ancora (ancore)
È presente in tutta l'opera volgare con 384 occorrenze, in funzione di avverbio e di congiunzione, nella forma intera e nella tronca (nel Fiore anche in quella aferetica - CXIII 9 - e con la variante ancore, per probabile francesismo - CLVI 8 -, in rima con Amore, follore, cuore). Molte volte si trova in rima, e spesso inizia il periodo, talora preceduto dalla congiunzione ‛ e ', ma può trovarsi anche alla fine; qualche volta precede o segue direttamente la parola alla quale si riferisce, ma per lo più si trova a distanza da essa.
1. Come avverbio di tempo, sta a indicare la continuità di un'azione o di un fatto, nel presente, nel passato o nel futuro, vale cioè " anche ora ", " tuttora ": onde io, ancora lagrimando in questa desolata cittade, scrissi a li principi de la terra (Vn XXX 1); L'imagine di questa donna siede / su ne la mente ancora (Rime LXVII 44); coloro dirizzare intendo ne' quali alcuno lumetto di ragione per buona loro natura vive ancora (Cv IV VII 4); Sieti raccomandato il mio Tesoro, / nel qual io vivo ancora (If XV 120); l'ossa del corpo mio sarieno ancora / in co del ponte presso a Benevento (Pg III .127); e ancor mi distilla / nel core il dolce che nacque da essa (Pd XXXIII 62); e lui e 'l su' soccorso ancor attendo (Fiore VI 4).
Con lo stesso o con simile valore semantico, altri 101 esempi in Vn XXII 5, XXIV 6, XXV 3, XXVIII 1, XXXI 16 70; Rime dubbie IV 11; Cv II Voi che 'ntendendo 30 (ripreso in IX 2), II 3, IX 2, III Amor che ne la mente 25 e 85, XI 4, IV XI 14 (due volte), XXVII 14; If I 25, II 14 e 59, III 132, V 102 e 105, VIII 60 e 126, IX 99, X 68, 102 e 111, XII 120, XIII 78, 109 e 147, XIV 78, .XV 63 e 75, XVI 12, XVII 108, XVIII 85, XXII 68 e 77, XXIII 108, XXIV 84, XXVI 62, XXVII 31, XXVIII 15 e 118, XXIX 15, XXX 82 e 135, XXXI 45, 120, 127 e 128, XXXII 18 e 86, XXXIII 134 e 157, XXXIV 106 e 120, Pg I 79, II 10, 68 e 114, III 67, V 81, VII 129, VIII 75, XI 55, XII 32 e 122, XIII 125, XIV 11, XV 28, XVI 27 e 121, XVIII 4 e 120, XX 111, XXI 91, XXIII 117, XXVIII 72, XXIX 33 e 45, XXX 70, XXXI 79, Pd III 92, VI 76, VIII 71, XII 122, XV 98, XVI 64 e 134, XVII 3, XVIII 132, XXV 83, XXVII 130, XXXIII 108; Fiore XLV 1, CLII 4, CLVI 8, CLXXXV 5, CCXVI 7.
Questa accezione principale abbraccia una vasta gamma di connotazioni affini, che talora però coesistono e si sovrappongono in modo che non sempre è agevole fare distinzioni nette e proporre precise equivalenze.
In alcuni esempi viene rafforzata la consapevolezza del tempo trascorso, e nel contempo, in frasi interrogative, espressa la meraviglia che il fatto sia avvenuto prima di quanto era da aspettarsi, come in If XXXIII 121 " Oh ", diss'io lui, " or se' tu ancor morto? "; Pg XI 89 e ancor non sarei qui, se non fosse / che, possendo peccar, mi volsi a Dio; XXIII 82 come se' tu qua sù venuto ancora?, dove l'avverbio equivale a " già ", " così presto ".
Oltre a esprimere la continuità dell'azione nel tempo, l'avverbio a. ne può denotare anche la ripetizione, acquistando in tal caso il significato di " un'altra volta ", " di nuovo ", " ulteriormente ", come in Rime LXXXVII 4 I' fui del cielo, e tornerovvi ancora; Cv II XII 1 principiando ancora da capo; If XIII 82 Domandai tu ancora / di quel che credi ch'a me satisfaccia; Pg II 16 colal m'apparve, s'io ancor lo veggia, / un lume per lo mar venir sì ratto, / che 'l muover suo nessun volar pareggia; Pd IX 40 e pria che moia, / questo centesimo anno ancor s'incinqua; Fiore CCI 14 ell'avea voglienza / di quel presente ancor guiderdonarmi; altri 20 esempi in Rime LXXXIII 19, Rime dubbie III 14, Cv II XIII 10, III XI 1, If VI 77, XI 94, XIV 130, XVI 65, XVII 43, XXIII 68, Pg XIII 144, XXV 43, Pd IV 90, VIII 115, XXIII 77, XXV 48, XXVII 65, XXXII 106, Fiore xxvil 12. Quasi pleonastico si può intendere in Pd VI 39 Tu sai ch'el fece in Alba sua dimora / per trecento anni e oltre, infino al fine / che i tre a' tre pugnar per lui ancora; mentre attribuisce più o meno chiaramente al verbo un'idea di futuro in If XXXIII 24 la Muda / ... che conviene ancor ch'altrui si chiuda, e Pg XIV 56 e buon sarà costui, s'ancor s'ammenta / di ciò che vero spirto mi disnoda; o estende nel futuro il concetto del verbo fino a un momento, o per un tempo determinato: Li dolci detti vostri, / che, quanto durerà l'uso moderno, / faranno cari ancora i loro incostri (XXVI 114).
Anche l'idea di aggiunta viene talora espressa mediante l'avverbio a., che equivale in tal caso a " dell'altro ", " un altro poco ": " Domanda ", disse, " ancor, se più disii / saper da lui... " (If XXII 62); convienti ancor sedere un poco a mensa, / però che 'l cibo rigido c'hai preso, / richiede ancora aiuto a tua dispensa (Pd V 37 e 39, e anche XVIII 27, XXVI 21, XXIX 73); alquanti motti ch'i' voglio ancor dire / a ritenere intendi e a udire (Fiore XLV 2). In Pg XXIV 48 se nel mio mormorar prendesti errore, / dichiareranti ancor le cose vere, vale " più e meglio " (di quanto io abbia fatto con la mia non esplicita previsione).
In Vn XXV 2 E che io dica di lui [d'Amore] come se fosse corpo, ancora sì come se fosse uomo, appare per tre cose che dico di lui, e Rime ciel 74 Ancor ne li occhi, ond'escon le faville / ... guarderei presso e fico, ha il valore di " anzi ", " e di più "; accezioni che, nella lingua antica, a. ha comuni con ‛ anche ' e ‛ anco ' (v.; cfr. Barbi, Vita Nuova 112).
Oscuro è l'intero passo di Detto 120 Or mi rispondi e di', / ch'egli è ancor gran dì / a farmi tua risposta.
Una maggiore definitezza semantica ha l'avverbio quando si trova unito alla negazione o in frasi di concetto comunque negativo. In Pg XIV 21 'l nome mio ancor molto non suona, ha il valore di " per ora "; in XXIV 43 Femmina è nata, e non porta ancor benda, significa " fino a questo momento ", " finora " (altri 36 esempi in Vn XVI 1, Rime LXXXV 3, XC 58, XCI 71, Cv II VI 2, XIV 16, III XV 19, IV XIII 12, If IV 70, XII 36, XIV 127, XV 80, XVIII 77, XIX 43, XXVIII 46, XXIX 32, Pg II 25, VIII 126, IX 78, XXIII 38, XXV 62, XXVI 23, XXXI 12, XXXII 147, Pd III 27, XVII 79, XX 135, XXIII 117, XXX 81, Fiore XCIX 14, C 6, CLXXXII 13; Detto 333, 459).
In Pg XXII 59 non par che ti facesse ancor fedele / la fede, e in Pd XV 119 ancor nulla / era per Francia nel letto diserta, ha il significato di " per quel tempo "; in Pd XXXI 54 La forma general di paradiso / già tutta mio sguardo avea compresa, / in nulla parte ancor fermato fiso, vale " fino allora " (cfr. anche IX 22); e in correlazione con un quando che ne delimita il valore, in Pg XIX 25 Ancor non era sua bocca richiusa, / quand'una donna apparve santa e presta (cfr. anche Cv II IV 8, IV XIV 12; If IV 67, XII 36, XIII 1, XXXIII 144; Pg IV 116, XXI 26 e 87; Pd XI 55, XV 103, 107 e 109).
In If XXV 66 un color bruno / che non è nero ancora, e l' bianco more, significa più precisamente " del tutto ", " completamente "; in XIX 19 l'un de li quali, ancor non è molt'anni, / rupp'io, l'espressione è equivalente alla più comune " non molt'anni fa " o simili; in Fiore CXLV 2 la tua gran gioia si è ancor a venire, può tradursi in " di là da ". Per il particolare valore che ha, in appoggio ad ‛ anco ', in Pg XXX 56, si veda quanto è detto sub v. ‛ anche '.
2. In una serie numerosa di esempi l'avverbio a., essendosi affievolita la nozione di tempo, viene a confondersi con la congiunzione ‛ anche ' (per la quale si è visto il caso inverso); ma spesso le due funzioni e i due valori della parola sono presenti contemporaneamente, a seconda che si riferiscano a questo o a quell'elemento della frase, sicché talvolta si rimane indecisi nel determinarne l'esatta funzione e accezione (come per es. in Vn XXVIII 2 posto che fosse del presente proposito, ancora non sarebbe sufficiente la mia lingua a trattare come si converrebbe di ciò.
Esempi meno ambigui, nei quali a. significa chiaramente " anche ", " ed anche ", " persino ", " inoltre ", Si hanno in Rime XC 69 Ed ancor tua potenzia fia sentita / da questa bella donna, che n'è degna; Vn XIV 5 non ne rimasero in vita più che li spiriti del viso; e ancora questi rimasero fuori de li loro istrumenti; Cv II XII 3 E udendo ancora che Tullio scritto avea un altro libro; If XIII 87 ancor ti piaccia / di dirne come l'anima si lega / in questi nocchi; Pg XX 31 Esso parlava ancor de la larghezza / che fece Niccolò a le pulcelle; Pd XXXIII 34 Ancor ti priego, regina, che puoi / ciò che tu vuoli; Fiore CI 9 Ancor mi fo romito e pellegrino; cfr. inoltre molti altri esempi con questo stesso significato in Vn XII 17 XVI 1, XIX 10 41, XXIX 4, XXXVIII 4; Rime dubbie I 12; Cv I II 8, VIII 1, X 11, XII 2 e 9, XIII 3, II I 10, III 4e15, V 10 e 17, VI 8, VIII 12, XIII 18, 19, 27 e 30, XV 6, III Amor che ne la mente 25, III 6, V 10, VII 6, XIII 3, XIV 4 e 13, IV II 2, 14 e 18, IV 12 e 14, V 7, X 9 e 11, XIII 6 e 7, XVI 3, XXI 14, XXIII 6, XXV 10, XXVI 10, 12 e 14; If IV 100, IX 60, X 18, XII 122, XIV 74, XIX 100, XX 27, XXVIII 7, XXXII 138; Pg XII 49, XIII 133, XXVI 64, XXVIII 136; Pd IV 22, VII 145, IX 52, XIII 130, XIV 107, XVII 86, XX 66, XXVI 43 e 49, XXVIII 55, XXIX 88; Fiore XIV 12, XXIX 12, XLV 8, LXII 1, LXIV 5, LXVI 10, LXXIX 9, LXXXIII 13, LXXXVI 6, CIII 1, CV 9, CX 1, CXI 13, CXII 9, CXIII 9, CXVI 1, CXVIII 5, CXXII 1, CXXIV 9, CXXV 9, CXXXVIII 11, CLI 1 e 13, CLIV 3, CLXXV 9, CLXXVI 1, CLXXX 9, CXC 1, CCII 7, CCVI 12, CCXVI 12, CCXIX 13, CCXXI 4 e 12, CCXXIV 8, CCXXXII 5.
3. Spesso, al principio di periodo e seguito da interpunzione (quasi sempre nel Convivio), è un modo di continuare o riprendere un discorso, un a., per così dire, della ripresa; Parodi (Il canto II del Paradiso, Firenze 1911, 20) fa notare che " è l'adhuc con cui gli Scolastici passano ad un nuovo argomento ": Ancora: lo Cielo empireo per la sua pace simiglia la Divina Scienza (Cv II XIV 19; e poi I II 6, V 11 e 13, VI 9 e 10, VII 6 e 9, VIII 4 e 5, IX 6 e 1, XII 8, XIII 5, II I 12 e 13, VIII 13 e 14, XIII 24, XIV 9 e 10, III IV 11, IV Le dolci rime 69 - ripreso in XIV 2 e XV 1 - III 5, IV 2); Ancor, se raro fosse di quel bruno / cagion che tu dimandi (Pd II 73).
Si trova talora a rafforzare un comparativo, precedendolo o seguendolo direttamente, o anche con interposizione di altre parole: If XIX 103 io userei parole ancor più gravi; Rime CVI 130 ma troppo è più ancor quel che s'asconde; Pg IV 65 tu vedresti il Zodïaco rubecchio / ancora a l'Orse più stretto rotare; Vn XLI 9 Potrebbesi più sottilmente ancora dividere; altri esempi in Vn XXXVII 5, Cv IV Le dolci rime 99, XVIII 3, If I 101, Pg XIII 99, XVII 88, Pd IX 111, XXIX 125, Fiore LIX 6, CLXXXIV 8. È unito a comparativi organici in Vn XXXVIII 6 (maggiore... ancora) e Pd XXX 86 (migliori... ancor).
Preceduto dalla congiunzione negativa ‛ né ', acquista il valore di " e neppure ", " nemmeno ": Donna non ci ha ch' Amor le venga al volto, / né omo ancora che per lui sospiri (Rime XCVI 9; e inoltre Pg XXIX 13; Pd IX 45 e XIV 11; Fiore CXC 3).
4. Come congiunzione concessiva, col valore di " sebbene ", " quantunque ", sia isolata, sia strettamente unita alla congiunzione ‛ che ', ma sempre con il verbo al congiuntivo, è presente in Vn XXIII 3 ancora che sana fosse; Cv II I 6 Lo quarto senso si chiama anagogico, cioè sovrasenso; e questo è quando spiritualmente si spone una scrittura, la quale ancora [sia vera] eziandio nel senso litterale, per le cose significate significa de le superne cose de l'etternal gloria; If VIII 39 i' ti conosco, ancor sie lordo tutto; Pg m 137 Vero è che quale in contumacia more / di Santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta, / star li convien da questa ripa in fore, / per ognun tempo ch'elli è stato, trenta; Pd V 50 però necessitato fu a li Ebrei / pur l'offerere, ancor ch'alcuna offerta / si permutasse; altri 7 esempi: Rime LXXXIII 58, Rime dubbie I 13, If I 70, XXIV 67, XXX 106, Pg VIII 60, XVIII 39.