ANDESITE
. Il nome di andesite fu creato da Leopold v. Buch (1826), traendolo da quello delle Ande, per distinguere, nella famiglia delle rocce chiamate allora trachiti, i termini albitici da quelli sanidinici. Caduto poi in disuso, questo nome venne di nuovo introdotto nella scienza da J. Roth (1861) per indicare le rocce vulcaniche più recenti, caratterizzate dall'associazione dei minerali oligoclasio-anfibolo od oligoclasio-augite.
Attualmente si dà il nome di andesiti in senso stretto alle rocce effusive neovulcaniche corrispondenti per composizione alle dioriti normali. Esse sono di solito nettamente porfiriche e formate da una pasta fondamentale con struttura varia, ma fortemente ricca di vetro, di color grigio chiaro o rossiccio, se bollosa, e verdiccia o bruniccia, se compatta, in cui sono diffusi cristalli, ordinariamente non molto abbondanti né grandi, di plagioclasio, di orneblenda, di augite, di biotite, e più raramente, di iperstene, di olivina, ecc. Non mancano però tipi nevaditici, ricchi di fenocristalli, e tipi interamente o quasi interamente vetrosi (ossidiane e perliti andesitiche).
A seconda che prevale l'uno o l'altro dei minerali citati, si distinguono andesiti micaceo-anfiboliche, andesiti augitiche, andesiti ipersteniche, ecc. Le forme più diffuse sono le andesiti micaceoanfiboliche. Appartengono a questa categoria, con varietà più o meno ricche di elementi femici, le lave di molti vulcanì estinti od attivi dell'Arcipelago Greco (Santorino), della Transilvania della Slovacchia, della Moravia, degli Stati Uniti (California, Oregon, Nevada, ecc.), dell'America Centrale e Meridionale, del Giappone, ecc. In Italia se ne hanno esempî nei Monti Euganei e nelle isole Eolie.
Alle andesiti ipersteniche, pure molto diffuse, appartengono alcune lave sarde (M. Arci) e degli Euganei (M. Sieva presso Battaglia), ma soprattutto molte lave dei vulcani delle Cicladi (Santorino), delle Ande, della Martinica (M. Pelée), delle Isole della Sonda (Krakatoa), ecc.
Le andesiti augitiche, talvolta oliviniche, molto scure, si sfumano coi tipi basaltici. Esse sono abbastanza abbondanti in Italia, appartenendovi alcune lave della Sardegna (Alghero, Osilo, Montresta), delle Isole Eolie (Vulcano) e dell'Etna.
Quando le rocce di tipo andesitico contengono quarzo vengono propriamente chiamate daciti. Sono di solito rocce compatte, non determinabili senza un'analisi chimica ricche di elementi salici e facenti passaggio alle trachiti. Se ne hanno esempî in Sardegna e nell'isola di Vulcano (vulcaniti), ma sono soprattutto abbondanti nei Carpazî, nelle isole dell'Egeo, nelle Ande.
Tutte queste forme appartengono alla serie alcalicalcica (o di tipo pacifico) sono caratterizzate dalla presenza di un feldspato alcali-calcico, corrispondendo per composizione alle dioriti normali, o come le daciti, alle dioriti quarzifere (tonaliti).
Ma alla famiglia delle andesiti, intesa in senso largo, erano fin qui ascritte anche tutte le forme di composizione analoga appartenenti alla serie alcalina (o di tipo atlantico) e caratterizzate dalla presenza di un feldspato alcalino (sanidino o anortoclasio) o di un feldspatoide (nefelina, leucite, noseana, sodalite, hauyna) e di elementi femici della serie degli anfiboli alcalini (orneblenda bruna) e dei pirosseni alcalini (egirinaugite). Queste andesiti alcaline sono comunemente indicate col nome di trachiandesiti (o anche di cantaliti). Esse rappresentano le forme effusive di rocce intrusive che non furono sin qui riscontrate nella litosfera e che starebbero nella serie sistematica fra le sieniti alcaline e le essexiti, come le trachiandesiti stesse si collegano, nella serie effusiva, da un lato alle fonoliti ed alle trachiti alcaline e dall'altro alle trachidoleriti.
Esempî di lave trachiandesitiche si hanno specialmente nell'Alvernia (Mont Doré, Cantal), nelle Azzorre e nelle Canarie, nel Siebengebirge renano, ecc. In Italia si possono ascrivere a questa categoria le lave del M. Santa Croce, Roccamonfina.
Propilite è chiamato un particolare aspetto delle andesiti, che si trova quasi sempre dove queste racchiudono giacimenti metalliferì di origine idrotermale, ed è dovuto esso pure ad una profonda alterazione di origine consimile. Le propiliti, verdi per abbondante formazione di clorite secondaria derivante dall'alterazione degli elementi femici, sono diffuse nella Transilvania, nella Sierra Nevada, nel Messico, nelle Ande e dovunque legate, appunto, ad importanti giacimenti metalliferi.
La tabella che segue, in cui sono riportate le analisi di alcune rocce tipiche della famiglia delle andesiti, dà un'idea della grande variabilità di composizione che esse presentano.
L'analisi al n. I è stata eseguita su di un campione di Dacite di M. Maiore, Putifigari, Sardegna; quella al n. II su uno di Andesite anfibolico-biotitica di Capo Graziano, Filicudi, Eolie; quella al n. III su uno di Andesite iperstenica di Santorino; quella al n. IV su uno di Andesite augitica di Is. Vulcano (lava 1888) e quella al n. V su uno di Trachiandesite di M. S. Croce, Roccamonfina.