Andorra
di Silvia Lalli
Stato dell’Europa occidentale, compreso tra la Francia e la Spagna, nel versante meridionale dei Pirenei. Nel 2010 ha registrato il picco di crescita demografica (85.015 ab.), con un crollo significativo tra il 2010 e il 2013 (76.098 ab., pari a −10,5%; 76.949 ab. nel 2014, secondo una stima nazionale), attribuibile agli effetti della crisi economica del 2008 (variazione negativa del PIL, aumento della disoccupazione, diminuzione dei permessi di soggiorno). Pur non facendone parte, l’A. nel febbraio del 2011 ha stipulato un accordo con l’Unione Europea per coniare euro andorrani, e nel 2013 ha avviato una discussione per attuare politiche di maggiore integrazione nel mercato comune europeo.
di Vincenzo Piglionica
L’esecutivo di Albert Pintat – subentrato a Marc Forné Molné alla guida del governo nel maggio 2005 – avviò un percorso di riforma fiscale per garantire l’apertura dell’economia andorrana agli investimenti stranieri e una maggiore trasparenza; orientamenti che trovarono espressione nel Programa Andorra 2020. Complici le pressioni internazionali, nel marzo del 2009 A. annunciò la propria disponibilità a concludere accordi con altri Paesi per lo scambio di informazioni in ambito fiscale, assumendo in tale quadro l’impegno a intervenire legislativamente sul regime del segreto bancario: l’iniziativa valse al principato la cancellazione – a maggio – dalla lista dei paradisi fiscali non cooperativi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Il processo riformatore proseguì con il governo di Jaume Bartumeu, insediatosi dopo le elezioni dell’aprile 2009 che sancirono la vittoria – pur senza la maggioranza assoluta dei seggi (14 su 28) – del Partit socialdemòcrata d’Andorra fino ad allora all’opposizione. L’impossibilità di adottare importanti provvedimenti quali la legge finanziaria comportò tuttavia la convocazione di elezioni anticipate nell’aprile del 2011: il voto vide la netta affermazione della forza di centrodestra Demòcrates per Andorra, il cui leader Antoni Martí assunse l’incarico di primo ministro. La riforma fiscale portò all’approvazione, nel giugno 2012, di un’imposta generale indiretta al 4,5% assimilabile all’IVA e nell’aprile 2014 di un’imposta sul reddito delle persone fisiche al 10%; sempre nel 2014, a giugno, A. siglò inoltre la Dichiarazione dell’OCSE sullo scambio automatico delle informazioni in materia fiscale. Nelle elezioni di marzo 2015 per il rinnovo del Parlamento, Demòcrates per Andorra si confermò forza di maggioranza assoluta; nello stesso mese inoltre uno scandalo travolse la Banca privada d’Andorra, accusata dalle autorità statunitensi di riciclaggio di denaro sporco.