ANCONA (III, p. 151 e App. I, p. 116)
Tra i maggiori centri delle Marche Ancona può considerarsi, senza dubbio, la più gravemente colpita dalle azioni aeree nemiche. Oltre 130 bombardamenti seguirono il primo del 16 ottobre 1943: tra i più violenti è da ricordare quello disastroso del 1° novembre 1943, in seguito al quale gran parte della Ancona medievale e rinascimentale spariva irrimediabilmente. Una delle perdite più gravi per l'urbanistica cittadina è quella del rione Porto, che si estendeva, digradando lungo le pendici del colle Guasco, dalla cattedrale di S. Ciriaco al porto, rione che conservava, quasi intatte, le caratteristiche medievali nelle sue stradette strette e pittoresche, ricche di ricordi storici. In questo rione la distruzione é stata pressoché totale. Lo stesso può dirsi per il rione di S. Pietro, in cui si lamenta la perdita dell'antica chiesa parrocchiale omonima (sec. XII). Distruzioni gravissime hanno altresì subito i rioni circostanti la stazione e posti lungo la statale adriatica (porta Pia, piazza d'Armi, Palombella). Tra gli edifici storici e culturali si lamenta la perdita del Museo archeologico, della Biblioteca comunale e di 8 chiese, di cui 4 parrocchiali. Danni lievissimi ha invece subito il rione Adriatico, quartiere moderno a carattere residenziale, che occupa la parte orientale della città. In totale, su 12.612 abitazioni esistenti al 16 ottobre 1943, ben 8.054 risultarono demolite o gravemente danneggiate.
Secondo il nuovo piano regolatore, non ancora definitivamente approvato, è prevista la costruzione di una zona industriale lungo il Piano S. Lazzaro e nei pressi della stazione ferroviaria, già ricostruita. Per rimettere in efficienza il porto, oltre a numerosi lavori per ampliamenti di banchine ed edifici portuali, si prevede un reinterro che coprirà lo specchio di mare ad O. del Lazzaretto ed offrirà un'area nuova di circa 25 ha. È anche prevista la creazione di vaste zone verdi, scarse nel vecchio abitato, nei rioni Porto e S. Pietro, ove, per l'acclività del terreno, più difficile si presenta la ricostruzione. Si prevede inoltre un miglioramento nella viabilità, soprattutto nel senso nord-sud, facilitando il traffico rotabile nei quartieri Porto, S. Pietro ed Astagno.
Per la parte più strettamente artistica sono già ultimati i lavori di ricostruzione della crociera di destra del S. Ciriaco, quelli di restauro nella chiesa romanica di S. Maria della Piazza e della loggia quattrocentesca dei Mercanti, di rifacimento alle coperture del S. Domenico, ecc. Ad Ancona sono anche in corso lavori di consolidamento e reintegrazione nei palazzi del Comune, del Senato e in quello degli Anziani, mentre si sta studiando una nuova sistemazione del Museo archeologico che, crollando, ha trascinato nella rovina gran parte delle sue importantissime collezioni.
Il movimento portuale di Ancona, nel periodo 1930-36, dopo una effimera ripresa nel 1935 in seguito alla guerra etiopica, segnala una notevole depressione, accentuata nel periodo delle sanzioni, che fecero deviare alcune correnti di traffico. Nel 1939 il numero totale delle navi (arrivi e partenze) era di 3.480 unità (5.592 nel 1930) ed il rapporto tra esportazioni ed importazioni era il seguente: merci sbarcate 457.000 t. (669.580 nel 1930), imbarcate 97.000 (55.131 nel 1930). Nel traffico del porto prevalgono in maniera assoluta le merci importate, prima tra tutte il carbone (merce che da sola costituisce più della metà del traffico del porto).
Il naviglio italiano costituisce circa il 90-95% del movimento totale del porto e concorre per il 60-70% al trasporto delle merci. Il traffico nel porto ha avuto un notevolissimo incremento nel periodo dell'occupazione degli Alleati che entrarono nella città il 19 luglio 1944 e che costituirono nel porto una base di rifornimento per la prosecuzione della campagna in Italia.
Bibl.: G. Merlini, Ancona e i porti delle Marche e dell'Emilia, Bologna 1942; N. Alfieri, Topografia storica di Ancona antica, Fabriano 1938; G. Bonarelli, Effemeridi anconetane, Gubbio 1944; M. Natalucci, Ancona attraverso i secoli, Ancona 1948.