei tessili. Esse sono le più antiche che conosciamo". Forse già alla fine di A. II, ma sicuramente al principio del primo strato di A. III (dal 2500-2000) appare la prima ruota, che troviamo a Tripolje sia nella stessa epoca, quando era in piena fioritura, sia più tardi, fino al termine della sua cultura (1500 circa). Soltanto nel secondo stadio di quest'epoca si può accertare l'influenza di Tripolje (dal 2000 circa) con l'apparizione, sugli oggetti in argilla di A., della decorazione a spirale su fasce di argilla, donde è stato presunto che passasse anche nella cultura cinese di Yangshao.
A. aveva però contribuito già molto tempo prima e nella maniera più importante alla cultura e all'arte con la pittura vascolare. È lecito supporre che A. sia stato il punto di partenza per la penetrazione di questa forma di arte nelle culture primitive delle città dell'Asia Anteriore, fino a raggiungere, attraverso questo, o addirittura dal Mar Nero, anche Tripolje. Ma non è da escludere che ulteriori ricerche possano scoprire un'altra località di questa regione che fornisca oggetti dipinti di epoca anteriore. Finora i più antichi frammenti di argilla dipinti che si conoscono sono quelli del kurgan (tumulo) a nord di A., e, fra essi, i più antichi appartengono già allo strato inferiore, ad A. la, vale a dire alla prima metà del 4° millennio. Questi oggetti rivelano già una notevole finezza nella tecnica. Durante tutto il 4° millennio i colori sono limitati al nero e al rosso, mentre in A. II, con l'aggiunta del bianco o del bigio, si passa alla tricromia, presto adottata anche ad Eridu e, un poco più tardi, a Gemdet NaŞr presso Kish, ma che fino a quell'epoca era sconosciuta nella pittura vascolare mesopotamica. Dal 2500 circa a. C., cioè, al massimo, con l'inizio di A. III, l'intera produzione di A. era lavorata alla ruota, con una tecnica eccellente.
Il carattere di questa decorazione dipinta non è tettonico, al suo inizio, ma tende piuttosto a ricoprire, o meglio a riempire la superficie; anche se nello strato più antico, A. Ia, talvolta una sottile fascia di losanghe sul bordo del vaso può rappresentare in un certo modo il germe della pittura che si svilupperà nell'A. III. Le decorazioni di tutti gli strati consistono peraltro in grandi disegni a guisa di fasce, composti di molti ordini alternati, raddoppiati, spezzati od opposti, di zig-zag, triangoli, losanghe, fasce a ‛fiamma', ‛ali di mulino', e grate; oppure, come negli alti pìthoi di A. I, di elementi a scacchiera che dal bordo superiore del vaso ricadono come tappeti lungo l'intera altezza di esso. A. III offre, accanto a disegni simili, sebbene più schematici e formali, anche alcune decorazioni graffite di puro stile geometrico, finché nella fase finale (dal 2000 circa a. C.) penetra l'ornamentazione a spirale su fasce di argilla, proveniente da Tripolje. La decorazione di animali e la plastica in ceramica, così riccamente rappresentate a Tripolje, sia pure soltanto sotto forma di idoli primitivi, mancano finora ad A. nel modo più assoluto. Una cronologia più precisa di A. nel 3° millennio risulta dall'accertata connessione di questa cultura con le ben note culture cittadine primitive della Persia (Susa) e della Mesopotamia (Kish, ecc.).
Bibl: V. la carta della Rep. Sov. Turkmena nella Sowjet-Enzyklopädie, ediz. tedesca, Berlino 1950, II, cc. 2007-2008. Inoltre, la carta archeologica Völker und Staaten im Süden der UdSSR in der ältesten Zeit, ivi, I, fra c. 280 e 281. Breve ragguaglio su A., ivi, c. 276; R. Pumpelly, Explorations in Turkestan, Washington 1908; D. Bukinič, Nekotorye novye dannye ob A. i Namazga-Tepe (Alcuni nuovi dati su A. e Namagza-Tepe], in Turkmenovedenie, V, 1929; R. Furon, Man. de préhist. gén., Parigi 1943, pp. 284, 317; C. L. Woolley, The Sumerians, Oxford 1928; A. Hertz, Das Alter der Gräberfunde von Ur, in Klio, XXIII, 1930, p. 460; St. Langdon, Excavations at Kish, I, Parigi 1924; O. Menghin, Weltgesch, d. Steinzeit, Vienna 1931, p. 45 e tabella p. 48; J. M. Unvala, The Ceramic Art of Susa, in Bull. of the School of Orient. Studies, V, 1928.