Anca
L'anca (v. Arti inferiori) è la regione anatomica corrispondente a quella laterale e posterolaterale della radice dell'arto inferiore, composta di una vigorosa impalcatura scheletrica e delle parti molli che la rivestono. Le ossa dell'anca, che formano il cingolo pelvico, sono costituite dalla fusione di tre ossa, ileo, ischio e pube: esse si articolano dorsalmente con l'osso sacro e si uniscono ventralmente dando luogo alla sinfisi pubica, un'articolazione in generale poco mobile, che raggiunge il suo valore massimo di mobilità nella donna al momento del parto, quando si distende sotto l'influsso di ormoni. L'articolazione dell'anca, o articolazione coxofemorale, è costituita dalla superficie curva dell'acetabolo, vasta cavità scavata sulla faccia esterna dell'osso iliaco, che accoglie la testa del femore ed è ricoperta da un cuscino di fibrocartilagine e, nella sua porzione centrale, da un cuscinetto di grasso, con funzione di assorbimento dei colpi. La stabilità dell'articolazione, dovuta alla combinazione di una robusta capsula articolare, di legamenti di sostegno e di un rinforzo muscolare, risponde alla necessità di sostenere il peso del corpo nella stazione eretta e di sopportare forze anche maggiori del peso corporeo, come quelle determinate da movimenti, quali la corsa o il salto.
Dal punto di vista evolutivo, la funzione di sostegno dell'anca comparve negli animali solo quando essi cominciarono ad adattarsi alla vita sulla terraferma. Nei Pesci, dove il peso del corpo è sostenuto dalla spinta dell'acqua, il cingolo pelvico, come quello scapolare, è molto meno importante e non è collegato alla colonna vertebrale.
I primi Vertebrati ad abbandonare le acque, dove tornano tuttavia per depositare le uova, sono stati gli Anfibi. In questi, il cingolo pelvico diventa particolarmente robusto, perché deve sopportare la spinta maggiore nella deambulazione e si àncora per la prima volta alla colonna vertebrale, in corrispondenza di una vertebra sacrale. Nei Rettili, che derivano evolutivamente dagli Anfibi, l'ancoraggio alla colonna vertebrale avviene con l'articolazione a due vertebre sacrali. Probabilmente, ischio, ileo e pube erano inizialmente indipendenti, perché così si ritrovano nei fossili di Anfibi ormai estinti.
Dai Rettili originano, con due rami separati, sia gli Uccelli sia i Mammiferi. I primi, a causa dell'adattamento al volo hanno acquisito, a terra, una postura bipede; quindi si è verificato l'adeguamento del cingolo pelvico, con la sacralizzazione di molte vertebre. Nei Mammiferi, la struttura generale dell'anca presenta qualche variazione dovuta all'adattamento a diversi stili di vita. Nei Mammiferi acquatici, per es., il cingolo pelvico è decisamente regredito: nei delfini si conservano solo due piccole ossa immerse nel tessuto muscolare, che corrispondono all'ileo; nelle balene si aggiunge un piccolo osso, che si articola con gli altri due, e corrisponde al pube e all'ischio. Nei Primati antenati dell'uomo, che vivevano sugli alberi, gli arti erano liberi di muoversi in tutte le direzioni e, più che per camminare, servivano per arrampicarsi. La capacità sviluppata da queste scimmie di adoperare le mani per raccogliere il cibo è stata una delle cause dell'acquisizione di una postura semieretta e ha aperto la via per quella bipede dell'uomo.
Qualunque sia stata la spinta evolutiva verso il bipedalismo (l'ipotesi più accreditata è quella che la liberazione del braccio abbia consentito ai maschi di procurarsi il cibo anche a grandi distanze e di poterlo poi portare alle femmine e ai piccoli), questo ha comportato diversi cambiamenti nella struttura scheletrica, in particolare nel cingolo pelvico. Rispetto alle scimmie, nell'uomo la superficie articolare dell'anca risulta infatti disposta nella posizione più favorevole ai movimenti del femore, e l'osso dell'anca è espanso all'indietro e accorciato; inoltre, l'angolazione del femore è minore e consente di tenere le gambe al di sotto del corpo durante la deambulazione.
Nel corso dello sviluppo embrionale dell'uomo, le gemme che daranno poi origine agli arti compaiono alla quarta settimana di gestazione; nella quinta settimana sono evidenti gli abbozzi cartilaginei delle future ossa. All'ottava settimana, i modelli cartilaginei delle maggiori componenti scheletriche sono ben formati e inizia l'ossificazione degli arti. Sempre in questo periodo comincia l'ossificazione dell'anca, in tre centri separati, che si estendono gradualmente. Alla nascita, tuttavia, il rapporto tra femore e anca non dà ancora assicurazione di massima stabilità: questa viene raggiunta successivamente, grazie a una rotazione del femore.
3. Patologia (Red.)
Tra le malformazioni a carico dell'anca la più diffusa è la lussazione congenita, che si riscontra più frequentemente nelle femmine che nei maschi ed è verosimilmente connessa a una esagerata flessione dell'anca fetale o al deficitario sviluppo del tetto dell'acetabolo; la testa del femore, non trovando sostegno nell'acetabolo, esce dalla cavità articolare scivolando verso l'alto. Sintomi caratteristici sono il ritardo nella deambulazione e la claudicazione; se la lussazione è bilaterale il piccolo paziente ha una tipica andatura dondolante, detta 'anserina' (dal latino anser, "oca"). La patologia dell'anca comprende fra l'altro la coxa plana e vara, la coxite, la coxoartrosi, le lesioni traumatiche (fratture, lussazioni).
La coxa plana, o osteocondrite infantile dell'anca, è una malattia dell'infanzia a eziologia sconosciuta, caratterizzata da necrosi del nucleo di ossificazione della testa del femore, per cui questa si sviluppa appiattita anziché sferica; colpisce prevalentemente soggetti appartenenti al sesso maschile, soprattutto dal quarto al decimo anno di età.
La coxa vara, che può essere congenita o manifestarsi nell'adolescenza, fra i 12 e i 18 anni, consiste in una diminuzione dell'angolo di inclinazione del collo femorale sull'asse del femore, che determina una deformità in adduzione dell'anca.La coxite è un processo infiammatorio dell'articolazione dell'anca. Può essere conseguenza di agenti virali o batterici oppure costituire una localizzazione di malattie sistemiche (malattia reumatica, artrite reumatoide). Nel caso della coxite tubercolare, la lesione articolare è frequentemente secondaria alla tubercolosi ossea, che si svolge primitivamente a carico dei capi articolari; nel maggior numero dei casi la lesione riguarda l'epifisi femorale, più raramente l'acetabolo.
La coxoartrosi, malattia piuttosto frequente, soprattutto in età avanzata, e molto invalidante, è la localizzazione nell'anca dell'artrosi (v.).
Le fratture e lesioni, più frequenti nell'adulto, hanno luogo in seguito a traumi di notevole intensità. Le fratture possono essere a carico del bacino e del femore. Nelle lussazioni la testa del femore, sollecitata dall'azione traumatica e dalla trazione dei legamenti e delle inserzioni muscolari, assume una nuova posizione; più frequenti sono gli spostamenti in avanti (lussazione precotiloidea) e indietro (lussazione retrocotiloidea).
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