Poeta e scrittore ungherese (Budapest 1884 - ivi 1953). Nel 1919 esulò a Vienna, dove scrisse le sue prime poesie patriottiche (Az én hazám "La mia patria", 1920; Világomlás "Crollo del mondo", 1922; Mert szégyen élni és nem kiáltani "Perché è vergogna vivere e non gridare", 1923) che risentono degli influssi di Heine e di Brecht. Espulso nel 1925, passò in Francia e poi a Berlino. All'avvento al potere di Hitler, riparò a Mosca dove scrisse saggi, novelle e poesie patriottiche e antifasciste. Nel 1945 ritornò in Ungheria. Fu anche traduttore e giornalista.